Lorenzo Viani
Le chiavi nel pozzo

ARRIVI E PARTENZE

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ARRIVI E PARTENZE

 

 

 

Un omaccion mangia fagiuoli approssimandosi alle mura di Lucca sentendosi la ventraia piena dette un'occhiata a dritta e una a manca, non scorgendo veruno allentò la cinghia dei pantaloni e si fe' fare il pizzicorino dalle erbe fresche.

Mentre l'omaccion mangia fagiuoli aspettava lo scarico canterellava in dolce metro:

 

Me ne venni per davanti

me ne vado per di dietro

 

Un contadino lucchese, occultato nel fondo di un catrafosso vicino, col gitto alla mano (quel botticino di doghe imperniato su di una pertica per cavare le fogne) lo centrò nel centro dell'omaccion mangia fagiuoli che sbottando cantarellava in dolce metro:

 

Me ne venni per davanti

me ne vado per di dietro.

 

Quando all'omaccion mangia fagiuoli sembrò essersi svuotato come un otre del vento, si voltò, ma il contadino aveva ritirato il gitto pieno al colmo e lo aveva intombato nella terra: l'omaccion vide l'erba verde monda alitata dal venticello della primavera, e come un cane si dette ad annusare e girare sì che pareva una trottola.

La sera, legato come un salame, lo portavano verso Monte fiorito. Ma lui badava a dire:

– Eppure ne ho fatta tanta da caricare un bastimento, poi cantarellava in dolce metro:

 

Me ne venni per davanti

me ne vado per di dietro.


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