Il Parlamento.
Il Parlamento di sessant'anni fa era una accolta di
competenti431, eletti da competenti, attraverso un sistema
che portava alla ribalta non rappresentanti di categorie di
interessi, ma di categorie ideali432. Costituendo esso
l'unico tramite tra il governo e il paese, essendo esso solo
incaricato del geloso compito del controllo al potere esecutivo,
sentiva profondamente la sua responsabilità ed esercitava
scrupolosamente il suo mandato consultivo e correttivo. Oggi, quando
pur funziona, il Parlamento non è che un prisma nel quale si
riflette – o dovrebbe riflettersi – l'intensa vita
politica e sociale del paese; agendo sulla stampa, usando dei sempre
piú larghi mezzi che sono a sua disposizione, giovandosi
dell'influenza che esercita su tutte le grandi organizzazioni, il
governo può in determinati casi infirmare, attenuare, spezzare
l'eventuale irriducibile opposizione parlamentare. Ma allora il
Parlamento assommava e, si può dire, esauriva in sé
l'attività politica del paese433; e col Parlamento, e
con lui solo, bisognava fare i conti, senza possibilità di
appello a chicchessia434. Il governo era costretto ad agire
nelle condizioni del consiglio di amministrazione di una società,
che fosse non teoricamente ma effettivamente invigilato in perpetuo
dall'assemblea dei soci435.
Donde difficoltà estrema del governare, ma anche
amministrazione trasparente (quante inchieste parlamentari! O non si
giunse nel 1867 a domandare un'inchiesta perfino sull'uso dei fondi
segreti del ministero dell'Interno?); politica avveduta e non mai
precipitosa, e finalmente quella caratteristica impareggiabile dei
governi parlamentari non corrotti, ed è che tu non puoi mai
distinguere l'opera compiuta dal potere esecutivo da quella del
legislativo. Non che i due poteri non siano distinti, ma tale è
il controllo che l'uno esercita sull'altro, e tale, in effetto, la
collaborazione, pur fra i contrasti, che tra i due si stabilisce,
che, all'ultimo, l'opera del governo appare rifusa nel bagno
parlamentare e l'opera parlamentare fa blocco con la prima. Sicché,
quando si parla di quel che ha fatto la Destra, non già si
deve intendere quel che han fatto ministeri di Destra, ma bensí
tutte le forze del paese sotto l'amministrazione della Destra:
opposizioni comprese.
La quale Destra era, si sa,
dichiaratamente avversa a un allargamento del suffragio436;
pure fu essa che, con il tono impresso alla vita politica del paese,
rese possibile la non remota introduzione di quella riforma (1882; il
censo è portato da 40 a 19 lire, l'età dai 25 ai 21
anni, il titolo di studio alla licenza di seconda elementare; gli
elettori passano da 504 263 a 3 milioni)437. Nelle elezioni,
allora pochissimi erano chiamati a dare il voto, ma era diffusa la
sensazione che quei pochi dovevano considerarsi come eletti di primo
grado, come interpreti provvisori di piú vaste categorie di
interessi. Di qui il rivolgersi evidente che facevano i candidati, i
quali pur nella lettera si dirigevano ai soli loro elettori, al paese
tutto; e i discorsi programmatici che tenevano spesso non solo nelle
limitate adunanze degli elettori, ma in riunioni pubbliche, e i
manifesti politici che spargevano largamente, quasi volessero
compiere la prima educazione politica di quelle masse che un giorno
sarebbero state chiamate a partecipare alla vita pubblica, e
intendessero iniziarle alla conoscenza dei grandi interessi
collettivi438. Sotto la Destra, scrive Oriani, il «popolo
cominciò a comprendere che il governo non era piú un
nemico come pel passato». E se, ad esempio, fin dal 1860, i
ministri dell'Interno vietavano assolutamente che nelle adunanze
delle associazioni operaie di mutuo soccorso si ragionasse di
politica, pure nella stessa, poi sempre ripetuta proibizione, poteva
ravvisarsi il riconoscimento da parte loro della opportunità
che gli operai se ne occupassero, poiché la motivavano
coll'espresso timore che le associazioni non avessero a guastarsi
convertendosi in conventicole politiche; ma si affrettavano a
soggiungere che nessuno perciò si sognava di contestare agli
operai il diritto di radunarsi fuor di quelle per discutere questioni
politiche.
La Destra insomma con quel che fece o volutamente lasciò
fare in questo campo, s'adoperò in modo che alla riforma
legale che essa riteneva ancora intempestiva, precedesse una riforma
spontanea nella concreta realtà dei fatti; e che in
un'atmosfera di purezza e di fedeltà a una carta che
sintetizzava l'aspirazione costante di generazioni e generazioni di
italiani a un sistema di libertà e di civiltà, le
grandi masse sorgessero alla vita politica e si preparassero a
dividerne i pesi e i vantaggi.
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