S. Caterina da Siena
Dialogo della divina provvidenza

TRACTATO DE LA DISCREZIONE

CAPITOLO XXXV

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CAPITOLO XXXV

Come per questi e per altri defecti si cade nel falso giudicio. E de la indignitá ne la quale perciò si viene.

— E per questo e altri difecti caggiono nel falso giudicio, come di sotto ti distendarò. Sempre si scandalizzano nelle mie operazioni, le quali tucte sonno giuste e in veritá tucte facte per amore e misericordia.

Con questo falso giudicio, col veleno della invidia e della superbia erano calunniate e giudicate ingiustamente l’operazioni del mio Figliuolo, con false bugie dicendo: «Costui el fa in virtú di Belzebub». Cosí costoro, iniqui, posti ne l’amore proprio, nella immondizia, nella superbia, ne l’avarizia, in una invidia, fondati nella perversa indiscrezione, con una impazienzia e con molti altri mali che si commectono, sempre si scandalizzano in me e ne’ servi miei, giudicando che fictivamente aduoparino la virtú. Perché ’l cuore loro è fracido e hanno guasto el gusto, però le cose buone lo’ paiono gactive, e le gactive, cioè el disordinato vivere, lo’ pare buono.

O ciechitá umana, che non guardi la tua dignitá! ché di grande se’ facto piccolo, di signore se’ facto servo della piú vile signoria che possa avere, però che tu se’ facto servo e schiavo del peccato, e tale diventi quale è quella cosa che tu servi. El peccato non è cavelle: adunque tu se’ tornato non cavelle. Hassi tolta la vita e data la morte.

Questa vita e questa signoria vi fu data per lo Verbo unigenito mio Figliuolo e glorioso ponte; essendo servi del dimonio, vi trasse della servitudine sua; feci lui servo per tollervi la servitudine, e posili l’obbedienzia per consumare la disobbedienzia d’Adam, umiliandosi esso a l’obbrobriosa morte della croce per confondere la superbia. Tucti e’ vizi destruxe con la morte sua, acciò che neuno potesse dire: — Il cotale vizio rimase che non fusse punito e fabricato con pene, — come ti[66] dixi di sopra, dicendo che del corpo suo aveva facto ancudine. Tucti e’ rimedi sonno posti per camparli della morte etternale, ed essi spregiano il Sangue e hannolo conculcato copiei del disordinato affecto.

E questa è la ingiustizia e il falso giudicio de’ quali è ripreso el mondo e sará ripreso ne l’ del giudicio. E questo volse dire la mia Veritá quando dixe: «Io mandarò el Paraclito che riprendará el mondo della ingiustizia e del falso giudicio». Alora fu ripreso quando mandai lo Spirito sancto sopra gli appostoli.


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