S. Caterina da Siena
Dialogo della divina provvidenza

TRACTATO DELL’ORAZIONE

CAPITOLO LXXXI

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CAPITOLO LXXXI

Come eziandio li demòni rendono gloria e loda a Dio.

— Questi stanno in questa vita ad aumentare la virtú ne’ servi miei, come le dimonia stanno ne l’inferno come miei giustizieri e aumentatori: cioè facendo giustizia de’ dannati, e aumentatori a le creature mie che sonno viandanti e peregrine in questa vita, facte per giognere a me termine loro. Essi gli aumentano exercitandoli in virtú con molte molestie e temptazioni in diversi modi: facendo fare ingiuria l’uno a l’altro, e tòllare le cose l’uno dell’altro non solamente per le cose o per la ingiuria, ma per privarli della caritá. Credendo privare i servi miei, ed essi gli fortificano, provando in loro la virtú della pazienzia, fortezza e perseveranzia.

Per questo modo rendono gloria e loda al nome mio, e cosí s’adempie la mia veritá in loro, che gli avevo creati per gloria e loda di me Padre etterno e perché participassero la bellezza mia; ma, ribellando a me per la superbia sua, cadde e fu privato della mia visione: onde non mi rendono gloria in dileczione d’amore. Ma Io, Veritá etterna, gli ho messi per strumento ad exercitare e’ servi miei nella virtú, e come giustizieri di coloro che per li loro difecti vanno a l’ecterna dannazione, e cosí di coloro che vanno a le pene del purgatorio. che vedi che egli è la veritá che la veritá mia è adempita in loro, cioè che mi rendono gloria non come cittadini di vita etterna (ché ne sonno privati per li loro difecti) ma come miei giustizieri, manifestando per loro la giustizia mia sopra e’ dannati e sopra quegli del purgatorio.[158]


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