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PRESCRITTO L'ABITO NERO
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Sulla poltrona verde, tenera come una mimosa, verde carfagno e fioretti gialli, attende vestito di nero il condannato a morte. Le mani strutte di cera posano sui centrini bianchi dei braccioli come sulle bianche pezzuole che si mettono sotto le fredde mani dei morti. L'impannata gialla di iodio, sublimata da sole, indora la fronte del predestinato alla garrotta, una maiolica gl'insanguina, coi riflessi, la noce del collo scarno come quello di un pollo roso dalle pucette.
La camicia di marmo statuario è slacciata come il nodo scorsoio della cravatta di velluto nero.
La carne bianca di una vergine anemica ripolpa la fossetta clavicolare che rauca croccola di salive e di stenti.
Il diaccio sudore dei morti s'aggela sulla fronte come le goccie bianche dello sparmaceto sul cero.
Negli occhi c'è il giallo della funebre torcia a vento.
– Morirò così!
Il pazzo, come colui che sottomette la pelle tra il gemello d'osso e l'occhiello, appinza la pelle accapponita, ripercuote i denti gelati, gli occhi illuminano di giallo tutta la sala, aperti diventano neri come le cappe dei monatti, e neri diventano gli alberi, i mobili, la verde stoffa setata i cenci bianchi, la luce.
– Eccoli! e così sia!
La mannaia dell'orologio di sala suona fredda a morto! don, don, don.
Il pendolo dorato folgora come l'occhio di un gufo.
– Anche tu uccellaccio del cattivo augurio. Il pazzo penzola il capo dalla poltrona e stecchisce il corpo marmato, la noce del collo par segacchiata.
Confessione, ma la confessione, la remissione dei peccati, la candela, la croce.
Un San Lazzaro scarno e sdrenito, con gli occhi strutti, le lacrime accagliate, i denti unti di bava, un uomo colato di lava, è lì sulla poltrona verde e tenera come una mimosa, che attende da anni d'essere giustiziato.
Le carra tarmolano sotto il muraglione la strada, ed egli ode il cigolio della mannaja, le bianche giovenche mugghiano scuotendo i rossi peneri sulle muragne ed egli ode l'urlo bestiale del boia ubriaco.
Nel fresco vento sente il coltello che gli recide la noce del collo e fa grandi segni di croce.