III.
Non appena furono nell'atrio, adagiati nelle
poltroncine di vimini, innanzi a una piccola tavola intorno alla quale Morella
s'affaccendava a versare il caffè, Lorenzo si decise:
- Ecco dunque la notizia: ho comperata la casa
di Mariano Frigerio.
Morella si lasciò sfuggir dalle mani le pinzette
dello zucchero e si rivolse al marito:
- Dici per ridere? - chiese.
- No, davvero: ho comperato la casa del
Frigerio, e ora andremo ad abitare là. Anzi, io vi abito da una settimana....
La donna presentò la chicchera a Edoardo e tornò
a sedere.
Tutti gli altri tacevano, attenti a studiare la
fisionomia impenetrabile di Morella; e approfittando della pausa, Lorenzo
continuò:
- Ti troverai benissimo. Io ho messo in ordine
il mio appartamento; pel tuo ti darò carta bianca. Edoardo ha già detto che tu
farai tutto magnifico, un salottino magnifico, una sala da pranzo magnifica,
una camera da letto magnifica, e io starò a vedere e ad applaudire.... Del
resto, si trattava d'un affar d'oro, che non potevo rifiutare: ho avuto la casa
per un tozzo di pane, ed è una bella casa. Tu ti lagnavi di non avere giardino;
ora, abbiamo anche il giardino, che potrai curare, abbellire, arricchire, a tuo
capriccio.... I soli mobili rappresentano il prezzo d'acquisto; io non
m'intendo molto di queste cose, ma mi sembra che il piano a coda, per esempio,
venga da una fabbrica celebre, e costi un tesoro.
Morella si alzò, e senza rispondere, uscì
dall'atrio, abbandonando sul tavolino le rose.
Seguì un lungo silenzio molesto. Poi Edoardo
disse:
- La tua signora è malcontenta.
- Sembra anche a me! - confessò Lorenzo con tale
candore, che un sorriso apparve sulle labbra del Falconaro.
- E ha ragione, - interloquì Isidora. - Come
potrebbe esser contenta di viver fuori di porta Ticinese, in esilio, fuori del
movimento e della vita elegante? Per arrivare alla piazza del Duomo, o sul
Corso, dovrà percorrere venti chilometri.
- Non c'è la carrozza? - interruppe Lorenzo. -
Non abbiamo i cavalli?
- E tu pensi che uscirà tutti i giorni in carrozza?
- replicò Isidora. - Dei cavalli ha paura.
- Glie ne comprerò un altro, quieto come una
pecora, uno di quei roani che le piacciono. Ma ti dico: non potevo rifiutare
un'occasione eccezionale.
Isidora scrollò leggermente le spalle.
- Per la tua occasione eccezionale hai
sacrificata Morella! - disse con severità.
Federico ascoltava stupito sua moglie, la
quaglietta, che di repente accalorata, osava esprimere un'opinione con tanta
animosità.
- Dora! - egli esclamò. - Che ti viene in testa?
Chi ti ha dato il diritto d'intrometterti e di biasimare?
La donna sentendo d'aver torto, e quasi
risvegliandosi d'un tratto, si fece di porpora in viso, e rannicchiatasi nella
poltroncina, si versò un'altra chicchera di caffè per nascondere la sua
confusione.
- Come vi dicevo, - ripreso Edoardo, che voleva
tagliar corto, - la colpa del fallimento è tutta del Bianchi. Non ha mai avuto
occhio nè polso, quell'uomo. Sono alcuni mesi, investiva un capitale nelle
azioni della «Monopole» che a distanza di pochi giorni subivano un tracollo di
dieci punti....
Si fermò: un fruscio di sottane lo fece
rivolgere. Morella rientrava, calma e sorridente, in mano una rosa, così
densamente rossa, che pareva quasi nera.
- Ecco il fiore che le conviene! - disse,
avvicinandosi a Edoardo, e porgendogliela.
- Vuole mettermela all'occhiello? - pregò
Edoardo.
La donna gli si avvicinò meglio per obbedire; in
quell'istante in cui gli infilava il fiore nella giacca, egli potè osservarla
bene, e si accorse che un segno amaro le rimaneva agli angoli della bocca e che
i suoi occhi avevano la lucentezza delle lagrime recenti.
- Ora andiamo a fare un giro in giardino.
Volete? - propose Morella con voce allegra.
Tutti si alzarono immantinente, e la seguirono.
Adorno, sul davanti, di graziose aiuole con pianticelle
multicolori, chiuso dal muro di cinta, che i fiori cremisi della madreselva
coprivan quasi per intero, il giardino si stendeva dietro la villa. Gli alberi
poderosi di fusto intrecciavano il fitto fogliame, creando mobili vôlte sopra i
viali serpeggianti; era un mare di verde in tutte le sfumature, dalla più
chiara alla più cupa, su cui spiccavano i fastosi colori dei rosai fioriti, che
sprigionavano fiotti di profumi.
Edoardo conosceva il giardino, da lui visitato
altre volte, ma ascoltava le spiegazioni di Morella, aggiungendo le sue
osservazioni e ragionando in un modo che la faceva ridere.
- È troppo ignorante, Falconaro! - ella protestò
a un tratto. - Ha scambiata una magnolia per un pioppo. Pioppi non ne abbiamo
in giardino.
- Se le presentassi il listino della Borsa, -
egli rispose, - lei farebbe la figura che faccio io davanti alle magnolie.
- Ma non è lecito, non è lecito credere che un
pioppo abbia questo bel fogliame lucido e questo bel tronco! - disse Morella.
- Il tronco del pioppo è bellissimo! - rimbeccò
Edoardo alzando le spalle.
Egli la scandalizzava con una sicurezza, con
un'indifferenza, che a lei parevan maravigliose. Isidora e Federico li seguivan
ridendo.
Ultimo veniva Lorenzo, taciturno. Aveva capito;
Morella non avrebbe più detto parola della casa nuova; quel silenzio sdegnoso
in cui si richiudeva, quel dispregio della discussione, quel muto orgoglio pel
quale sembrava ella dicesse che nessuno poteva giungere fino a lei, irritavano
sordamente Lorenzo, che avrebbe preferito una tempesta di rimbrotti, una
raffica di lagni.
Allungò il passo e si mise al fianco della
moglie, tentando di riprendere il discorso.
- Se qualche albero ti è caro, - disse, -
possiamo farlo trasportare e trapiantare a Milano....
La donna lo guardò sorpresa, poi mormorò, breve:
- Non importa!
Si volse a Edoardo e seguitò con voce più dolce:
- L'orto non l'ha visto mai? Vuol vedere?
Lorenzo l'avrebbe battuta, perchè almeno
gridasse, si divincolasse, perchè dimostrasse un sentimento qualunque; e non potendo
contener la furia che lo faceva tremare, allungò la mano, strappò il ramo d'una
acacia e si mise a pelarla.
Imbruniva. Giunsero all'orto, per un vialetto
tortuoso in fondo al giardino quando poco si poteva vedere, e poco si
trattennero. Morella accennò con la mano a peschi, a mandorli, a ciliegi,
questi curvati dalla soma dei frutti carnosi.
- Le ciliegie colte sull'albero fresche fresche
sono squisite, - disse Morella. - Io vengo qui la mattina, e ne faccio strage.
Erano giunti presso una vasta cisterna a
muratura, entro cui si raccoglieva l'acqua irrigua, fonda parecchi metri,
coperta da uno strato verdastro, tutta sonora pel gracidìo dei ranocchi.
Lorenzo non vide il rialzo che la proda della cisterna faceva sul terreno
circostante, incespicò e fu trattenuto bruscamente dalle mani di Edoardo, che
prima di ogni altro aveva notato il pericolo.
- Ti ringrazio, - disse Lorenzo. - Per poco non
finivo tra le rane!
Morella non s'era accorta del rischio; Federico
e Isidora non parlarono; e lentamente tornarono tutti verso la villa, mentre un
silenzio augusto sì stendeva sulla campagna, e le lucciole tra il verzume opaco
andavano danzando.
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