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Niccolò Tommaseo
Antonio Rosmini

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  • INDICE DEI NOMI CONTENUTI NEL TESTO DEL TOMMASEO
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INDICE DEI NOMI

CONTENUTI NEL TESTO DEL TOMMASEO

 

Acerbi

Agostino (Sant’)

Alfieri (Vittorio)

Alighieri (Dante)

Ambrogio (Sant’)

Ammannati

Anacreonte

Annibale (cartaginese)

Archiloco

Aristotele

Bacone (Ruggero)

Baldinotti

Bassich (Antonio)

Batthiany (contessa)

Bembo (Dardi)

Bembo (Pietro, cardinale)

Benedetto (San)

Bentham (Geremia)

Bernardo (San)

Bertini (Giovanni Maria)

Bicego

Boccaccio (Giovanni)

Bonaventura (San)

Bonghi (Ruggero)

Borromeo (San Carlo)

Borromeo (Federico)

Bossuet.

Calasanzio (Giuseppe, San)

Canossa (Maddalena di)

Carlo V (imperatore)

Cappellari (Mauro, abate)

Carli (Antonio)

Caro (Annibal)

Castelbarco (Casa dei)

Cattaneo (Carlo)

Cesari (Antonio)

Chiara (d’Assisi, Santa)

Cicerone

Constant (Beniamino)

Corte (Pietro, prof.)

Crevenna (Pier Antonio)

Crisostomo (San Giovanni)

Da Rio (conte)

Davide (salmista, re)

De Apollonia (Sebastiano)

De Medici (Giangiacomo)

De Vit (Vincenzo)

Edwars

Epicuro

Foscolo (Didimo Chierico)

Francesco (d’Assisi, San)

Francesco (di Sales, San)

Galluppi (Pasquale)

Galilei

Gerdil (Sigismondo, Cardin.)

Gesuiti (Padri)

Gioberti (Vincenzo)

Gioia (Melchiorre)

Giovanni (Evangelista, San)

Girolamo (San)

Gironi (Robustiano)

Gozzi (Gaspare)

Gregorio (Magno, San)

Gregorio XVI

Grossi (Tommaso)

Guicciardini (Pietro)

Hayez (Francesco)

Hegel

Humboldt

Isaia (profeta)

Jouffroy

Kant (Emanuele)

Kempis (Tommaso da)

Klopstock

Lamennais (Felice Roberto di)

Leibnizio (Guglielmo Goffredo)

Leonardo (da Vinci)

Loewenbruck (Giambattista)

Lorenzi (abate)

Mabil (Luigi)

Malthus

Mamiani (Terenzio)

Manzoni

Marco Polo

Marmontel

Marovich (Maria)

Mascheroni (Lorenzo)

Massari (Giuseppe)

Melan (Sebastiano)

Molinari (Giacomo)

Monti (Vincenzo)

Montmorency (duca di)

Morrocchesi

Meschini (Maurizio)

Muratori (Ludovico Ant.)

Napoleone (primo)

Neri (San Filippo)

Niccolini (Giovambattista)

Orazio

Orsi (Paolo)

Orsi (Pietro)

Ovidio

Paolovitch

Panizza (Prof)

Paravia (Pier Alessandro)

Paoli (Francesco)

Paolo (Apostolo, San)

Parini (Giuseppe)

Pederzani (Giuseppe)

Pellico (Silvio)

Persio

Pestalozza (Alessandro)

Petrarca

Pindemonte (Ippolito)

Pio VI

Pio VII

Pio VIII

Pio IX

Platone

Polidori (Luigi)

Polignac (Melchiorre di, Card.)

Pyrker (Ladislao)

Raffaello (Sanzio)

Ramondini (Dottor)

Romagnosi (Giandomenico)

Rosmini (Carlo)

Rosmini (Ambrogio)

Rosmini (Leonardo)

Rosmini (Margherita)

Rosmini (Pier Modesto)

Rossi (Pellegrino)

Rousseau (Giangiacomo)

Salvadori (Francesco)

Salvini (Tommaso)

Sassonia (Re di)

Scalvini (Giovita)

Scolastica (Santa)

Seneca

Silvestro II

Socrate

Solomos (Dionisio)

Spaventa (Bertrando)

Stay (Benedetto)

Stefani (Giovanni)

Stewart (Dugald)

Tasso (Torquato)

Terenzio

Thorwaldsen

Tommaso (d’Aquino, San)

Tommaseo (Padre Tommaso)

Tosti (Luigi, Cardinale)

Traversi (mons. Antonio)

Trivulzio

Troia (Carlo)

Uzielli

Vannetti (Clementino)

Venier (biblioteca)

Ventura (Gioacchino)

Vico (Giambattista)

Vieusseux (Pietro)

Vincenzo (De Paoli, San)

Virgilio

Vitruvio

Voltaire

Winckelmann

Wiseman (Nicola, cardinale)

Zenzi (Dottore)

Zurla (Placido, cardinale)

 

 



Questi versi, nel 1819 scritti e stampati nel venti, documento dell’ingegno e dell’animo, non mi s’imputi a vanità riferirli, giacchè le lodi qui date a me, non son che speranze, e le speranze consigli, i quali suonano rimprovero a chi non le ha sapute avverare.

Lo dice in questi versi stampati nel 1818 al suo condiscepolo abate De Apollonia di Romans nel Friuli:

De’ cari genitori e colti amici

Fra le soavi, aperte, allegre braccia

La pura a respirare aura natia;

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Vissi tranquilli dì, vissi a me stesso,

Alla natura io vissi; essa medesima

Colle candide man cibi, conditi

Di campestre appetito (o dolci cibi!),

E salubri bevande mi porgea.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Quanti aspetti ella prende, e come cangia

Semplicemente vaga e forme e modi,

In sì superba e ricca gloria, umile!

S’io mi rivolgo della mia casetta

Dalla parte ove pria l’allegra aurora

Sparge le rose, e seco suol di spesso

Condurmi il coro delle amiche Muse;

Il dorso ignudo del Volanio monte,

Che sol picciola selva nutre ai piede,

D’una bella orridezza il guardo appaga.

E corre a mezzodì di colli ameni

Con perpetua catena. . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . .e boschi antichi,

Ed or squarciati e rosseggianti fianchi,

Nude pendici inospite e selvagge,

E di sonanti acque cascate, ed erti,

Ch’attorcigliano i monti, aspri sentieri,

E ovunque vaghi paesetti sparti,

O biancheggianti solitarie case,

Che dolce e lungo essere potranno un giorno

Del mio pennello, io spero, amore e cura.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Sia che di scelte e saporose frutta

A frugal desco entro la mia capanna

Co’ buoni amici garrulo m’onori.

Oh perchè non son sempre i dì sereni?

Perchè del primo, egual, tepido autunno

Non sempre le tranquille ore vissute

Fra quelle dolci mie latèbre amene?

Sebben che parlo? Ah desio vano aduno.

E non so forse che la vacua villa

Bella par più, perchè ci tien, fuggiti

Dalla rëál della città prigione?

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

E ’l Sagittario d’antepor, consiglia

La città più guardata e più ben chiusa

All’aperta, ventosa, umida villa,

Ora ch’e’ già l’inverso anno contrista,

E con perpetue pioggie infredda e bagna

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

DANTE: Chi guarderà giammai senza paura — Negli occhi d’esta bella?... Un del trecento: V. Cr. tutte spaventaro, udite le parole della sapienza. Ne’ fioretti l’obstupuit dello Speculum, nota il Frediani ch’è reso da si spaventò. All’incontro in Orazio nil admirari suona non si sgomentare di nulla. E in Virgilio: exultantiaque haurit corda pavor pulsans è il batticuore non della paura, ma dell’ansiosa speranza: giacchè pavor da pavio. E così nel consuonare de’ contrapposti l’unità dello spirito umano è da ammirarsi con vero spavento.

SENECA, Vit. B.

o dotto

Spirto e gentil, tu sol sovra il cor mio

Che te ne’ giuochi e te ne’ studi indarno

Cerca or dolce ora grave, amabil sempre;

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

A te l’arguto suon da questa valle

Porti sull’ali sue vento cortese,

Chè al bisbigliar degl’inusati accenti

Forse l’orecchio v’apporrai gentile;

O sia che al patrio focolar te trovi

Del vecchio genitore a udire intento

I perigli, onde rende esperta e cauta

La famigliuola, che, raccolta intorno

Di lui narrante, con socchiusa bocca,

Pende dal labro; o ch’e’ ti trovi all’ombra

Del tuo boschetto, ragionando teco

Alcun d’Atene o Roma antico Saggio,

O che in silenzio audaci voli imprendi.

Quivi mi par vederli or sotto un faggio

Della natura modular gli amori,

Onde la terra e l’acqua e l’aere e ’l foco

Generan sempre, di fecondo seme

Unquanco scarsi, e con mirabil giro

A nuovi figli fragil vita dànno,

Struggendo i vecchi testè nati; ed ora

Dell’alta selva in un recesso opaco,

Sacro, soave, meditar profondo

Dell’universo il gran poema, in cui

L’armonie delle sfere esprimi e canti.

Ai grand’ingegni grand’imprese: or poi

Quel fra’ mortai di vero a me par grande,

Che grande è in picciol’ cure, e non tra gli astri

Mai sempre affisso, il guardo unqua chinando

Alla terra ed a sè, nè mai rimembra

Che carne il veste, e non è al mondo ei solo;

C’ha i genitori od i fratelli o i figli.

Tu sai ben d’esser uom; tu non trascuri

Della virtù, che in faccenduole abbiette

Grande, sovente di velarsi è vaga,

Minimo ufficio; e il pueril trastullo

Col lieve riso serba alacre e pronto

ad opere canute.

MANZONI.

Verso d’una elegia d’Anonimo Fiorentino in morte d’Antonio Rosmini.

Cic.

Il Prof. BARONE. Veggasi anco l’Orazione detta dall’Ab. GATTI in Casale.

HOR. Te nihil attinet — Tentare multa caede videntium — Parvos coronantem marino — Rore Deos...

SEN., Vita B.[eata].

PETRARCA.

Parole mandategli nel ventitrè, stampate nel trentotto ne’ Nuovi Scritti, I, p. 64, 65, 66.




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