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Luciano Zuccoli
Farfui

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  • PARTE PRIMA.
    • VI.
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VI.

 

Avvenne nel ritorno un fatto impreveduto, che diede a Morella, un'idea strana e nuova di Edoardo Falconaro.

Egli aveva ripreso a discorrere della casa, desiderando che la giovane non giudicasse male Lorenzo, e non lo accusasse di avere speculato sul disagio finanziario di Mariano.

- Mariano gliel'ha voluta accoccare per forza, - diceva. - Lorenzo, per finirla, gli ha offerto poco più della metà di quanto Mariano chiedeva, e Mariano ha accettato subito.... Che doveva fare Lorenzo? Regalargli le altre quindicimila lire? Ritirare la parola?

- Non doveva nemmeno discutere, - affermò la donna. - A qualunque prezzo, la casa non si poteva comperare, per mille ragioni.

- Mariano è un vecchio conoscente di Lorenzo; si pensa male d'una persona, talora, ma non glielo si dice, e non lo si mette alla porta perchè vi offre di comperare....

S'interruppe, repentinamente.

- Ha udito piangere? - disse.

- Sì, è un bambino, - rispose Morella dopo un istante d'ascolto.

- Dove sarà? - chiese di nuovo Edoardo.

Inquieto, volgeva l'occhio intorno.

- E laggiù, nel campo! - indicò la giovane, stendendo la mano ad accennar poco lungi.

E ancora non aveva finito, che Edoardo s'era già allontanato frettolosamente in quella direzione.

Morella lo vide chinarsi sull'erba alta, parlare, rialzare un bambino che piangeva con dirotta foga.

Ella lo raggiunse.

- Si è fatto male, - le annunziò Edoardo. - Veda questa manina!

Si piegò sui ginocchi e andò studiando la destra del piccoletto che per la sorpresa di vedersi innanzi il signore sconosciuto aveva subitamente cessato di piangere. Caduto con una ampolletta di vetro, s'era tagliato il palmo della mano, da cui gocciolava copioso il sangue.

- È Poldo, il figlio del mio contadino, - fece Morella. - Non aver paura, non è niente, Poldo.

- Bisogna lavargli la ferita, che è tutta sporca di terriccio, - seguitò Edoardo.

- Per questo viottolo, in fondo presso la quercia, c'è una fontanella, - suggerì la donna.

E rimase stupefatta vedendo che, senza esitare, Edoardo sollevava il bimbo tra le braccia, e se lo portava quasi di corsa verso la fontana; alcune goccie di sangue gli imbrattarono i calzoni bianchi. Ma anche più bizzarro a Morella parve il contegno del bambinetto, che aveva quattro anni, e scuramente ritroso con tutti e restìo, dimostrava per Edoardo una fiducia da vecchio amico.

Essa li ritrovò presso la fontana, assorti nella facile cura; lavata attentamente la ferita, Edoardo la fasciava col suo fazzoletto, un allegro fazzoletto dal margine porpureo, che piaceva molto al bambino, il quale lo fissava con ammirazione.

- Ora va a casa! - disse Edoardo, mettendogli una mano sulla spalla. - E tieni il fazzoletto così, che è tuo; non lasciarlo toccare a nessuno.

Poi a guisa di viatico gli diede un soldo, col quale il piccolino s'avviò a passi scarsi, per volgersi di tanto in tanto a rimirare con gli occhioni il grande signore ignoto.

Morella non sapeva come nascondere la sua maraviglia; lodare era ridicolo, e tacere impossibile. Disse a fior di labbra, celiando:

- È diventato sentimentale, Falconaro?

Ma Edoardo le ruppe la parola in bocca; sprigionò dagli occhi un di quegli sguardi metallici che bruciavano, e si mostrò veramente in quell'attimo l'uomo duro e deciso di cui aveva fama.

- Lei non sa! - disse con voce ruvida.

 

 

 




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