II.
Io era stata fino a quel momento
come impietrita dal dolore. Quando, per la prima volta della mia vita, mi vidi
sulla via all'aria aperta, allora finalmente cominciai a comprendere il senso
della scena avvenuta, la quale fino a quel momento io aveva stupidamente
guardata senza intendere.
Chi può esprimere l'impressione
di dolore che mi causò il vedermi fuori del luogo, dove fino a quel momento io
aveva creduto che si chiudesse l'universo! Quella poca luce, che ancora
tramandava il sole a traverso le tenebre che lo circondavano, mi ruppe come un
ghiaccio che mi si era addensato intorno agli occhi, ed io cominciai a versare
lacrime tanto disperate, quanto mai non furono le infinite altre che poscia
sparsi per le più terribili sciagure della mia vita.
La donna intanto, senza punto
scrollarsi, e solo un poco infastidita del mio pianto, mi pose in una maniera
di cesta, ch'era sul dosso d'un asino macro e sparuto, ch'ella aveva lasciato
alla cantonata a mano ritta, propriamente dove è quella grande immagine della
Vergine Annunziata. Quivi, assicuratami con alcune corde che mi segavano tutta
la persona e m'impedivano di cangiare di sito, montò sul basto ch'era
medesimamente indosso all'asino dietro della cesta, e dato a quello d'una gran
mazza nei lombi, c'inviammo in questa forma per la via di san Pietro ad Aram.
Intanto io poveretta, fra
l'incredibile dolore che avevo alla spalla, lo spavento di vedermi strascinare
via da una brutta figura ignota, e l'acqua e il vento che mi battevano sul
viso, mi pensava, nella mia infantile fantasia, di andare a qualcosa di peggio
che la morte: onde il mio piangere era sterminato. Eravamo giunti al Carmine, e
già svoltati per la via della Marina che conduce a Portici, quando la strega
parve di avvertire un istante lo stato mio moribondo e la spalla che io, quanto
la mia età e la tortura in cui era lo consentivano, mi sforzava di accennarle.
Fermato l'asino, parve ch'ella si accingesse a scendere, forse per
disciogliermi ed aiutarmi. In quel momento medesimo veniva di giù a tutta furia
uno di quei calessi che fanno ancora fede qui della durante barbarie. Il quale,
urtato l'asino mentre che la donna ne scendeva, quello, la donna e la cesta
dove io era, gittò malamente per terra e tirò via. Potete giudicare voi, o
padre, s'io ne fossi pesta e malconcia. La donna si leva furibonda, rialza
l'asino, e con infami bestemmie accusando me del sinistro seguito, mi scioglie
un momento, non per sollevarmi, ma per finirmi a furia di battiture; poi mi
legò tanto stretta, quanto le bastò la rabbia, e seguitò il suo cammino.
Sono pochi dì, una povera suora
di questo convento, che l'atrocità de' suoi genitori ha sforzata a seppellire
qui la sua giovinezza, mi diceva che il deliquio era il più gran dono della
natura. Quando il dolore, ella diceva, oltrepassando le forze umane,
ucciderebbe, la natura ci soccorre col deliquio, e ci sospende un momento la
vita per conservarcela.
Ma questo estremo conforto del
dolore mi è conceduto assai di rado. Io sono facile a svenirmi; ma lo
svenimento, togliendomi tutte le facoltà con le quali potrei resistere al dolore,
non mi toglie la conoscenza e il senso di esso. Resto immobile e muta come un
sasso; ma vedo e odo tutto quello che mi avviene intorno, ed assapora sorso a
sorso tutto l'orrore della morte senza ottenerla. Così mi ricordo di aver letto
d'un moribondo, che prima di chiudere gli occhi alle tenebre dell'eternità,
vedeva volteggiargli intorno l'avvoltoio, il quale, come è natura di
quell'animale, attendeva ch'egli spirasse per divorargli le viscere.
Insino da quella tenerissima
età, io ebbi il primo esempio di questo mio sinistro naturale. Perché,
seguitando la donna il suo spietato cammino verso il ponte della Maddalena, e
piovendomi e ventandomi e fulminandomi nel viso, perché s'era il cielo così
sdegnato che mai non fu rovescio d'acqua simile a quello, io non poteva più né
muovermi né piangere, e posso dire ch'io non era più viva; e pure non perdetti
mai il conoscimento.
Giunti che fummo al ponte della
Maddalena, una gran mano di stranieri, gabellieri, birri, grascini ed altre
spie, ci furono tutti addosso. Alcuni diedero di piglio alla donna, e la
venivano tastando e ricercando per tutta la persona. Altri si spinsero addosso
all'asino, frugando nelle bisacce, che gli pendevano da ambo i fianchi, e di
sotto il basto, e per entro un fascio di paglia che gli era in groppa. Un
brutto ceffo fra costoro, con lunghi mustacchi e barbe interminabili, e con uno
di questi sigari in bocca, accostatosi alla cesta dov'era io meschinella, la
sciolse dall'asino e la pose a terra. Vedendo ch'io ero assicurata alla cesta
con infiniti giri di corda, fu infastidito di sciogliermi. Ma non voleva
lasciare intentata quella poca paglia sopra la quale io giaceva. Però,
impugnata una sorta di bacchetta di ferro puntuta e molto somigliante a un
lungo stile, cominciò a ficcarla da tutte le parti in quella paglia, non senza
rischio di passarmi fuor fuora, né senza ferirmi nel petto che n'ho ancora il
margine. E intanto che m'era sopra, pure fumando e dimenando quel sigaro alla
sgherresca, mi cadevano quale sul viso e quale altrove, ch'ero tutta ignuda,
molti minuzzoli della paglia del sigaro ancora ardenti, e mi bruciavano or qua
or là queste misere carni.
La donna non rifinava di gridare
fortissimo, ch'ella non entrava nella città, ma ne usciva per tornare a
Sant'Anastasia dov'ella abitava. Allora uno di quei manigoldi che l'erano
addosso, cavandole una pollastra della tasca:
Oh! perfida maliarda, gridò, non
isquittire più. Tu devi essere impiccata per la gola, perché ci hai la peste
qui dentro. Or non sapevi tu ch'e' v'è la peste a Noia e che le galline ve
l'hanno appiccata? e che però le si debbon tutte lasciare a sergenti della
corte? Ora non ci tornerai a Sant'Anastasia.
Alla vista della pollastra,
tutta quella canaglia fu speditissima a strascinare l'asino, la donna e la
cesta in una stanza terrena perfettamente buia, dove era il maggior puzzo che
si possa immaginare, perché serviva di privato a quei mascalzoni. Stemmo colà
dentro tutto quel giorno e la notte seguente, piangendo e schiamazzando la
donna in un modo assai pietoso. Poco prima che spuntasse il nuovo giorno,
venuta come una maniera di muta al proposto e ad alcuni di quei masnadieri, il
nuovo ufficiale ci lasciò andare alla nostra ventura.
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