XXIV.
Seguirono alcuni giorni di pace completa.
Lorenzo sembrava interamente ignorare l'esistenza di Farfui, non gli badava
affatto, non lo contrariava; a pranzo scambiava poche parole con Morella e non
diceva verbo al fanciullo, il quale non si rivolgeva mai al padre.
Farfui era diventato per Lorenzo qualche cosa di
meno interessante e di meno ingombrante che un mobile; e il bambino sapeva
essere discreto, rispettando i gusti di Lorenzo, che non voleva strepiti in
casa e amava non trovar balocchi tra i piedi.
Ma un giorno in cui s'era ubbriacato di solo
assenzio, fu preso da una melanconia quasi tragica, la quale doveva mutarsi in
furore.
Rifletteva sull'affare combinato con Edoardo, e
parlottava a mezza voce, seduto, con le mani sul ventre, l'occhio vitreo
vagante nel vuoto:
- È una trappola.... Questa non è che una
trappola e Mariano Frigerio aveva ragione: io non sono che un imbecille....
Edoardo mi ha preso e legato come una bestia da macello, col suo danaro....
Già, intanto, non parlando e non protestando, mi ha spippolato nudo e crudo
sotto il naso che io sono becco, che Farfui non è mio, che Morella mi ha
cornificato.... Canaglie, tutte canaglie!... E poi, ha impiegati a un
bell'interesse quei quattro soldi che dovrà apportare.... Lui paga ed io devo
star zitto, crescermi in casa suo figlio, lasciargli il mio nome.... Mi ha
comprato, insomma.... È un usuraio. Come, io non sarò padrone di bastonare chi
e quanto mi fa piacere?... Comando io, o comanda lui? Tu sta contento, mi dico,
e io pago i tuoi debiti e ti mando innanzi la baracca; se no, ti lascio crepare
per la strada.... È uno strozzino; soltanto gli strozzini ragionano a questa
maniera. E come mai non mi sono accorto di cadere in quell'imboscata? Era un
giorno in cui non avevo bevuto; e lui mi diceva, per canzonarmi: «tu ragioni
lucidamente!» Adesso, ragiono lucidamente, adesso sì; e te ne accorgerai!... Io
farò quel che ho pensato di fare.... Sta a vedere che con quattro soldi,
s'impadronisce di me e della mia casa?...
Andò ripetendo sino a sazietà quel ragionamento,
l'indice destro teso a sermoneggiare personaggi invisibili, dando d'ora in ora
qualche risata stridula.
Poi si alzò e si recò a casa, sempre borbottando
fra i denti.... Vide Farfui che giocava in anticamera, e lo rimproverò
aspramente.
- Via di qui, scimiotto! Via quelle pantraccole!
Dove siamo, in un magazzino di chincaglie?
E con un colpo del piede fece volare in aria il
pulcinella di zia Isidora, mentre Farfui lo seguiva degli occhi atterrito,
combattuto fra il desiderio di difendere i suoi oggettini e la pressa di
mettersi in fuga.
- Vattene, vattene, brutto coso! - ripetè
Lorenzo, misurandogli uno schiaffo.
Al rumore balzò fuori Morella, che si prese
Farfui tra le braccia, e corse a chiudersi nella sua camera.
Lorenzo la seguì, e allorchè senti battersi
l'uscio in faccia e girar la chiave nella toppa, si fece più rabbioso:
- Apri; non cerco niente da te! Voglio dar due
schiaffi a quel brutto scimiotto!... Comando io qua! Apri, per Dio! Non mi son
mica dato a nolo! Apri, o butto giù la porta!
E tirava calci formidabili nell'uscio, facendo
tremar le pareti del corridoio.
Maria e Pierina, la cuoca e la cameriera,
avvedendosi che il furor del padrone era d'inusitata veemenza, mandarono a
chiamare il portiere Adelmo, il quale non osò avvicinarlo; ma sopraggiunse
Paolino Tornaghi che afferrò Lorenzo per la giacca.
- Che cosa fa, che cosa fa? - gli disse, - Vuol
che tutti parlino di lei?
Lorenzo, il quale stava assestando un altro calcio
alla porta, rimase un attimo col piede alzato, poi lo rimise a terra
tranquillamente.
- Hai ragione! - fece, calmandosi d'un subito. -
Non si deve parlare.... Bravo Paolino! Non devono parlare di me.... Silenzio e
rispetto!... Così mi piace.... Ecco, me ne vado, accompagnami a dormire.... No,
io non tiravo giù la porta.... Chi t'ha detto questo? L'ho trovata chiusa, e
volevo aprirla.... Ho fatto un po' di rumore, forse.... Ma chi ti ha detto che
io volevo sfondare la porta?
- Venga, venga a dormire, - ammonì Paolino,
trascinandoselo dietro. - Nessuno mi ha detto niente.... lei ha sempre paura
che dicano qualche cosa, santo Dio!...
- Io paura! Mai paura!... Silenzio e rispetto!
Così mi piace....
E bofonchiando, soffiando, appoggiandosi un poco
al braccio del Tornaghi, un poco alle pareti, gettando occhiate sospettose
intorno per vedere se nessuno lo spiasse, andò a gettarsi sul letto, dove non
ebbe prima toccato del capo il guanciale, che già s'addormentava.
Morella, tranquillato dopo molti stenti Farfui,
il quale piangeva tutto tremante, chiamò Pierina.
- Aiutami! - ella ordinò. - Dammi la mia
roba....
- La signora parte? - chiese Pierina
esterrefatta.
- Portami qua le valigie!
- Oh signora, - esclamò Pierina, congiungendo le
mani. - Conduca via anche me!
- Portami le valigie! - gridò Morella,
inviperita, disperata, non sapendo quel che si dicesse.
Nelle valigie gettò la roba che le veniva in
mano, biancheria, abiti, gioielli, oggetti d'abbigliamento, alla rinfusa,
mentre Pierina in ginocchio tentava di dare qualche assetto a quella valanga
che le pioveva da tutte le parti. E piangeva in silenzio, temendo che la sua
padrona l'abbandonasse.
Farfui, distratto da quello spettacolo, con la
volubilità dei bambini, corse a dar mano alla cameriera, rotolandosi tra i
mucchi di biancheria merlettata, e sturando le bottiglie di profumi, che si
diffondevan nell'aria gaiamente.
- Andiamo in campagna, andiamo in campagna,
andiamo in campagna! - gridava, battendo le mani e saltellando. - Andiamo a
trovare Poldo!
- Bambino mio, che cosa hai fatto! - esclamò
infine Morella, la quale tornava a poco a poco al senso della realtà. - Hai
rovesciato l'Houbigant! Tu ci fai fare un bagno di profumi!
- Non va, bene, mamma? - domandò Farfui
accorato.
- Sì, sì, va, bene! - disse Morella, temendo che
il fanciullo s'impaurisse di nuovo. - Va bene, non è nulla!
Allora incoraggiato dall'approvazione materna,
Farfui riprese la fiala d'Houbigant e ne versò largamente indosso alla
cameriera, la quale non sapeva più se ridere o piangere.
- Senti che buon odore! La mamma ha detto che va
bene! Ti piace questo odore? Faccio come quado «piovava». Tu credevi che
«piovasse»? E invece è buon odore!
|