S. Caterina da Siena
Dialogo della divina provvidenza

TRACTATO DE LA DISCREZIONE

CAPITOLO XXVIII

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CAPITOLO XXVIII

Come per ciascuna di queste due strade si va con fadiga, cioè per lo ponte e per lo fiume. E del dilecto che l’anima sente in andare per lo ponte.

— Queste sonno due strade, e per ciascuna si passa con fadiga. Mira quanta è l’ignoranzia e ciechitá dell’uomo, che, essendoli facta la via, vuole tenere per l’acqua. La quale via è di tanto dilecto a coloro che vanno per essa, che ogni amaritudine lo’ diventa dolce e ogni grande peso lo’ diventa leggero. Essendo nella tenebre del corpo, truovano la luce; ed essendo mortali, truovano la vita immortale, gustando per affecto d’amore, col lume della fede, la veritá etterna che promecte di dare refrigerio a chi s’affadiga per me, che sograto e cognoscente, e sogiusto, che a ogniuno rendo giustamente secondo che merita; unde ogni bene è remunerato e ogni colpa punita.

El dilecto che ha colui che va per questa via non sarebbe la lingua tua sufficiente a poterlo narrare, né l’orecchia a poterlo udire, né l’occhio a poterlo vedere; però che in questa vita gusta e participa di quel bene che gli è apparecchiato nella[55] vita durabile. Bene è dunque macto colui che schifa tanto bene, ed elegge, innanzi, di gustare in questa vita l’arra de l’inferno, tenendo per la via di socto, dove va con molte fadighe e senza neuno refrigerio e senza veruno bene; però che per lo peccato loro sonno privati di me che sosommo ed etterno Bene.

Bene hai dunque ragione di dolerti, e voglio che tu e gli altri servi miei stiate in continua amaritudine de l’offesa mia e compassione de l’ignoranzia e danno loro, con la quale ignoranzia m’offendono.

Or hai veduto e udito del ponte come egli sta; e questo ho decto per dichiarare quello ch’Io ti dissi, che era ponte l’unigenito mio Figliuolo (e cosí vedi che è la veritá), facto per lo modo che Io t’ho decto, cioè unita l’altezza con la bassezza.


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