V.
Edoardo Falconaro non s'attendeva allo
spettacolo che le due camere di via Passerella, ultimo rifugio del dissipatore,
dovevano offrirgli.
Mariano era assente, ed Edoardo fu ricevuto da
un donna, avvolta in un broccato antico, sotto il quale, probabilmente, ella
era nuda. La purezza dei lineamenti e l'ardore dello sguardo dicevano ch'era
stata bella, che forse era bella ancora; ma i disagi e le notti insonni stavano
distruggendo le grazie del corpo e stendendo su quel volto una maschera
d'angoscia e d'umiliazione. I capelli rossastri le sfuggivan pel collo e per le
spalle fino alle reni col veemente impeto d'una fiammata incontenibile.
- Mi scusi, - disse Edoardo, vedendo che la
donna, colta alla sprovvista, tratteneva sul petto il manto di broccato perchè
non le scivolasse. - Io desiderava parlare con Mariano Frigerio.
- Mariano sta qui, - ella rispose. - Ora mando
subito a chiamarlo; dev'essere giù, al suo solito ritrovo. S'accomodi, intanto.
- Mi dispiace d'essere così importuno, - seguitò
Edoardo, - ma io credeva che il mio amico fosse solo....
La donna rise, e ficcò gli occhi brucianti in
faccia al signore, nel quale, da mille piccoli particolari subito notati, aveva
subodorato un ricco.
- Non si confonda, - rispose. - Io ho ancora le
mie abitudini d'artista, e mi levo tardissimo....
E rise ancora; quel riso forte, quasi insolente,
se pur null'altro lo avesse fatto avvertito, diceva a Edoardo che la femmina
apparteneva al genere preferito da Mariano: corista, «chellerina» o cantante da
caffè.
Edoardo sedette in una poltrona di cui udì lo
scricchiolio; ma s'accorse in pari tempo che, invece di correre a chiamar
Mariano, la donna seguitava a stargli innanzi, e il manto cominciava a
scivolare in modo da svelar la sommità delle mammelle bianche e leggermente
venate.
- Abitudini d'artista, sa? - ripeteva la
femmina, mostrando nel riso una fila di bei denti tra le labbra sensuali. -
Abitudini libere, franche, senza cerimonie.... Forse anche lei se ne intende,
perchè gli uomini del suo grado non si lasciano scappar le occasioni, e tra le
artiste le occasioni sono più facili e più, come si direbbe? gustose.
Edoardo ascoltava, imperturbato, prevedendo che
indi a poco sarebbe stato costretto a difendersi per non fare ingiuria all'uomo
ch'egli era venuto a soccorrere; e rideva fra sè dall'avventura.
- Cara
signora.... - disse.
- Signorina, - corresse l'altra sfrontatamente.
- Cara signorina, io devo parlar con Mariano, e
se non c'è, posso tornare, perchè ho poco tempo.
- Vado, vado, - rimbeccò la donna,
allontanandosi con una occhiata velenosa.
E lasciato Edoardo, uscì sul pianerottolo, dove
risonò a lungo la sua voce, che chiamava:
- Caterina, Caterina, Caterina!
La donna faceva parte di quelle «complicazioni
speciali» di cui Mariano aveva parlato con Edoardo; e questi, rimasto solo,
girò l'occhio attorno per vedere quali oggetti potesse comperare.
Egli stava considerando certe porcellane cinesi
ch'erano sopra la caminiera, quando il suo orecchio fu ferito da un lagno, da
un miagolìo, che via via si faceva più lungo ed acuto. Edoardo si volse stupito
a guardare e non vide nulla; guardò in su, a terra, si sporse dalla finestra
indarno; e finalmente notò che sul gran letto veneziano qualche cosa si moveva
di sotto a una coltre gettata attraverso il piano del letto.
Edoardo s'avvicinò e alzò un lembo.
- Per bacco! - esclamò ad alta voce. - La
signorina ha fatto un figlio!...
Ma il sorriso gli morì sulle labbra, vedendo
quel povero marmocchio interamente nudo, macilento, con gli occhietti lucidi di
febbre; contava appena qualche mese di vita, era tutto pelato in testa e il suo
corpicino aveva un color giallastro come fosse stato plasmato nel sego o nella
cera.
Edoardo e il bambino stettero a fissarsi un
attimo; poi il bambino riprese il suo miagolìo, e l'uomo non osò ricoprirlo,
temendo che la coltre lo soffocasse.
Ma in quel momento la porta si aperse, e la
donna tornò.
- Bisogna che vada io a chiamarlo, - disse. -
Caterina non c'è; volevo mandar lei....
S'interruppe, scorgendo Edoardo presso il letto.
- Oh mi scusi! - esclamò. - Le dà disturbo? Lo
lasci strillare.... E una seccatura; non sa far altro....
E volgendosi al fantolino, quasi potesse
comprenderla, soggiunse:
- E tu, avevi proprio bisogno di farti
conoscere, stupido? Non potevi tacere un momento?
Poi d'un tratto, allentò le mani che
trattenevano ancora il drappo attorno al suo corpo, e rimase completamente
nuda.
Edoardo aveva conosciuto molte femmine e s'era
dilettato di leggère conquiste; ma non gli era avvenuto mai d'imbattersi in
una, così spudorata e procace. Quella gli era innanzi, tutta nuda, tranquilla e
franca come fosse stata sola; e l'uomo la squadrava con un senso di maraviglia
di cui ella pareva divertirsi.
Infilò una camicia, sopra la camicia una
vestaglia scura, e senza più dir parola, offesa certo che neppure la sua nudità
avesse potuto smuovere il visitatore, uscì di nuovo.
Edoardo riprese a considerare le porcellane,
accompagnato nel suo esame dal lagno incessante del bambino, il quale agitava
le mani minuscole serrate a pugno, e di tanto in tanto se le dava sugli occhi e
sul naso, non sapendo muoverle.
Quella miseria, quel disordine, quella infamia
di vita delle quali aveva le prove umilianti, quel disdoro e quella disonestà
che parevan trasudar dai muri stessi della camera in cui si trovava, avevano
stimolato nel cuore d'Edoardo una malinconia amara. Egli non sapeva comprendere
come un uomo fosse potuto discendere così basso, e ne sentiva compassione ed
ira nel medesimo tempo.
- Aveva indovinato Morella, - egli pensò. -
Costui è capace di tutto.
Un risonare di voci confuse sul pianerottolo
interruppe il filo del suo pensiero, e un istante dopo la porta si spalancò e
Mariano comparve, seguito dalla donna.
- Oh che bella sorpresa! - esclamò Mariano. -
Non mi aspettavo l'onore d'una tua visita.... Mi dispiace che tu abbia trovato
ogni cosa a soqquadro.... Ma Livia si alza tardi ed è pigra.... Hai fatto anche
la conoscenza di mio figlio.... Non è bello come Aquileio, ma è piccino, e si
può sperare....
Egli parlava a denti stretti, cercando
scherzare; nel contegno e nella voce tradiva però un impaccio vergognoso, di
cui Edoardo gli fu quasi grato, quantunque il sentir nominare Aquileio in
quell'ora, e in quel luogo lo offendesse.
- Ascoltami, Mariano, - egli cominciò. - Io ho
pensato....
Ma non potè finire.
- Andiamo nell'altra camera, se non ti dispiace,
- disse Mariano prontamente. - Qui non si potrebbe parlare a nostro agio, e
Livia deve dare il latte a Fausto.... Si chiama Fausto.... Ti piace questo
nome?
Edoardo abbozzò con la testa un breve saluto
alla donna, che dagli occhi ardenti sembrava vigilare le mosse e i gesti dei
due uomini; e preceduto da Mariano, il Falconaro passò nella camera attigua.
Ebbe tuttavia il sospetto che la femmina stesse alla porta a origliare, e
durante il colloquio parlò a voce bassa.
- Ho pensato, - egli riprese, - che è inutile
ricorrere a Tito Bardi per la compera dei tuoi oggetti d'arte, e che potrei
comperarli io, senz'altro. Che te ne pare?
- Mi pare che tu sei un grand'uomo, un vero
genio! - esclamò Mariano con gioia. - Così sono sicuro di non essere strozzato....
Vedi; io ho bisogno di denaro.... Ti ho condotto qui perchè certe cose è meglio
dircele tra di noi, specialmente quando si tratta di quattrini.... Hai visto?
L'avevo lasciata, Livia, andando a Parigi, e poi l'ho ripresa, e ora sono
padre.... Io ho in odio le donne prolifiche, e paf! me ne capita una, che mi
regala quel mostro! Volevo metterli alla porta tutti e due.... Ma noi siamo
sentimentali; per Livia m'importava poco; poteva fare strada senza di me; è una
bella giovane; hai visto che capelli? Mi son trattenuto pel bambino.... Ti
dico; sono un sentimentale; è nato: bisogna tenerselo e allevarselo, nutrirlo
ed educarlo.... E me lo son tenuto, e ho tenuto anche sua madre, per il
latte.... Io il latte non posso darglielo; non ne ho.... E così, eccomi padre,
con due persone da mantenere, anzi tre, perchè ci sono anch'io. Gli affari
vanno male, caro Edoardo; non c'è danaro in giro, e quello che c'è, non si
lascia vedere.... Dunque, bisogna cavare sangue dalle rape.... Ora venderò
questa roba.... Ah se Lorenzo Moro mi avesse pagata la casa a prezzo giusto!...
Quindicimila lire; un patrimonio, una fortuna!... Scusami; so che non vuoi
sentir parlar male di Lorenzo; hai ragione, sei un vero amico.... Come sta
Aquileio?... Ma credi che Lorenzo mi ha strozzato.... Scusami, la lingua batte
dove il dente duole.... Ah ti assicuro che la lezione mi gioverà! Voglio
lavorare.... Lavorerò.... Tu non avresti da indicarmi una professione?... Bene;
di questo parleremo più tardi.... Che ti pare, che il mio Fausto possa diventar
bellino come Aquileio?... Sai che Aquileio è un capolavoro?... Quel Lorenzo,
quel Lorenzo, com'è fortunato!... Lui così brutto e volgare, ti ha messo lì un
bambinetto che è un amore.... Ci penso da quando l'ho visto.... E vestito di
tutto punto.... Se potessi vestire anch'io Fausto a quel modo.... È vero che
sua madre non è la signora Moro.... Livia è un bruto; non sa vestirsi neppur
lei; è stata abituata a svestirsi, piuttosto, e sul palcoscenico aveva certi
abiti, lunghi un dito.... Eccoti dunque ciò che io venderei....
Edoardo aveva ascoltato con molta longanimità lo
strambo discorso, fingendo di non aver compreso certe allusioni e certe ironie
mal celate che lo ferivano....
Mariano indossava un vecchio abito nero sopra
una camicia molle, senza colletto; era d'un pallore spettrale, macero, coi
pochi capelli giallastri appiccicati sul cranio come fosse uscito da un tuffo
in acqua; un vinto, un uomo sperduto nella esistenza, al quale il colorito e
quei capelli madidi davano una sinistra espressione d'annegato, quasi il mare
l'avesse gettato alla sponda a guisa di rottame.
E per ciò Edoardo ascoltava pazientemente e
anche sorrideva qualche volta con cortesia, pensando che non metteva conto di
rilevare i sottintesi del suo discorso.
Mariano fece sfilare innanzi agli occhi del
Falconaro gli oggetti che desiderava vendere, coppe, candelabri, pendole, vasi
dì porcellana, piccoli bronzi; ed Edoardo metteva da un lato, a mano a mano
quelli che gli parevano di carattere meno incerto e sospetto....
- Caro mio, - egli osservò, - i tuoi bronzi sono
belli, ma tutti indecenti. Dove vuoi che io li metta?
- In casa; non sei scapolo? - ribattè Mariano. -
Se ricevi delle donne, non saranno mica collegiali o suore di carità.... Capisco;
non avrai tra i piedi una Livia o una Claudina o una Fifì, ma in un dato
momento tutto le donne si somigliano; e le tue amiche verranno da te per lo
stesso motivo pel quale le mie vengono da me.
Edoardo non volle discutere, e quando ebbe
raccolto in un angolo gli oggetti che intendeva comperare, ne chiese il prezzo;
trasecolò, udendo che Mariano gli domandava ottomila lire.
Egli non li aveva in quei giorni, pronti da
gettar per la finestra; stava ancora rimediando allo conseguenze dell'ultima
raffica, e il denaro gli costava lavoro e fatica. D'altra parte pensava che
sommettendosi docilmente a quella specie di ricatto, avrebbe dato anima al
ricattatore e gli avrebbe fatto comprendere che lo temeva.
Scosse la testa e sorrise:
- Sta bene, - disse. - Tu non vuoi essere
strozzato; ma io desidererei che tu non strozzassi me.
- Che cosa ti passa pel capo? - esclamò Mariano,
offeso. - Non ti chiedo un centesimo di più di quanto avrei chiesto
all'antiquario!
- Sì, ma l'antiquario ti avrebbe risposto con un
sorriso, - obiettò Edoardo. - Del resto, non perdiamoci in parole. Io, ottomila
lire non le ho.... Posso spendere duemila lire.... Dammi per duemila lire ciò
che tu puoi darmi onestamente a tal prezzo....
Mariano ruppe in una risata.
- Non hai ottomila lire, tu? - egli disse. - Un
uomo che possiede cavalli e carrozze...?
- Mariano! - tuonò Edoardo, mandando un lampo
dagli occhi e facendo un passo.
L'altro comprese....
- Ti domando perdono, - egli balbettò, piegando
la schiena a radunar gli oggetti che stavano ai suoi piedi. - Le disgrazie mi
hanno inacidito e parlo anche quando mi toccherebbe tacere. Se lo dici, non
dubito.... Allora, combiniamo per duemila lire.... Facciamo così: tu mandami
domani un servo e io gli darò la roba; alla sera poi ci troveremo dove vorrai,
tu mi consegnerai il denaro, e io ti lascerò una ricevuta in regola.
- Ma, - osservò Edoardo, - si può far tutto in
una volta sola. Il mio uomo può portarti domattina il denaro, e tu puoi
consegnargli roba e ricevuta.
- No, no, - interruppe Mariano. - Non qui; anzi,
ora, uscendo, dirai che ci siamo intesi per cinquecento lire.... Le donne non
devono mai sapere certe cose....
Edoardo capì; la femmina aveva l'abitudine di
derubare l'amante, e l'amante voleva ingannare la femmina, e scialare tre quarti
della somma al giuoco o con altre donne.
Egli amava il suo bambino, ma la passione
pertinace del tavoliere, ma il libertinaggio, ma l'abitudine delle male
compagnie e delle notti d'orgia lo tenevano serrato come tra le mandibole d'una
tagliuola, ed egli non poteva liberarsene più.
Edoardo, ritornato nella camera vicina, lasciò
dir da Mariano che il prezzo convenuto era di cinquecento lire.
Poi scese ed uscì in istrada.
L'angusta via Passerella senza sole, e più
ancora il Corso Vittorio Emanuele soleggiato, gli allargarono il cuore
lietamente come luoghi di suprema bellezza. Si mescolò alla gente e si lasciò
urtare; si fermò innanzi ai negozii a guardare oggetti d'eleganza per togliersi
dagli occhi la visione di quelle due camere e di quei disgraziati giallastri,
che si dibattevan tra la miseria e la depravazione.
Per duemila lire, Edoardo ebbe alcune coppe, un
paio di candelabri e un bronzo, il cui valore totale raggiungeva forse appena
un quarto del prezzo pagato.
Ma non disse verbo e non ne parlò nemmeno con
Morella Moro, sdegnando di descrivere le bassezze di quello sciagurato, del
quale per qualche tempo non udì più novelle.
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