S. Caterina da Siena
Dialogo della divina provvidenza

TRACTATO DELL’ORAZIONE

CAPITOLO CIX

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CAPITOLO CIX

Come Dio rende sollicita la predecta anima all’orazione, rispondendo ad alcuna de le predecte petizioni.

Alora Dio etterno, vollendo l’occhio della sua misericordia e non spregiando el suo desiderio, ma acceptando le sue petizioni, volendo satisfare a l’ultima petizione che ella aveva facta sopra la promessa sua, diceva: — O dilectissima e carissima figliuola, Io adempirò in quello che m’hai adimandato el desiderio tuo, purché da la tua parte non commecta ignoranzianegligenzia. Però che molto ti sarebbe piú grave e degna di maggiore reprensione ora che prima, perché piú hai cognosciuto della mia veritá. E però sia dunque sollicita di dare orazioni per tucte le creature che hanno in loro ragione, e per lo corpo mistico della sancta Chiesa, e per quegli che Io t’ho dati che tu ami di singulare amore. E non commectere negligenzia in dare orazioni ed exemplo di vita e la doctrina della parola, riprendendo il vizio e commendando la virtú giustal tuo potere. Delle colonne le quali Io ho date a te, delle quali tu mi dicesti, e cosí è la veritá, fa’ che tu sia uno mezzo di dare a ciascuno quello che gli bisogna, secondo l’aptitudine loro e come Io, tuo Creatore, ti ministrarò, però che senza me neuna cosa potresti fare; ed Io adempiroe i desidèri tuoi. Ma non mancare tu né eglino nello sperare in me, però che la providenzia mia non mancará in voi; e ogniuno umilemente riceva quello che esso è apto a ricevere, e ogniuno ministri quello che Io gli darò a ministrare, ogniuno nel modo suo, secondo che hanno ricevuto e riceveranno da la mia bontá.[220]


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