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Luciano Zuccoli
Farfui

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE SECONDA.
    • X.
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X.

Mariano Frigerio traballò, come avesse toccato un urto poderoso in pieno petto.

Fausto! Morella gli chiedeva di Fausto con quella delicata timidezza, del suo piccolo Fausto, ed era venuta per vederlo! Non credeva a stesso; la donna che un'ora prima egli aveva denunciata a suo marito per vendetta insieme al suo bambino, veniva a confortarlo sorridendo!

Mariano non aveva mai patito tanto; ciò che ancora di buono gli rimaneva nel cuore non interamente perduto e insensibile, si agitava, si commoveva, gli dava un immenso strazio.

- Fausto.... - egli balbettò. - Lei sa di Fausto!... Vuole vedere Fausto?...

- Sì, - rispose Morella un po' sorpresa per così vivo turbamento. - Mi hanno detto che lei ha un figlio.... e che.... in questi ultimi tempi i suoi affari sono andati male.... Non è vero?...

- Fausto è ; dorme! - fece Mariano accennando il letto dietro un lacero paravento.

Morella si alzò subito in piedi, e andò a guardare.

- Dorme, il poverino, - ella disse. - È pallido, ma bello!... È gracile; bisogna averne cura.

Andava fissando il piccoletto, il cui capo riposava sopra un guanciale poco pulito. Il bambino era affagottato in un mucchio di stracci dal cattivo odore; un respiro pesante inframezzato da qualche lamento gli usciva dalle labbra.

Mariano vide che la donna stendeva la mano ad accarezzare lievemente, lievemente, suo figlio, senza ridestarlo; e fattasi animo si chinava a baciarlo piano sulla fronte e sul capo.

- Signora.... - mormorò Mariano. - Signora....

Egli aveva gli occhi offuscati dalle lagrime, e un singhiozzo infrenabile gli strozzava la favella in gola.

Morella lo fissò, esitante; poi, fraintendendo quella terribile commozione, gli disse con la voce vellutata, che sembrava una lunga carezza:

- Non si scoraggi così, signor Frigerio.... Mi hanno mandata a portarle un po' di danaro per il suo bambino.... Non si offenda.... Tutti possiamo aver bisogno.... E poi si tratta di Fausto, e lei non potrebbe offendersi....

Da una borsetta che aveva tra le mani, levò una busta, e la tese all'uomo.

Entrambi stavano dritti a fianco del letto su cui riposava Fausto; Morella elegante e serena nella sua bontà, Mariano ancora ammantellato, il viso contratto dallo spasimo d'un rimorso che non aveva parola.

Ma egli s'irrigidì prontamente e rispose:

- L'hanno mandata? oh, non mi dica bugie pietose!... È venuta lei, per un suo pensiero....

- Non importa, - disse Morella scuotendo il capo. - Questo non importa.... Prenda.... comperi delle legna; qui fa freddo; e molta buona roba per il piccolo.... In pochi giorni può rifiorire.... Prenda!...

Ma l'altro allontanò con la mano la mano guantata che gli si tendeva.

- No, - fece risolutamente. - È impossibile!

Morella gli levò gli occhi in faccia, interrogandolo, stupita e offesa.

- Signora, è impossibile! - ripetè Mariano. - Non mi domandi perchè. Lo saprà più tardi. Non posso accettar nulla da lei.... Signora, per carità, non me ne chieda la ragione!... Io le raccomando il mio bambino.... Sì, egli può accettar tutto; egli è innocente.... Glielo raccomando.... Ma io non posso accettar nulla da lei.... Io ho commesso un delitto, poco fa.... Ma non sapevo ciò che facevo.... Via, bisogna dir tutto: avevo fame, il mio Fausto aveva fame, e sono stato offeso e cacciato.... Ho perduto la testa....

La giovane ascoltava, quel balbettio, pensando che Mariano fosse travagliato dalla febbre e che farneticasse repentinamente; e lo fissava, scombuiata e sorpresa.

Mariano indovinò quel che passava per il capo della sua visitatrice.

- Si domanda se io sono pazzo, non è vero? - egli seguitò. - No, non sono pazzo.... Vorrei esserlo.... Ora capisco ciò che non avevo capito mai, ma è tardi, è troppo tardi.... Signora, permetta che io le baci le mani....

E prima ancora che Morella pensasse a difendersi, si sentì afferrate le mani, e coperte di baci così caldi, che le parvero traversare i guanti e bruciarle l'epidermide. L'uomo singhiozzava quasi in ginocchio.

- Io non capisco, - ella mormorò, allontanandosi un poco. - Non so che cosa lei abbia.... Mi parla d'un delitto, non vuol accettar nulla.... Eppure lo ama, il suo bambino, e io sono venuta qui per aiutarlo, perchè non soffra più.... E allora, perchè mi respinge?

- Il mio bambino? Sì certo; glielo raccomando, - ripetè Mariano con la voce velata dalle lagrime.

- Lei lo proteggerà.... Ma non posso accettar danaro.... Sono sceso molto giù, signora, glielo avranno detto; e del resto, lo vede.... Ma più giù non voglio scendere.... Io posso pagare e pagherò....

Morella aveva ripreso posto sull'angolo del divano, e andava considerando l'uomo con attenzione scrutatrice. Le sue parole cominciavano a metterle nell'animo un dubbio, un dubbio atroce, che ella tentava di ricacciare, e che persisteva ad affacciarlesi. Un delitto commesso poco prima impediva a Mariano di accettar danaro da lei.... Che poteva essere?

- Il signor Falconaro, - ella riprese, - mi ha detto che lei ha bisogno di aiuto, ed ora lei mi dice che può pagare?

- Edoardo? - esclamò Mariano, asciugandosi gli occhi. - Anche Edoardo si occupa di me?

- Ho avuto da lui il suo indirizzo. Come l'avrei saputo diversamente? - rispose Morella.

Mariano si sentiva finito. Anche Edoardo! Edoardo e Morella, le due vittime, pensavano a lui, gli mandavano danaro, aiutavano il suo bambino....

L'ambascia straordinaria onde Mariano fu subito invaso accrebbe il sospetto della donna; ma non potè fermarvisi, perchè Fausto si risvegliava piangendo. Ella accorse al letto, prese Fausto tra le braccia, e lo accarezzò, mentre Mariano seguiva la scena con lo sguardo errante dell'uomo che ha perduto ogni senso della realtà.

- Bisogna dargli da mangiare, - disse Morella. - Prenda questo danaro: è poco; mandi a comperare un po' di latte e di pane e di caffè.... Questo danaro deve prenderlo.

Mariano obbedì: prese una moneta d'oro che la giovane gli porgeva, e balzò nell'altra camera.

- Livia! - disse. - Corri giù; va a prendere un caffè e latte con pane....

- Che cosa facciamo? - interruppe Livia. - Quanto rimane quella pettegola? Che cosa sono queste scenate?...

Mariano inoltrò d'alcuni passi, sconvolto in viso, spaventevole, col pugno alzato.

- Se tu dici ancora una parola, se apri bocca, se non vai e non torni come un fulmine, io ti rovescio giù dalla finestra!

Non era una minaccia vuota. Mariano appariva deciso. Livia rabbrividì, e si gettò fuori a corsa.

Il piccolo Fausto s'era quietato subito, vedendo la bella signora che gli parlava dolcemente e gli faceva carezze.

- Ora mangerai la pappa, - ella gli diceva. - Una buona pappa grande, grande....

E il bambino sorrideva, forse per la prima volta in sua vita, al miraggio di quella grande pappa, che aveva desiderato tante volte indarno.

Mariano tornò con un vassoio su cui era il servizio del caffè e latte, e pane e biscotti; e trovò Morella e Fausto che se la intendevano.

Consegnato il vassoio a Morella, si ritirò in un angolo della camera. Morella preparò la pappa, e col cucchiaino, pazientemente imboccò Fausto, che le stava tra i ginocchi, aggrappato con le piccole mani alla pelliccia di lei. Il fantolino divorava, sbirciando dentro alla chicchera per vedere se alle volte non fosse finita la pappa grande; e la gioia per quel po' di ristoro gli traluceva dagli occhi febbrili.

- Ecco! - disse Morella, quando Fausto ebbe sorbite anche le ultime goccie.

Si volse a Mariano e soggiunse, additando il resto del danaro sul vassoio:

- Ora mandi a prendere un po' di legna. Qui c'è la stufa. Il bambino ha bisogno di caldo.

S'interruppe e guardò Mariano che le stava di fronte a capo basso:

- Io non so che cosa fare, se lei non vuole accettar danaro da me. Lei mi ha raccomandato il suo Fausto, io non lo dimenticherò....

- Ora torna a casa? - domandò Mariano improvvisamente.

- Sì, certo.... Le pare strano?...

- No, no!... Mi scusi questa indiscrezione.... Non dimenticherà Fausto?...

- Gliel'ho promesso! - rispose Morella gravemente.

Allora ella fa sbalordita vedendo che Mariano s'inginocchiava, e le baciava, il lembo della gonna.

- Quali pazzie! - esclamò turbata.

E allontanandosi d'un passo, stese la mano all'uomo.

- Arrivederci! - disse con un sorriso.

- Addio, signora! - rispose Mariano, senza stringere la mano che gli era offerta.

Morella baciò Fausto e uscì.

 

 

 




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