S. Caterina da Siena
Dialogo della divina provvidenza

TRACTATO DELL’ORAZIONE

CAPITOLO LXXX

PrecedenteSuccessivo
Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

CAPITOLO LXXX

Come li mondani rendono gloria e loda a Dio, vogliano essi o no.

— E tanto è perfecto el suo vedere che non tanto ne’ cittadini che sonno a vita etterna ma nelle creature mortali vede la gloria e loda del nome mio; ché, o voglia el mondo o no, egli mi rende gloria. Vero è che non me la rende per lo modo che debba, amando me sopra ogni cosa. Ma da la parte mia Io trago di loro gloria e loda al nome mio, cioè che in loro riluce la misericordia mia e l’abbondanzia della mia caritá, prestando el tempo, non comandando a la terra che gl’inghioctisca per li difecti loro. Anco gli aspecto, e a la terra comando che lo’ doni de’ fructi suoi, al sole che gli scaldi e dia lo’ la luce e ’l caldo suo, al cielo che si muova; e in tucte quante le cose create facte per loro Io uso la mia misericordia e caritá, non sottraendole per li difecti loro. Anco le do al peccatore come al giusto, e spesse volte piú al peccatore che al giusto, perché il giusto, che è apto a portare, il privarò del bene della terra per darli piú abondantemente del bene del cielo. che la misericordia mia e caritá riluce sopra di loro.[157]

Alcuna volta, nelle persecuzioni ch’e’ servi del mondo faranno a’ servi miei, provando in loro la virtú della pazienzia e della caritá, offerendo il servo mio, che sostiene, umili e continue orazioni, me ne torna gloria e loda al nome mio. che, o voglia quello iniquo o no, me ne torna gloria; poniamo che ’l suo rispecto non fusse per ciò, ma per farmi vituperio.


PrecedenteSuccessivo
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2008. Content in this page is licensed under a Creative Commons License