Politica per tutti.
Quando Ricasoli (giugno 1861) fu
costretto ad assumere la tremenda eredità di Cavour, la
popolazione italiana poteva, per riguardo al suo atteggiamento di
fronte al regime, dividersi presso a poco in quattro categorie: una,
non cospicua ma numerosissima, costituita da quanti eran vogliosi di
seguitare sulla via rischiosa e fruttuosa del '59-60407;
l'altra, la media, da gente cui pareva miracolo, e fors'anche mal
sostenibile, quel che era diventata l'Italia e non volevano che pace
e lavoro408; la terza, meno esigua in verità della
prima, se pur non cosí rumorosa, e anzi coll'andar del tempo
sempre piú tacita e isolata, che raccoglieva tutti gli
scontenti non di questo o quel provvedimento, ma del regime, i
lodatori del tempo che fu. La quarta, finalmente, la massima, degli
indifferenti ed estranei, ahimè vastissima, come quella che
raccoglieva il grosso della popolazione, ignorante, sfiduciato, e
misero409.
In quindici anni, con questa
gente410, i governi della Destra fecero quel che sappiamo,
conquistarono cioè all'Italia una situazione interna e
internazionale incomparabilmente piú forte che all'indomani
della costituzione del regno. E non è da dirsi che la prima
categoria di cittadini, di quelli solleciti d'un rapido progresso
politico del paese, si fosse allargata – se mai, tutt'altro. Né
furon questi, nel complesso, accarezzati dai governi, i quali
d'altronde, si mostrarono inesorabili con i reazionari; spaventarono
piú di una volta e non contentarono quasi mai, nel dettaglio
delle cose, la grande categoria intermedia; né si
preoccuparono di legare al loro carro gli indifferenti. Con ciò,
e nonostante ciò, perseguirono una loro chiara politica, che
era poi politica per tutti411 (e non conta se pochissimi
furon quelli che, sul momento, la riconobbero come loro o adeguata ai
loro interessi). Per gli estremisti, che videro compiersi il sogno
unitario; per i reazionari che, una volta rinunciato alle loro vane
speranze, si sentirono accolti e confusi con gli altri tutti, e
dovettero riconoscere che l'Italia non era il piccolo Stato
vendicativo e implacabile che dapprima avevano temuto412; per
la categoria intermedia, che senza quasi scosse o giuochi d'azzardo,
si trovò lieta di una maggiore prosperità e garantita
nelle sue esigenze da condizioni di stabilità e solidità
infinitamente migliori (si può dire che la borghesia
manifatturiera, commerciante, produttiva, di tipo moderno, si formò
in Italia proprio negli anni della Destra – certo, non esisteva
nel 1861 ed operava già largamente intorno al 1880); per gli
indifferenti, finalmente, che iniziarono, e furono anche dall'alto
sospinti a iniziare quel processo di differenziamento, di
autoripartizione in categorie d'interessi, coordinate e partecipanti
agli interessi collettivi, che dura ancor oggi.
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