Parte

  1   1|        falegname nelle ore lucide, era così terrorizzato di doversi
  2   1|        terra che quando ne parlava era preso da ribrezzo. Inteso
  3   2|        leggere le epigrafi.~Questo era il mio compito perchè, all'
  4   2|          della sua vita, il Brilli era quasi cieco. Il Brilli,
  5   2|         ringiovanire di dieci anni era un fattarello che mi era
  6   2|           era un fattarello che mi era accaduto qualche anno prima
  7   2|          autore degli affreschi.~– Era un sant'uomo.~– E come si
  8   2|       respirò aspirò sperò spirò».~Era l'ora in cui gli arruotini
  9   2|  ritornavano alla campagna e noi s'era costretti a camminare sui
 10   3|   piazzaletto della stazione non c'era nessuno. Appoggiati al muro
 11   3|        modestia e che alla mattina era il primo ad alzarsi, sfornellava,
 12   3|      preside fermò il vetturale.~– Era un signore alto quanto me?~–
 13   4|           San Miniato.~ ~♦~ ~– Com'era d'aspetto il Poeta? – chieggo.~–
 14   4|           allo scuro: giù di qui c'era un ragazzo che conosceva
 15   4|         saputo che qui il Carducci era espansivo, – specialmente
 16   4|    frescura degli alberi di fuori, era pur sempre l'aria d'estate.
 17   5|          rosso mar» – in quantità, era Giosuè Carducci. La signora
 18   5|          nel salotto buono, in cui era effigiato Giosuè Carducci.
 19   5|       predace. Il popolano cantore era di sentimenti razionalisti.
 20   5|     misterioso ospite dell'Albergo era proprio lui. Recatosi al
 21   5|           Giosuè, perchè anche lei era, se bene alla lontana, del
 22   5|   austerità, luminoso e sereno, si era, per un terribile male che
 23   5|          Satana ed il Ça ira.~Tale era l'ansietà, in questi popolani,
 24   5|      associandosi al rammarico che era nella voce del declamatore: –
 25   5|          dal grigiore degli ulivi, era quella del vento che dallo
 26   5| corrispondeva all'altra e su tutte era stampato: «Tal fui qual
 27   6|          Vicino allo spaccasassi c'era accucciato un cagnaccio
 28   6|         pianacce di Giustagnana, – era amante del vino nativo,
 29   6|            udito. La sua compagnia era di scomunicati e di quelli
 30   6|          andar spedito  dove non era via da vestito di cappa.
 31   6|            Un crocchio di Apuani s'era appollaiato sotto una bassa
 32   6|           trattasse: Ceccardo, che era sospettoso come un coniglio
 33   6|             Carducci in quel tempo era a Massa, mandatovi dal Ministero
 34   6|        vedere Francesco Donati, ch'era da qualche tempo ammalato».~
 35   6|         ritratto: «Veramente non c'era più nemmen l'ombra dell'
 36   6|      austerità, luminosa e serena, era divenuta fredda e smorta;
 37   7|         votiva. Tutta la Versilia, era adunata in Seravezza per
 38   7|            giù nelle grigie città, era riguardato sì con rispetto,
 39   7|             e sul petto quadrato c'era il sigillo di una medaglia
 40   8|           Brilli. Anche costì egli era consolato da' memorie di
 41   8|      Pellegrino Rossi»; e a Brilli era nota una villetta situata
 42   8|       avvivasse al tavolino ciò ch'era in lui più di violento e
 43   8|          ubriacasse;~b) il Manzoni era in letteratura assolutista.
 44   8|  letteratura assolutista. Il libro era prima di tutto un'azione;
 45   8|           trovarlo col D'Ancona, – era giovinetto quando lui si
 46   8|          ha condotto dal senatore. Era nervosissimo: ha detto che
 47   8|           del successo della Nave (era di buon umore) e dello spettacolo
 48   8|          rappresentate mai, che vi era troppo pensiero; e il pubblico
 49   8|           Leopoldo, sulla cui base era stato scritto a scherno
 50   9|      statuario per la solennità, c'era un bimbo acceso di colore,
 51   9|          riverire il maestro. Egli era seduto al tavolo del suo
 52   9|         passato stamani; anche lui era in grande orgasmo».~ ~♦~ ~
 53  10|    granturcale, naso a petonciano, era Ugo Brilli, che, provveditore
 54  10|             per me a vedere Brilli era di una dolcezza, di una
 55  10|          vecchio amico Ugo Brilli» era da capo al suo eletto, quelle
 56  10|           su scritto Dioappunti era conservata questa lettera
 57  10|        veniva, così Gnaccarini. Vi era lo zio Walfredo, il marito
 58  11|          qui da Mariù quando Drigo era come un batuffolo di lana.
 59  11|            in cui viveva il Poeta, era uno di quei ragazzi di Castelvecchio
 60  12|            tavolo: a uno più in  era seduto un bell'uomo dal
 61  13|      medesimo risultò che il Poeta era ineleggibile perchè, sebbene
 62  13|        inoltre che la eleggibilità era stata contestata in antecedenza.~
 63  15|           Troppe volte il pelago s'era posto tra il Maestro e questa
 64  15|           è indirizzato il foglio, era la madre del Maestro.~–
 65  15|          quella di Pisa.~Viareggio era Quart Khadasciat, o città
 66  15|        arrugginito, chè di ruggine era anche un certo suo vestito
 67  15|             Allora, Torre del Lago era una lingua palustre, non
 68  16|          con noi vezzosa damigella era musicata in vernacolo lucchese.
 69  16|            Una Compagnia di guitti era capitata a Torre del Lago
 70  16|           il preveduto. Il Maestro era seduto in prima fila e sotto
 71  16|       Maestro,  verso il 1905, c'era il mio studio. Si accedeva
 72  16|           per le scale pericolanti era il desiderio di rivivere
 73  16|        capanna di «Gamba di merlo» era stata rasa al suolo e su
 74  17|           al Maestro che al solito era salito al granaio.~– Dopo
 75  17|           Sulle squallide pareti c'era soltanto una fotografia,
 76  17|           di Viareggio, il Maestro era legato da memorie di lavoro
 77  18|            lo seccava assai.~Poi c'era la seccatura degli omonimi:
 78  18|           via Regia in Viareggio c'era un cartellone color altomare
 79  18|         bel viale degli oleandri c'era, non meno vistoso, il cartello:
 80  18|           ribattezzata Lui vivo, c'era il magazzino della «Ditta
 81  18|            a credito, il cui collo era abboccato da un colletto
 82  18|   raffigurava il Santo padovano ed era venerata nella chiesa parrocchiale
 83  18|          notte la navata del Santo era illuminata da molte lampade
 84  18|          le sue preghiere per noi. Era la fervida invocazione che
 85  19|   traghettatori del Lago tra cui v'era anche «Caronte», i cacciatori,
 86  19|          opere. Una densa caligine era calata sui pioppi, il fiatare
 87  19|         marcava il passo, la Croce era avanti a tutti; simboli
 88  19|          gioiosi!~Ma se il ritorno era vano, che desolazione. Nella
 89  19|          il pelame, ma lo schioppo era senza cartucce. Per fortuna
 90  19|        senza cartucce. Per fortuna era l'ora della rasserenante
 91  19|          cominciava a comporre, ed era quella parte della notte
 92  19|            far niente in quell'ora era cosa tempestiva, ossia opportuna
 93  20|            bianca; Giacomo Puccini era seduto sulla sinistra (il
 94  20|            Ferruccio Pagni, che si era spento nell'alba, improvvisamente.
 95  20|        seguace del grande Fattori, era alto di statura, segaligno,
 96  20|      folaghe. Ma, quando il sogno; era dileguato, un accoramento
 97  20|            desolazione il Pagni si era avventurato nelle lontane
 98  20|           il Pagni, a quei giorni, era direttore a Rosario, di
 99  20|         chiedevo altro. Il Maestro era ospitato nel palazzo della
100  20|          dopo, quando il Maestro s'era imbarcato per l'Italia.
101  20|         alto, dritto, impassibile. Era «Ferro» che guardava il
102  21|            Generale» se il Serchio era in magra; se il fiume era
103  21|          era in magra; se il fiume era in piena il rapporto sarebbe
104  21|   notificata su cartolina postale, era di pugno del Generale. –
105  21|           Bocc'a Serchio, il quale era in piena, e la romba, 
106  21|        agli astanti che il Foscolo era nato a Firenze.~– Ugo, il
107  21|         Brandano».~– Giovanotti, s'era detto senza offese – ci
108  21|         padrone dello stallaggio s'era fatto sull'uscio di cucina
109  22|         Libeccio sulla cui testata era stampato: «Soffia la sera
110  22|           articolo a Viareggio e c'era spazio; andava tutto bene.
111  22|           del giornale Il Libeccio era composta di un torchio,
112  22|       Quartuccino». Il compositore era un tipografo il quale faceva
113  22|            vino, il cui soprannome era «Bidoni». Dopo aver tessuto
114  22|          articolo con la scusa che era troppo lungo. Ti dico francamente,
115  23|         seppe, dopo del tempo, che era morto improvvisamente a
116  23|        spaventoso nelle collere, c'era questa specie di tarlo invisibile
117  23|         tavolinetto, davanti a cui era un grande specchio, dov'
118  23|            posta, in quei deserti, era come la manna. Una cartolina
119  23|          talloncino di giornale: v'era incollato sopra un avviso
120  23|           Murat, re e cavaliere, – era una visione ossessiva del
121  23|         alto e tribolato. La mamma era morta da pochi mesi e la
122  23|            e degli alberghi infimi era ripresa più intensamente;
123  23|         fascista in Roma.~Ceccardo era rimasto solo in Genova,
124  23|         fogli sono volati in aria. Era lei che passava. I morti
125  23|         chiamarono invano; la sera era spirato. Fu aperto il testamento: «
126  23|            e di odio». Nel cielo c'era un subisso di stelle; la
127  23|    ospedale. La fronte di Ceccardo era diventata di cera, gli occhi
128  23|         sino all'estremo anelito». Era di Gabriele d'Annunzio.~«
129  24|         che il poeta, un tempo, si era occupato di leggi e di codici.~
130  24|    colletto strappato; il cappello era di traverso sui capelli
131  24|            una rovere secolare, si era gettato sulle coltri e leggeva
132  24|        codice penale. Il suo umore era nero, nero seppia, bocca
133  24|        lupo preso alla lacciata, s'era seduto sulle coltri: ebbe
134  24|      Spezia; nel portafoglio non c'era altra carta che quella di
135  25|     Castello».~Ventotto anni fa, – era appena morto il Carducci, –
136  25|            e dell'odorifero pino c'era il modulo di un telegramma
137  25|            Ogni poco il poeta (com'era suo costume) si fermava,
138  25|       Apuani dalle ali di falco» s'era congregato sulla via di
139  25|         ricordava che, proprio , era nato Giosuè Carducci.~Il
140  25|     delirava a delle chimere. Egli era un carducciano di concetto,
141  25|      Ceccardo, Giosuè Carducci non era il Nume fantastico creato
142  25|          anima di un primitivo, ma era il Nume vivente che riassumeva
143  25|          ellenico.~Ceccardo quando era preso dai puri spiriti della
144  25|        Ceccardi, – Giosuè Carducci era stato appena assunto tra
145  26|            luna in quindicesima, c'era scritto: Parrucchiere della
146  26|         cameriere del Poeta, che s'era moltiplicato nella teoria
147  26|           Poeta e quale titolo gli era conveniente, rispose:~–
148  26|     copiava il Dante: la poesia ci era familiare, ma più delle
149  26|     Versiliana», laccata dal sole, era fantastica; il mare si concludeva
150  26|            dalla Magra al Serchio, era deserta ed egli cavalcava
151  26|         ogni dieci minuti e ognuno era ricompensato lautamente.~
152  26|         preso soldo in quei tempi, era anche il «notaro» della
153  26|          Annunzio».~ ~La Francesca era finita. Il mare risonante,
154  26|          nel cuore della montagna. Era una mattinata rutilante.
155  26|           il Poeta da vicino: egli era bianco, come scolpito in
156  26|        nave di Monfalcone. La nave era fulminata dai cannoni dell'
157  26|         facevano civetta, il Poeta era più intrepido della notte
158  26|          fuso, sulle doline l'aria era più densa. L'ora del sonno
159  27|       Generale Giuseppe Garibaldi» era pilotato da un «invalido»
160  27|          Dunque «Sciocchezza», che era stato con Garibaldi, volle
161  27|          sul cui specchio di poppa era scritto il nome in nero: «
162  27|            Una mattina che il mare era placido, «eran l'acque del
163  27|        incinte di personalità; e c'era il sindaco d'allora comm.
164  27|         comm. Cesare Riccioni, e c'era l'assessore cavalier Nelli,
165  27|      assessore cavalier Nelli, e c'era Oreste Molinelli, e al timone
166  27|           Musco e Maiorana. Grasso era nella vigoria impetuosa.
167  27|           tanto bene». Il ritratto era di dimensione spettacolosa,
168  27| abbracciava gli offerenti, tra cui era l'autore. Grasso, chiamato
169  27|      guaire atrocemente. In alto c'era un finestrino ed io con
170  27|           di Motrone; dietro lui c'era tutto lo scenario delle
171  27|    temprava al sole e la sua pelle era bronzata. Il «Poettino»,
172  27|      scorse il nome «Poettino» che era scritto sotto il «prugaccino»
173  27|         del «Mago» quando Poettino era sulla pianta a farsi una
174  28|           il cancello di Mercatale era spalancato.~La signora Rita,
175  28|            Telemaco Signorini, che era da noi a Dianella, gli disse:
176  28|           albore!...~ ~– Eh, babbo era melanconico!... Come s'inquietava
177  29|      spento Pilade Salvestrini che era una caratteristica macchietta
178  29|   cittadina, aveva settant'anni ed era conosciutissimo a Firenze,
179  29|           fatti e curiosità di cui era come una miniera. Questa
180  29|           Questa cultura egli se l'era formata con molto studio
181  29|         austerità la fronte aperta era di un candore immacolato,
182  29|           vermiglie. Tutto il viso era screpolato. Il tatuaggio
183  29|           parola ch'egli proferiva era addentata nelle articolazioni.
184  29|            a una annegata in piedi era irrigidita al muro, essa
185  29|           Sulle spalle di ognuno c'era legato un fagotto, il cui
186  29|        vertebre secche, la sottana era accappiata alla vita con
187  29|        cielo torbato. L'apostolo s'era immerso nella lettura e
188  29|       essendo suonato mezzogiorno, era rimasto solo presso la base
189  29|            non lo incontravo: egli era diventato quasi del tutto
190  30|           massima parte del corteo era composta di gente sana,
191  30|       sapiente.~Ferdinando Martini era inconfondibile: alto, proporzionato,
192  30|            Quali quadri ha notato? Era solo? –Sì!~Rapidamente fui
193  30|  concezione del libro: il Ceccardo era ormai nelle vetrine. Per
194  30|               Mi piace.~Il maestro era apparso nel telaio che inquadra
195  30|  conosciuto Ceccardo?~Martini, che era già seduto allo scrittoio,
196  30|           mangiava?~L'osservazione era acuta perchè nel libro è
197  30|           il giorno delle onoranze era  sotto quel querciolo.~–
198  30|         inaugurazione. Martini non era stato vulnerato dal tempo:
199  30|        vialone di querce: la notte era serena, la luna matematica,
200  31|       sarebbe occupato di me. Egli era Ferdinando Paolieri e l'
201  31|      pareva volessero combaciarsi; era, come le noci foderato di
202  31|         tra lo scrivente e Tozzi c'era una certa rassomiglianza.~
203  31|       ritrovo buono della comitiva era un noto caffè. Intorno a
204  31|             perchè quell'impiegato era sempre serio, gli voleva
205  31|            grande scrittore senese era a repentaglio con i bollettini
206  31|        Federigo Tozzi. Ma se lui c'era, sbracciava, a capo ritto
207  32|          Camera del Lavoro, in cui era incorporato il mio studio,
208  32|            mio studio, nel quale c'era stretta clausura, dissi
209  32|            solchi neri e profondi, era imbullettata a una lunga
210  33|            sulla sponda del lago c'era accampata una tribù zingaresca
211  33|         all'arrembaggio; lungo com'era, avrebbe da solo diluviato
212  34|          DI GIOSUÈ BORSI~ ~ ~ ~ ~ ~Era proprio qui sotto le finestre
213  34|         Allora il mio studio non c'era; c'era quello di Plinio
214  34|            mio studio non c'era; c'era quello di Plinio Nomellini,
215  34|          orologio del poeta che si era, come suol dirsi, incantato.~
216  34|            grido nostalgico.~Tutto era pronto per la mostra del
217  36|    Dirimpetto all'accantonamento c'era il palazzo quadrato, su
218  36|        giallo e velato di tedio, c'era quel celebre quadro ottocentesco:
219  36|           dei palpiti: quel quadro era il primo quadro che io avevo
220  36|    Raffaello e di Giotto, e invece era quel vecchio dalla lunga
221  36|        preso di strinato. Il Carso era , visibile: case schiantate
222  36|          Cristo. Sopra un tumulo v'era un giglio alto e una epigrafe:
223  36|      inoltrò sul Carso, dove tutto era rosso mattone; le quote,
224  36|         granate.~Sotto il Debeli c'era, tra poggi e falaschi, il
225  36|        quote dirimpetto. Sant'Elia era sepolto ; ma come ritrovarlo
226  36|         tribolato dalle granate? C'era stata l'azione di giugno
227  36|    cimitero della Brigata Arezzo v'era lo sconvolgimento della
228  37|          aria. Un tavolino laccato era pieno di ninnoli; delle
229  37|          la speranza. La primavera era appena esplosa da un inverno
230  37|        mossi dal vento, e la donna era scomparsa. Lo spettro della
231  37|             sparì dalla parte dove era sparita la donna, che sembrava
232  37|      Guillaume, il rivoluzionario, era un assoluto doppione, nel
233  37|     francese bernesco, – Guillaume era nato in Svizzera, – mi raccontò
234  37|            rimettersi in salute, s'era portato sulle spiagge solatie
235  37|        molto pratico del nuoto, si era spinto al largo e fu travolto
236  37|            Boulevard de Boulogne 8 era il domicilio di «Mirbeau
237  37|        mastino.~ ~♦~ ~Nel salone c'era il fumo e la peste della
238  37|  introdotti nel saloncino ove egli era andato a rinfrescarsi. Egli
239  38|       Quartiere latino. La notizia era scarna; pochi i particolari.
240  38|    distratto, prendevo la vita com'era, gli avvenimenti come succedevano,
241  38|           di formule e di sistemi, era stato inghiottito da uno
242  38|     cristiani.~ ~♦~ ~Il mio ospite era di questa progenie e faceva
243  38|       ponte del Louvre, – la Senna era del colore del fango, come
244  38|        ripetere che per me la vita era simile a un fiume.~– Dove
245  39|            affluente dell'Arno che era vollero avviarlo al mare
246  39|           centesimi due.~Ma regale era il luogo in cui si stampava
247  39|          mai firmato per esteso, – era sottile e tagliente e pungente.
248  39|            magnifiche.~ ~♦~ ~L. B. era alto di statura ed aveva
249  39|      apostolo. Negli occhi limpidi era spenta l'acrimonia. Egli,
250  39|      patrizio, che dal 1870 in poi era chiuso a metà e dalla voce
251  39|           stretta di una spanna, c'era inciso il Ponte del Diavolo,
252  40|        baffi perchè quella peluria era indice manifesto di liberalità
253  41|            cervelli e di stomachi, era urtato da queste speculazioni
254  42|       padre domanda al figlio qual'era la giovane che aveva prescelta
255  42|       libretto. Il poeta Cammarano era pronto a contentarlo, ma
256  42|        entrò nel teatro San Carlo, era tutto tremante e quasi fuori
257  42|           diporto a Fiumicino, ove era all'ancoraggio di uso un
258  43|         Terme di Casciana.~Martini era stato, tanti anni prima,
259  43|           Il Maestro, altissimo, s'era elevato per leggere con
260  43|         portalettere rurale che si era messo sul naso granito di
261  43|       soltanto un bassorilievo che era scolpito sopra la porta
262  43|            omonima). Dante per noi era collegato alla santonina,
263  43|           il metro dei versi. E si era còlti addirittura dal ribrezzo
264  44|    contemplazione del mare. Questi era Francesco De Sanctis, che
265  44|         quale, cionco nelle gambe, era seduto su di un carretto
266  44|         aveva ragione. Vinaccia si era accaparrato un posto sul
267  44|           in taverne, e per questo era invidiato da tutti gli altri
268  44|      quando s'accorse che Vinaccia era sparito. Allora dette in
269  45|          allampanate. Un secolo fa era diventata l'ottava meraviglia
270  45|      Andreini, la pancia del quale era in magistrale plenilunio –,
271  45|     dovizia di canti, ma la pancia era stata negletta e mortificata
272  45|         che si satollava a dovere, era oltremodo gioviale e socievole~ ~
273  45|           venne alla luce del sole era roseo e tondo come un putto
274  45|          timore e la lor compagnia era, per il dittatore, riposante;
275  45|            riposante; mentre Bruto era magro, torbo e accigliato.
276  45|           Giovanni Andrea Andreini era un cuor d'oro: il poema
277  46|         che quell'Inglese affogato era un grande poeta si sentì
278  46|    particolari. – Viareggio allora era quattro case e dieci capanne:
279  46|            taverna «Prometeo», che era proprio all'imbocco della
280  46|        fragile legno veleggiando – era approdato per improvvisa
281  47|           che cercava il ciuco e c'era a cavallo.~– E cercava?~–
282  47|            posto della rimescita c'era un grande leccio, i cui
283  48|        1892 la pineta di Viareggio era un intricato bosco, un frammento
284  48|        Shelley fu dato alle fiamme era bollente di sole: lord Byron,
285  48|          taglio raso a tracolla, s'era proposto d'imparare a memoria
286  48|      soprannome il «poeta», perchè era ambizioso di cantare in
287  48|         gambe gli si accenciavano. Era allora che gli riaffiorava
288  48|         dava sulla piazza omonima, era breve, ma perigliosa: «In
289  48|         Molte volte e molte egli s'era incimentato (come diceva
290  48|          le ore sugli orologi, gli era una cosa disdicevole alla
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