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Alfabetica [« »] byron 2 bysshe 2 c 1 c' 112 c. 1 ça 3 cabaletta 1 | Frequenza [« »] 122 dopo 116 sua 113 aveva 112 c' 111 ai 111 o 108 dalla | Lorenzo Viani Il cipresso e la vite Concordanze c' |
Parte
1 1| mortuaria alla prima tinaia non c'è che un tiro di schioppo. 2 1| versetti scritti qui sopra), c'è la famosa scena della vendemmia 3 2| della combriccola loquace c'erano libercoli, dispense, 4 2| Al calcio di un leccio c'erano una ventina di biciclette 5 3| perchè tu stai bene dove c'è da far per il meglio morale....~.... 6 3| piazzaletto della stazione non c'era nessuno. Appoggiati al 7 3| inflessibile linea dei campi, c'erano tre infelici: un gobbo, 8 4| tanto allo scuro: giù di qui c'era un ragazzo che conosceva 9 4| botteguccia di San Giuseppe; c'è soltanto un banco da falegname 10 4| il martello.~– Nelle case c'è sempre da riparar qualcosa, – 11 4| avrebbe scritto e dormito c'è una edicoletta con la Madonna 12 6| Vicino allo spaccasassi c'era accucciato un cagnaccio 13 6| ritratto: «Veramente non c'era più nemmen l'ombra dell' 14 6| nacque e morì «Cecco frate» c'è murata una modestissima 15 6| la Famiglia o il Comune, c'è scritto: L'amico Garfagnini. 16 7| convittore, l'ebbe come maestro.~C'è una lettera del Carducci 17 7| Perchè ne fui distolto? C'è nel principio delle Mie 18 7| nera», e sul petto quadrato c'era il sigillo di una medaglia 19 8| sono gobbo: dunque Dio non c'è»: ecco definito il Leopardi.~ 20 8| dei morti per esempio non c'è un argomento; sequela di 21 8| dalle poesie del Carducci c'è da cavare un volume (scelto) 22 9| statuario per la solennità, c'era un bimbo acceso di colore, 23 10| il quale gli gridò:~– Qua c'è Viani.~Brilli si scosse 24 10| senza sapere di andare. C'eravamo; tutti, tranne Giulio 25 11| vicino alla tomba del Poeta c'è ingombro di laterizi: un 26 12| propongono d'essere fedeli: c'è la fedeltà maliziosa, poi 27 12| acqua sui greti e qui sotto c'è la Corsonna e più in là 28 12| per l'elegia notturna.~ ~C'è silenzio lassù, dov'erra~ 29 13| da Barga al Serchio non c'è un palmo di terra che non 30 14| Dunque mi farai le tavole.... c'intenderemo sul modo di comunicarti 31 14| Voglio che accetti. Non c'è altri. Eccoti il verso 32 14| nativo un fagotto dove dentro c'eran: una camicia rossa, 33 14| dello studio, sotto cui c'è un grigio ondeggiare di 34 14| Quella è la Pania e sotto c'è Castelvecchio.~– Maledetta 35 15| cattedrale... nel Puccini c'è un deciso e rarissimo temperamento 36 15| Nel centro di una parete c'è un ritratto giovanile del 37 15| salottino vicino alla tomba c'è tutto l'armamentario pronto 38 15| nel salone. Davanti a lui c'è una fotografia di Renato 39 15| Pellegrino. Davanti a Verdi c'è una schiamazzante fotografia 40 16| esortava il Maestro.~– C'è questa vipera. – Allora 41 16| Ghenga» di «Torre»? Non c'è nemmeno da cercarli nel 42 16| Maestro, là verso il 1905, c'era il mio studio. Si accedeva 43 16| strapunto. Nello studio non c'erano cavalletti, e le pareti 44 16| da tavola di disegno. Non c'erano nè piatti nè scodelle. 45 16| suolo e su quel terreno c'incassavano l'anguille pescate 46 17| sembravano serpenti, quando c'è il passaggio dei pastrani 47 17| Sulle squallide pareti c'era soltanto una fotografia, 48 18| lontano da Torre del Lago c'è Castelvecchio Pascoli, 49 18| antemurale di quella terra, c'è la stazione di Castagneto 50 18| là lo seccava assai.~Poi c'era la seccatura degli omonimi: 51 18| della via Regia in Viareggio c'era un cartellone color altomare 52 18| bel viale degli oleandri c'era, non meno vistoso, il 53 18| ribattezzata Lui vivo, c'era il magazzino della «Ditta 54 19| Dalla stazione alla chiesa c'è un tiro di fucile, e per 55 19| festoni d'oro del granturco, c'erano i tappeti arancioni 56 19| il fosso della Burlamacca c'è ancora, vergine, una distesa 57 21| qui a tre tiri di schioppo c'è uno stallaggio, con rimescita: 58 22| l'articolo a Viareggio e c'era spazio; andava tutto 59 23| spaventoso nelle collere, c'era questa specie di tarlo 60 23| amore e di odio». Nel cielo c'era un subisso di stelle; 61 24| Spezia; nel portafoglio non c'era altra carta che quella 62 24| Nel punto medesimo, ora c'è il busto del poeta tragico, 63 25| cantonali delle rare casette, c'erano impastati di fresco, 64 25| ginestre e dell'odorifero pino c'era il modulo di un telegramma 65 26| una luna in quindicesima, c'era scritto: Parrucchiere 66 27| incinte di personalità; e c'era il sindaco d'allora comm. 67 27| comm. Cesare Riccioni, e c'era l'assessore cavalier 68 27| assessore cavalier Nelli, e c'era Oreste Molinelli, e al 69 27| guaire atrocemente. In alto c'era un finestrino ed io con 70 27| ponte di Motrone; dietro lui c'era tutto lo scenario delle 71 28| potrebbe esservi intinto.~– C'è ancora l'inchiostro, – 72 29| Sulle spalle di ognuno c'era legato un fagotto, il 73 30| dirò che lo preferisco dove c'è del tanfo.~Poi mi domandò 74 31| tra lo scrivente e Tozzi c'era una certa rassomiglianza.~ 75 31| montagne lucchesi e San Miniato c'è la stazione di Pontedera, 76 31| Federigo Tozzi. Ma se lui c'era, sbracciava, a capo ritto 77 31| tutto immagazzinato qui. Non c'è altro che da scavare». 78 32| castagno del grande salone c'erano congregati tutti quelli 79 32| del mio studio, nel quale c'era stretta clausura, dissi 80 33| appassionatissimo cacciatore, c'è la maniera di cucinare 81 33| folaga, sulla sponda del lago c'era accampata una tribù zingaresca 82 33| davanti al lago e, sotto, c'è dipinta a tempera una schiera 83 33| parti, rispose:~«– O cosa c'è da ridere? I ciuchi sono 84 33| Permeee!~– Sì, per te. Ieri c'è stata la tela....~Non potei 85 34| Allora il mio studio non c'era; c'era quello di Plinio 86 34| il mio studio non c'era; c'era quello di Plinio Nomellini, 87 35| di pecore, all'addiaccio, c'è oggi il «Conte verde», 88 36| Dirimpetto all'accantonamento c'era il palazzo quadrato, 89 36| giallo e velato di tedio, c'era quel celebre quadro ottocentesco: 90 36| granate.~Sotto il Debeli c'era, tra poggi e falaschi, 91 36| tribolato dalle granate? C'era stata l'azione di giugno 92 37| mastino.~ ~♦~ ~Nel salone c'era il fumo e la peste della 93 38| barbettaccia a punta; e c'erano altri truccati alla 94 38| labbra tinti di rosa; e c'erano dei falsi Rembrandt: 95 38| andavano al mare, e sul mare c'erano aperte le vele delle 96 39| più stretta di una spanna, c'era inciso il Ponte del Diavolo, 97 39| che stampavano l'Esare, c'è un grande silenzio; ascoltando 98 40| calcinate. Sull'ultimo tavolo c'è il manoscritto de L'Incendio 99 41| cimitero in città? Cosa c'è poi da conservare? – riflettè 100 41| fare il foscoliano: – Cosa c'è da conservare? Le tombe 101 41| dolcezza che è nettare non c'è altra squisitezza che la 102 41| superi. O divina va che c'ingagliardisci la salute 103 43| Non ci sono strade.~– Ma c'è una casa su cui è murata 104 46| proprio nel posto dove oggi c'è il monumento. Io, il «Generale», 105 46| proprio sul luogo ove oggi c'è il «Balipedio». Una cosa 106 46| Prometeo» e «Shelley». C'è rimasto il monumento, onesto 107 47| scalpellino che lo riquadri c'è un viandante forestiero 108 47| quello che cercava il ciuco e c'era a cavallo.~– E cercava?~– 109 47| al posto della rimescita c'era un grande leccio, i cui 110 47| dei poeti e dei re. Oggi c'è la taverna, la reggia dei 111 47| una parete della taverna c'è un complicatissimo progetto 112 48| brutto è parlar quando non c'è bisogno.~– Silenzio.~–