XX.
Quella sua casa lo tirava a forza, come roba
perduta per sempre, gettata per capriccio e rimpianta invano. E la guardò di
fuori; era tuttavia dipinta in giallo, e aveva tuttavia le persiane verdi; ma
rinfrescati l'un colore e l'altro e, gli pareva, in tono più smorto. Dal
muricciuolo di cinta, spiccavan su gli alberi che gli erano amici e che solo
pochi mesi addietro lo riparavano alla loro buona ombra.
Entrò, e diede un'occhiata alla vasca dalla
proda in terra cotta tutta coperta d'edera; e ai pesci dorati, suoi amici come
gli alberi.
Andò innanzi, varcò la soglia della casa.
A sinistra s'apriva la sala da scherma, che un
giorno era stata un vasto salotto; e a destra eran due camere, per l'alloggio
del portiere e della sua famiglia.
Il portiere era un facchino di Lorenzo, un
vecchio caporal maggiore di cavalleria, aitante della persona, fedele, e poco
incline alla chiacchiera. Si chiamava Adelmo e conosceva bene Mariano, da
quando Mariano aveva capitanata la guerra dei mercanti contro Lorenzo.
Alla scala, i cui gradi erano interamente
coperti da un molle tappeto, era stato tolta la vecchia ringhiera e messa una
nuova, dai balaustri semplici ed eleganti in ferro battuto. All'uno e all'altro
lato eran due brevi e tozze colonne di marmo venate di rosso, sopportanti
grandi vasi di color cupo, con piante verdi. E lungo la parete su pel giro
della scala, eran quattro pannelli di cuoio lavorato, rappresentanti Europa,
Africa, Asia, Oceania.
- E non c'è l'America? - osservò Mariano al
portiere che l'accompagnava. - Eppure è stata scoperta già da qualche anno.
Adelmo non rispose che sorridendo, e salì a
precedere il visitatore.
- Chi ha fatto queste novità? - chiese Mariano.
- La signora. Ha cambiato e sta cambiando
tutto....
- Viene spesso qui?
- Viene una volta o due la settimana, ma per
pochi minuti, a dare un'occhiata. Sono io incaricato di sorvegliare e di fare
eseguire gli ordini.
Mariano si fermò a metà della scala, sorpreso.
Come mai? Lorenzo gli aveva detto che Morella
veniva in città e vi si tratteneva dal lunedì al giovedì per preparare la casa;
e in casa non si faceva vedere che pochi minuti, una o due volte la settimana!
Dove passava il suo tempo? Che cosa faceva a Milano, se non era là, tra gli
operai e i fornitori?
Ma Adelmo aveva seguitato:
- Oggi verrà, forse. L'aspettavo ieri, ma non si
è vista.
- Falconaro, Falconaro, Falconaro! - borbottò
Mariano tra i denti.
Al primo piano era una larga anticamera, ancora nuda,
a cui seguivano un salotto e la sala da pranzo. A destra l'appartamento di
Lorenzo; a sinistra, di Morella.
Mariano riconobbe il suo piano a coda, la tavola
rettangolare intarsiata di madreperla, i divani coperti di broccati d'oro a
fiorami rosei; e vide per la camera di Morella altri mobili nuovi in istile di
Luigi XIV, uno stile che a lui era insopportabilmente sgradevole. Le porte
erano state ridotte ad arco e le sopraporte cambiate per dare carattere
all'appartamento.
- Ma se ha deciso di far tutto in questo stile,
- non potè trattenersi dall'osservare Mariano, - la tavola intarsiata e i
divani e anche codesto piano non vi potranno entrare.
- Non lo so, - rispose Adelmo. - Il piano e la
tavola e i divani, la signora non li vuole....
- È giusto.
- E non li vuole neppure il padrone, perchè dice
che non suona il piano, lui, e che tutto il resto è troppo ricco.
- È giusto, - ripetè Mariano. - Non li vuole
nessuno; potrebbero restituirmeli....
Si avvicinò a' suoi mobili, passò la mano
dolcemente sulla superficie levigata e specchiante del piano, e borbottò:
- Povera roba!...
- Questa è la camera da letto della signora, -
continuò Adelmo, spingendo i battenti d'una porta al termine del corridoio. -
Non è ancora finita.
Morella aveva scelto la camera ch'era stata un
giorno di Mariano; la più chiara, la più tranquilla, con le due finestre
prospicienti il giardino, come a Villa Mora; ma mentre quella, in istile
Impero, era tutta intonata a un verde pallido, questa aveva la tappezzeria
color di lilla, su cui spiccava violentemente il fondo cremisi del letto; un
letto dalla ricca testiera, con grande baldacchino e coltrine pesanti di
velluto pur cremisi trattenute da larghi nodi intrecciati d'oro. Una balaustra
di legno scolpito chiudeva il rialzo su cui il letto posava, fiancheggiato da
due poltrone col fondo uguale alla tappezzeria.
A terra Mariano vide ancora anfore di marmo
decorate in bronzo dorato, e torciere in legno scolpito con putti di sostegno;
e in un angolo la pelle bianchissima d'un enorme orso.
- Qui bisogna mettere le sopraporte, - spiegava
Adelmo, - e far le pareti a riquadri, coi medaglioni per ogni riquadro, e
festoni lungo lo zoccolo....
- Ma ci vorrà un anno a preparar tutto questo! -
interruppe Mariano. - E frattanto dove abita e dove dorme?
- Nel suo appartamento di via Bigli, - rispose
Adelmo. - Lo ha conservato quasi intatto; questa è tutta roba nuova.
- Quattrini a fiumi, - mormorò Mariano. - E
spesi male. Io Luigi XIV lo avrei mandato al patibolo più volentieri di Luigi
XVI, per il suo stile. Ma qui c'era una porta....
S'era fermato innanzi all'arco che dalla camera
di Morella conduceva in una cameretta, la quale in altri tempi aveva servito da
spogliatoio e da bagno.
- La signora l'ha fatta togliere, - disse
Adelmo, - perchè desidera che le due camere siano in comunicazione diretta,
senza usci; e pel bagno destinerà l'altra camera, quella che prima serviva da
studio.
- In comunicazione diretta? - ripetè Mariano. -
O con chi deve comunicare, se nessuno dorme là? Che intenda mettere Lorenzo in
questo camerino?
- Il padrone ha per sè l'altro appartamento -
rispose Adelmo.
- Ma questa è una canestra, - seguitò Mariano
guardando nella piccola camera. - E sarà stile Luigi XIV anch'essa,
naturalmente. Han già mutato il soffitto.... Grazioso, però.... Sembra il
cielo.... Sembra il cielo d'una culla....
Si battè la fronte, percosso da un'idea, che la
parola stessa gli aveva suggerito. Non poteva essere altrimenti; quei
preparativi di comunicazione diretta, con un personaggio ancora sconosciuto
eran chiari.
- È incinta, - pensò Mariano. - Dopo Luigi XIV,
il marmocchio! In verità, tutte le donne si somigliano, e almeno Stella non
conosce per Luigi che il guattero del caffè. Non è XIV, ma puzza bene di
risciacquatura.... Oh guarda, è incinta!... E quel bravo Lorenzo sta in
magazzino a sforacchiare il formaggio....
Adelmo gli mostrò ancora il salotto e la sala da
pranzo, che aveva visto prima alla sfuggita; ma il Frigerio ormai era stufo.
Quella profusione di denaro lo irritava; parecchi oggetti ch'egli aveva scorto
qua e là, come un certo cofano le cui decorazioni mirabilmente sobrie
incorniciavano una allegoria della guerra e della pace, e un certo specchio
antico in quercia scolpita e dorature, avevano un pregio straordinario, e non
dovevano servire che al capriccio forse fuggevole di colei che Mariano credeva
amante di Edoardo.
In altri tempi, non angustiato dal bisogno di
denaro e non avvilito dall'amore d'una donna comune, egli avrebbe gustato quel
lusso; ma ormai ad ogni passo si sentiva obbligato a un confronto tra la vita
ch'egli conduceva e la vita di colei che, se non era l'amante di Edoardo, era
pur sempre la moglie di Lorenzo, del suo competitore vittorioso.
Al quale in un momento di pressa e di panico, di
bisogno e di debolezza, aveva venduta la casa, rimettendovi quasi un terzo del
valore, come poco prima gli aveva venduto un cavallo a prezzo disperato.
E la sua casa, con quell'invasione di Luigi XIV,
era irriconoscibile.... Egli l'aveva amata, la sua casa, come aveva amato quei
mobili, che nessuno più non voleva; e se ne uscì a passi corti, a testa bassa,
meditabondo, voltandosi a guardare la facciata modesta e graziosa e a seguir
con gli occhi l'ondulamento lento delle vette de' suoi alberi.
- Vengo da te questa sera? - gli domandò Stella,
quand'egli comparve al caffè per l'ora di pranzo.
- Senza dubbio, - egli rispose, - ti aspetto.
Mangiò con appetito eccellente, e raccontò
parecchi aneddoti, facendo sbellicar dalle risa gli amici che sedevano agli
altri tavolini.
Poi sul tardi se ne andò a casa ad aspettare
Stella.
Fischiettava, uscendo, con le mani nelle tasche
della giacca, il bastone ricurvo appeso all'avambraccio sinistro, la sigaretta
pendente dal labbro inferiore.
Stella giunse dopo mezzanotte, felice per
l'ameno carattere dell'amico e per la bella nottata che si riprometteva in quel
capace letto veneziano, il quale le ispirava un'ammirazione sconfinata.
Ma nel varcar la soglia inciampò in qualche
cosa; e con un brivido di terrore pensò che doveva essere qualche cosa di ben
fragile, perchè la punta del suo piedino l'aveva mandato a rotolare in un
angolo, dove risonò un orrendo tintinnìo.... Era una coppa, non poteva essere
che una coppa, forse con un volo di civette....
E vedendo che Mariano si drizzava in piedi, ella
non ebbe il coraggio d'aspettar la tempesta; volse le spalle, richiuse l'uscio,
corse giù per le scale, si buttò fuori....
Mariano fischiettando andò a coricarsi solo, con
un sospiro di soddisfazione, nel letto capace, soffice, voluttuoso.
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