Parte, capitolo

 1     1,  29|            che in prima Io vi feci el ponte del mio Figliuolo,
 2     1,  31|    schiavi del peccato.~ Io gli feci arbori d’amore con vita
 3     1,  33|          la chiamo, perch’Io la feci cielo, dove Io abitavo per[
 4     1,  35|   trasse della servitudine sua; feci lui servo per tollervi la
 5     1,  42|       misericordia, le quali Io feci a loro col mezzo del mio
 6     1,  53|         e però che di lui Io vi feci ponte, neuno può venire
 7     1,  62|      vedere. Io, invisibile, mi feci quasi visibile, dandovi
 8     2,  66|         bottiga, della quale ti feci menzione, che stava in sul
 9     2,  84|        secondo e terzo stato ti feci menzione, e sempre torno
10     2,  89|        mio Figliuolo, del quale feci ponte, come decto è.~ Poi
11     2,  93|     della quale al principio ti feci menzione, cioè di coloro
12     2,  93|         e accepti a me;  come feci al glorioso apostolo Pavolo,
13     2,  96|        tre scaloni generali, ti feci menzione, dichiarandoti,
14     2, 100|         l’anima e unitivo Io ti feci menzione. Questi si reputano
15     2, 110| excellenzia, per l’unione ch’Io feci della Deitá mia nella natura
16     2, 123|        facta serva; dove Io gli feci liberi, col sangue del mio
17     2, 124|         me per loro,  come Io feci a te per lo modo che tu
18     2, 132|        Sangue, del quale Io gli feci ministri, ma solo in loro
19     3, 145|          uno stimolo,  com’Io feci al dolce appostolo Pavolo,
20     3, 149|         ti risponderei ch’Io el feci e permissi per farla inebriare
21     3, 151|     bisogno. Alcuna volta te la feci provare in te questa medesima
22     4, 154|         alla promessa che Io ti feci e al desiderio tuo. E se
23     4, 165|      quanto m’era piacevole, vi feci il segno, e compí l’altra
24     4, 166|        desiderio ( come Io ti feci dimandare per farti crescere
25     5,   1|     Poiché fu corretto, e io el feci riscrivare a uno buono scrittore;
26     5,   1|        io gliel donasse, e cosí feci. Diceva che trovava cose
27     5,   2|       da me, Giulio Donati, che feci la detta fatica, rasato
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