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Nello Rosselli
Saggi sul Risorgimento

IntraText CT - Lettura del testo

  • III. La Destra storica
    • Esperienza viva.
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Esperienza viva.

I metodi seguiti dalla Destra sono, è vero, quelli stessi all'osservanza dei quali sono tenuti, si sa, tutti i governi parlamentari; ma si deve pensare che essi costituivano una novità assoluta per due terzi d'Italia e che il loro retto funzionamento era gravemente ostacolato dagli umori e dai residui rivoluzionari che fino a tutto il 1870 continuarono a serpeggiare per il paese. Eppure si potrebbe obiettare: la fatica costituzionale della Destra, di fronte a quella analoga dei moderni governi parlamentari, non era singolarmente agevolata dall'allora vigente suffragio ristretto (mezzo milione di elettori) e dall'assenza dei grandi partiti di masse? In altri termini: non si presenta l'esperienza della Destra ormai come qualcosa di definitivamente chiuso, non costituisce essa un buon campo di sfruttamento unicamente per gli storici eruditi? Non è forse da negarsi qualunque stretta continuità, e interdipendenza tra quella esperienza e quella che viviamo noi, ora che il governare si fonda, generalmente, sul consenso e il controllo della grande maggioranza della popolazione? Niente di tutto questo. Suffragio universale presuppone generalmente organizzazione, piú o meno progredita, delle masse le quali, individuati i loro interessi di categorie, li perseguono in contrasto piú o meno accentuato con gli interessi di altre categorie; significa cioè riconoscimento politico (legalizzazione) di un mutamento di posizione verificatosi nell'ordine sociale. Ma com'è noto, esso porta con sé, come naturale conseguenza, una generale diminuzione di interesse per le questioni politiche propriamente dette, di fronte al porsi e all'imporsi delle grandi questioni sociali. I governi hanno avuto in politica assai piú libere le mani dal giorno in cui hanno cominciato a funzionare gli annessi e connessi del suffragio universale o comunque a larghissima base. Può sembrare un paradosso, e non è, sol che si rifletta un istante alla storia politica di tutti i paesi moderni.

Oggi l'attività dei gruppi politici non è polarizzata ad un unico intento, ma si disperde intorno ad una serie assai vasta e varia di problemi, collimanti tutti, s'intende, con quelli politici, ma che in essi non si esauriscono. Non era cosí sessant'anni addietro; e agli uomini della Destra, ai quali incombevano formidabili problemi di natura politica, non si presentò mai la comoda possibilità dei diversivi, buoni a smorzare l'interesse veramente morboso suscitato da quei problemi nei gruppi politici. Tutti sanno invece quanto accorti e sagaci siano diventati gli uomini di governo del nostro secolo nella manovra di agitare alternativamente questioni politiche e questioni sociali e di acquistare con le concessioni nell'un campo la mano libera nell'altro.

La Destra non conobbe riposo. Il programma di lavoro esposto nel 1861 è sostanzialmente ancor quello che forma la base delle discussioni dieci anni dopo, salvi, s'intende, quei punti che ne sono già stati tradotti in pratica e che per altro continuano anche essi a fornire motivo di incontri e scontri per il modo della esecuzione.

È vero che il mondo politico dei tempi nostri è incomparabilmente piú vasto che non fosse un sessant'anni or sono; è vero che in oggi i governi, se sono tenuti a rispondere, per costituzione, alle sole Camere, in realtà subiscono un controllo continuato ed efficacissimo attraverso la stampa, i comizi, i congressi dei partiti, da parte di tutte le forze pensanti del paese; ma è per lo meno incerto se la ristrettezza del mondo politico costituisca o no una facilitazione per l'opera loro. (S'intende che questo parallelo non riguarda che i governi costituzionali. Quelli che sono al di fuori, al disopra, al di sotto del sistema costituzionale non conoscono controlli e i gruppi politici che essi lasciano sussistere non sono in realtà che organi del potere esecutivo, se pur qualche volta il loro ufficio non si riduce a salvare delle inutili apparenze). Almeno per l'Italia, si può dir questo: che la Destra fu sottoposta al severo e continuo controllo del Parlamento, quando questo era sovrano non di nome, ma di fatto esercitava la sua funzione con instancabile zelo, ed era davvero incorruttibile; che invece i governi succedutisi dopo la concessione del suffragio universale, se conobbero tutte le difficoltà del sistema nuovo, conobbero anche e seppero largamente sfruttare tutti gli artifici e tutte le astuzie che la novità appunto del sistema e la impreparazione politica del paese suggerivano o permettevano.

 




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