S. Caterina da Siena
Dialogo della divina provvidenza

TRACTATO DE LA DISCREZIONE

CAPITOLO XVI

PrecedenteSuccessivo
Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

CAPITOLO XVI

Come questa anima cognoscendo piú de la divina bontá, non rimaneva contenta di pregare solamente per lo popolo cristiano e per la sancta Chiesa, ma pregava per tucto quanto el mondo.

Alora quella anima levandosi con maggiore cognoscimento, e con grandissima allegrezza e conforto stando dinanzi a la divina Maestá, per la speranza che ella avea presa della divina[39] misericordia, e per l’amore ineffabile il quale gustava vedendo che, per amore e desiderio che Dio aveva di fare misericordia a l’uomo non obstante che fussero suoi nemici, avea dato il modo e la via a’ servi suoi come potessero costregnere la sua bontá e placare l’ira sua, si rallegrava, perdendo ogni timore nelle persecuzioni del mondo, vedendo che Dio fusse per lei. E cresceva forte il fuoco del sancto desiderio, in tanto che none stava contenta ma con sicurtá sancta dimandava per tucto quanto el mondo.

E poniamo che nella seconda petizione si conteneva el bene e l’utilitá de’ cristiani e degli infedeli, cioè nella reformazione della sancta Chiesa; nondimeno, come affamata, si stendea l’orazione sua a tucto quanto el mondo ( come egli stesso la faceva dimandare), gridando: — Misericordia, Idio etterno, verso le tue pecorelle, come pastore buono che tu se’. Non indugiare a fare misericordia al mondo, però che giá quasi pare che egli non possa piú, perché al tucto pare privato de l’unione della caritá inverso di te, Veritá etterna, e verso di loro medesimi: cioè di non amarsi insieme d’amore fondato in te.


PrecedenteSuccessivo
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2008. Content in this page is licensed under a Creative Commons License