X.
Amava
il Rosmini l’Italia d’amore non accademico nè
furibondo nè subitano a modo d’ubbriachezza che venga da
un bicchiere di più, e che se ne fugga vergognosa col sonno.
Rovereto, come suole i paesi in confine, non per ripulsione
dall’orbita straniera, ma per attrazione al naturale suo
centro, ha sensi italiani più che altre terre più
prossime al centro d’Italia: e in tempi quando dell’italianità
non si poteva ripetere: Ut pueris placeas et declamatio fias,
Clementino Vannetti, che non era un Alfieri, sentiva ribrezzo della
denominazione di Tirolese quasi contrapposta a Italiano; e rimase
tradizione viva non solo in casa Rosmini ma in tutto il popolo quel
sonetto al fiorentino Morrocchesi il qual finisce, che dove
cominciano a vedersi
Le case aguzze e tonde le
persone,
lì
comincia il Tirolo. Scherzi ignobili a questo proposito rammentansi
del Vannetti, il quale abborriva i Tedeschi come i Francesi
l’Alfieri: ma nè scurribilità nè odio era
nelle parole o nell’animo del Rosmini, che il buono lodava
dovunque fosse; l’ingiustizia e la barbarie, anco ammantate di
religione e di civiltà, abbominava. E a me narrò come
gli ferisse il cuore, viaggiando con un Tedesco ingegnoso e buono e
affezionato a lui, le campagne famose per le vittorie d’Annibale,
sentir quel tedesco, quasi commilitone d’Annibale, rammentare
con gioia superba le romane sconfitte, alle quali se altre sconfitte
seguivano, l’Italia diventava emporio di mercanti feroci, nè
certamente Germania ne avrebbe acquistato civiltà. Le opinioni
civili politiche del Rosmini posso attestare che erano, nel fervore
della carità, temperate; e che, co’ giovani ragionando,
egli riprendeva austeramente ogni eccesso, non già per
reprimere i sentimenti generosi ma per risparmiare a loro e alla
patria gl’importuni e però dannosi cimenti. La quale
austerità verso sè stesso prima che verso altri usava:
e al sentire parola men che benevola contro coloro che lui
perseguitavano, quella parola respingeva da sè non tanto come
tentazione quanto come onta fatta alla sua generosità, e se ne
sdegnava co’ suoi più intimi, con quelli a cui l’uomo
più apre il cuore, e, se debole (sicuro e di consentimento e
d’ammirazione) mostra quasi con vanto le proprie debolezze.
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