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Nello Rosselli
Saggi sul Risorgimento

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  • III. La Destra storica
    • Opera educativa.
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Opera educativa.

Se meravigliosa appare a noi la efficienza e continuità che la macchina costituzionale mantenne, attraverso le circostanze piú gravi forse che il nostro paese abbia mai attraversato negli ultimi sessanta anni, non certo parve tale agli uomini del tempo; tra i quali era universalmente diffusa la pacifica e pacificante sensazione che la costituzione e le sue garanzie fossero non un abito da festa da fare indossare al paese in tempi quieti e normali salvo poi a buttargli addosso bruscamente nei periodi di crisi la camicia di forza dei provvedimenti eccezionali429 e, peggio, della inconfessata ma effettiva violazione delle norme statutarie; sibbene uno strumento utile e potentemente educativo e normalizzatore solo se usato ininterrottamente, in tutti i casi, gravi o non gravi, comodi o non comodi. Strumento sapientemente concepito, che corregge automaticamente gli abusi, frena le corse pazze, diffonde in tutti calma e fiducia. Strumento che non permette né sorprese né imposizioni e a tutte le attività lecite, a tutti i programmi ragionevoli, a tutti gli interessi confessabili assicura sviluppo e tutela, tutti assoggettando a un lento e saggissimo ritmo, ottimo per mettere in rilievo le cose vitali e meditate, ottimo altresí per lasciare inaridite dietro di sé le precipitose e caduche.

Sí che la Destra, attaccandosi disperatamente alla costituzione nei momenti piú gravi, non solo vi trovò, come accade, salvezza, ma insieme compí una profonda indimenticabile opera di educazione del paese tutto. Gettando, come essa non mai cessò di fare, luce piena e meridiana sulle questioni e gli episodi piú complessi e delicati, e su di essi e le loro cause e soluzioni impostando esaurienti dibattiti, non solo acquistò sempre indicazioni e argomenti utili alla determinazione della migliore politica da seguirsi, ma anche forza indiscutibile e impareggiabile nell'eseguire, ma anche e soprattutto la generale fiducia. (Prova mirabile gl'incredibili sacrifici finanziari che sostenne, negli anni tra il '60 e l'80, il popolo italiano; lamenti generali contro gl'implacabili tassatori, è vero, ma la pubblicità della politica governativa, la sicurezza che ogni nuovo introito non sarebbe stato usato che per lo scopo per il quale era stato richiesto, l'esistenza di numerosi controlli all'opera ministeriale430, congiunti al lento ma sicuro miglioramento del bilancio, finivano col placar tutti, nella certezza che ogni loro sacrificio si traduceva in vantaggio immediato per il paese).

In tal modo tutti quelli che occupavano posti di responsabilità e tutti quelli che modestamente faticavano la vita si sentirono piú legati a un'unica impresa nella quale non dovesse essere lecito ai pochi di compromettere impunemente la pace e il lavoro dei molti, e ai molti incombesse il dovere di non isolare i pochi nella loro aspra fatica, ma di dar loro la ragionata convinta definitiva solidarietà, che è poi quella che irrobustisce i popoli, li fonde in una sempre piú tenace unità e li rende capaci di segnare un'orma nella storia del mondo.

 






p. -

429 Fa eccezione il provvedimento di sospensione dello Statuto che si votò al principio del 1866, al principio della guerra. La Camera però respinse una legge sui sospetti che si propose nella stessa occasione e che, mirando ai fautori dei Borboni, era cosí vaga che poteva colpire chiunque.



430 Contro al progetto Ferrara (1867) sul prestito anticipante il gettito di vendita dei beni ecclesiastici, si schierano moltissimi alla Camera: ottanta oratori s'iscrivono a parlare, quasi tutti contrari. Ferrara dimissiona (Rattazzi et son temps, II, p. 168).





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