Esperienza viva.
I metodi seguiti dalla Destra sono, è vero, quelli stessi
all'osservanza dei quali sono tenuti, si sa, tutti i governi
parlamentari; ma si deve pensare che essi costituivano una novità
assoluta per due terzi d'Italia e che il loro retto funzionamento era
gravemente ostacolato dagli umori e dai residui rivoluzionari che
fino a tutto il 1870 continuarono a serpeggiare per il paese. Eppure
si potrebbe obiettare: la fatica costituzionale della Destra, di
fronte a quella analoga dei moderni governi parlamentari, non era
singolarmente agevolata dall'allora vigente suffragio ristretto
(mezzo milione di elettori) e dall'assenza dei grandi partiti di
masse? In altri termini: non si presenta l'esperienza della Destra
ormai come qualcosa di definitivamente chiuso, non costituisce essa
un buon campo di sfruttamento unicamente per gli storici eruditi? Non
è forse da negarsi qualunque stretta continuità, e
interdipendenza tra quella esperienza e quella che viviamo noi, ora
che il governare si fonda, generalmente, sul consenso e il controllo
della grande maggioranza della popolazione? Niente di tutto questo.
Suffragio universale presuppone generalmente organizzazione, piú
o meno progredita, delle masse le quali, individuati i loro interessi
di categorie, li perseguono in contrasto piú o meno accentuato
con gli interessi di altre categorie; significa cioè
riconoscimento politico (legalizzazione) di un mutamento di posizione
verificatosi nell'ordine sociale. Ma com'è noto, esso porta
con sé, come naturale conseguenza, una generale diminuzione di
interesse per le questioni politiche propriamente dette, di fronte al
porsi e all'imporsi delle grandi questioni sociali. I governi hanno
avuto in politica assai piú libere le mani dal giorno in cui
hanno cominciato a funzionare gli annessi e connessi del suffragio
universale o comunque a larghissima base. Può sembrare un
paradosso, e non è, sol che si rifletta un istante alla storia
politica di tutti i paesi moderni.
Oggi l'attività dei gruppi politici non è
polarizzata ad un unico intento, ma si disperde intorno ad una serie
assai vasta e varia di problemi, collimanti tutti, s'intende, con
quelli politici, ma che in essi non si esauriscono. Non era cosí
sessant'anni addietro; e agli uomini della Destra, ai quali
incombevano formidabili problemi di natura politica, non si presentò
mai la comoda possibilità dei diversivi, buoni a smorzare
l'interesse veramente morboso suscitato da quei problemi nei gruppi
politici. Tutti sanno invece quanto accorti e sagaci siano diventati
gli uomini di governo del nostro secolo nella manovra di agitare
alternativamente questioni politiche e questioni sociali e di
acquistare con le concessioni nell'un campo la mano libera
nell'altro.
La Destra non conobbe riposo. Il programma di lavoro esposto nel
1861 è sostanzialmente ancor quello che forma la base delle
discussioni dieci anni dopo, salvi, s'intende, quei punti che ne sono
già stati tradotti in pratica e che per altro continuano anche
essi a fornire motivo di incontri e scontri per il modo della
esecuzione.
È vero che il mondo politico dei tempi nostri è
incomparabilmente piú vasto che non fosse un sessant'anni or
sono; è vero che in oggi i governi, se sono tenuti a
rispondere, per costituzione, alle sole Camere, in realtà
subiscono un controllo continuato ed efficacissimo attraverso la
stampa, i comizi, i congressi dei partiti, da parte di tutte le forze
pensanti del paese; ma è per lo meno incerto se la
ristrettezza del mondo politico costituisca o no una facilitazione
per l'opera loro. (S'intende che questo parallelo non riguarda che i
governi costituzionali. Quelli che sono al di fuori, al disopra, al
di sotto del sistema costituzionale non conoscono controlli e i
gruppi politici che essi lasciano sussistere non sono in realtà
che organi del potere esecutivo, se pur qualche volta il loro ufficio
non si riduce a salvare delle inutili apparenze). Almeno per
l'Italia, si può dir questo: che la Destra fu sottoposta al
severo e continuo controllo del Parlamento, quando questo era sovrano
non di nome, ma di fatto esercitava la sua funzione con instancabile
zelo, ed era davvero incorruttibile; che invece i governi succedutisi
dopo la concessione del suffragio universale, se conobbero tutte le
difficoltà del sistema nuovo, conobbero anche e seppero
largamente sfruttare tutti gli artifici e tutte le astuzie che la
novità appunto del sistema e la impreparazione politica del
paese suggerivano o permettevano.
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