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David Lazzaretti
Visioni e profezie

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  • UNA LAMENTAZIONE
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UNA LAMENTAZIONE

 

1. Signore, i martirii che il mio cuore sopporta a causa della mia misera posizione sono sì grandi, che io sono diventato al punto di rassomigliare ad un albero posto sopra un'alta montagna, esposto a tutti i venti,e alle tempeste degli uragani devastatori.

2. No, Signore, non mi avvilisco e non mi dilungo dalla strada che mi avete indicata; benchè veda davanti a me un mondo di fuoco, io sono disposto ad entrarvi senza timore di essere bruciato, perchè mi avete detto che servendovi niun male mi potrebbe nuocere.

3. Voi mi avete detto anche, o Signore, che servendovi fedelmente, ed obbediente ai vostri ordini, ogni avvenimento pericoloso che incontrerò si cambierà in una felice fortuna. Che ho dunque a temere, mio Dio, mentre mi avete promesso tutto ciò?

4. No, no, Signore, nessun uomo di questo mondo potrà impedirmi di seguire la strada che mi avete indicato per le mie conquiste alla gloria vostra: mai, mai mi arresterò nella strada presa, fino a che mi diciate: fèrmati, non andare più oltre.

5. E se qualche potente della terra mi dicesse: – Alto là, pellegrino straniero, non seguire le tue intraprese, noi ti proibiamo di andare più oltre; – io risponderei loro: – Chi siete voi che osate proibirmi di andare dove il mio Dio mi chiama? – Io non lo temerei, e andrei avanti senza nulla temere.

6. No, io non temerei nulla, Signore, perchè vi chiamerei in mia difesa; poi sfiderei chi volesse opporsi a me, sicuro di vincere in un colpo d'occhio. Nessuna forza umana potrà resistere alla mia intrapresa, perchè voi sarete con me colla vostra potenza infinita.

7. No, no, Signore, nessuno potrà impedirmi d'andare da per tutto ove mi chiamate pel vostro servizio. Anche mi mandaste in un deserto popolato di bestie feroci crudeli e rapaci, io vi andrei senza temere la loro ferocia.

8. No, non vi sarà in questo mondo alcun sito, se voi mi ci chiamate, dove io non oserò adempiere la mia intrapresa. Sì, sì, io andrò da per tutto dove mi volete, o mio Dio; io sono diventato per voi uguale ad un cane fedele al suo padrone, sempre pronto ad ogni più piccolo cenno, non vedendo alcun ostacolo.

9. Signore, nella mia miseria mi avete reso atto a fare tutto ciò che vi piacerà; servitevi di me come un semplice strumento; datemi voi le abitudini, adattatemi secondo il bisogno, il caso e le circostanze; io sono vostro schiavo, voi avete sopra di me il diritto e il potere di disporre di me come vi aggrada.

10. Se per voi sono un miserabile riscattato dalla Morte alla vita, io non posso opporre a ciò che voi disponete sulla mia nullità, poichè non ha più sicuro diritto di dire: voglio... e non potrei dirlo, quand'anche lo volessi.

11. Voi mi avete fatto conoscere lo stipite della mia famiglia, che data da più secoli; essa possiede molti trofei delle sue numerose vittorie. Io vedo ora il suo sangue disceso dal trono nella polvere, e i discendenti di questa progenie mendicare la loro vita. Dio mio, non è anche questo un martirio crudele al mio cuore?

12. Ma come non dovrei, mio Dio, sopportare in questo mondo pene strazianti, mentre m'avete palesato che da per tutto incontrerò la miseria, la tribolazione, il martirio? Voi mi avete intrecciato, e messa sul capo una corona di spine acutissime.

13. Signore, voi mi vedete: il mio cuore è diventato una fornace d'amore che brucia per voi, per la fede, per la carità e per la giustizia. Io non amo e non desidero altro in questo mondo, che possedere il vostro cuore, l'acquisto della fede, l'adempimento dei doveri di carità e giustizia.

14. Ecco i soli tesori del mio cuore, e non potrei farne un dono ad altri che a voi, che per un eccesso della vostra bontà, me li avete dati; e privarmene sarebbe lo stesso che togliermi la vita.

15. Tutti i tesori della terra io non li stimo, anzi li ho in orrore, perchè sono nemici giurati dell'anima mia. Desidero essere il più povero e il più miserabile degli uomini come sono, anzi che il principe più potente della terra, come volete che io sia.

16. Io so, mio Dio, che tutti quelli che desiderano il potere del mondo per godere a bell'agio le comodità della vita, sono nemici mortali della vostra giustizia. Voi date, mio Dio, la potenza agli uomini sulla terra, affinchè ne usino solamente pel bene di tutti.

17. Mio Dio, voi vedete che tutti i miei lamenti e suppliche non procedono che dal desiderio del mio cuore afflitto e sospinto dall'amore della fede, della carità e della giustizia. I miei lamenti non sono che un continuo rimprovero che faccio a me stesso, e a quelli che profanano questi santi principii.

18. Per causa di questo amore sono divenuto un astro focoso, che da per tutto sparge i suoi raggi di fuoco. Non sono al mondo nocivo, perchè sto da lui lontano; io non faccio altro che comunicargli la mia luce e il mio splendore girando intorno a lui; poi ritorno al mio centro, di dove fui mosso dal vostro volere, mio Dio.

19. Gli uomini avranno un bel dire e un bel fare calcoli sopra di me; nulla comprenderanno, se in voi, mio Dio, non fissano i loro sguardi e i loro pensieri. Io sarò per essi un mistero incomprensibile; e non potranno comprenderlo se non coi lumi della fede che procede dalla vostra grazia. Il giorno non è lontano in cui essi tutto comprenderanno, cioè quando vedranno l'adempimento di tutto ciò che io ho loro annunziato di verità, di carità e di giustizia per vostro divino comando.




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