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L'AMBULANTE
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Non ci credevi che ci fosse lonferno
et ora ne verrai meco in sempiterno.
Un ombrellaccio da pioggia aperto rovesciato e confitto in terra è la bottega dell'ambulante, quando piove l'ambulante si mette la bottega sul capo e va per la campagna felice e beato. Baruffi di refe, cartine d'aghi, gomitoli, ghiomi, carta e buste, ceralacca e spago. Sulla cima di ogni stecca è appiccato un bamboccio e uomini col fischio al culo, ma di sasso.
Seduto sul muricciolo di un fossatello in aperta campagna l'ambulante gorgheggia, zufola, pispiglia, gracida, imitando uccelli piccoli e grandi.
– Babbaruffiffi, aghighighighi, ghioghioghiomimimimiiiiiiii, ceraceraceralalalaccacacacacaca. Ventate verdi profumate d'erba nascente in mezzo a tanti colori di lontananze. Il merciaiolo grida: – Gente? Ma siete tutte morte?
– Perchè allora ti han portato qui?
– O me lo dica lei? C'era un deposito per una pazzia, fu il padrone che strizzando gli occhi a du' marugei, disse: – Allora portatelo così e così.... O chi se lo credeva che «così e così» fosse lonferno de' giudei. Perbacco se ci vengo, dissi, se ci devo venire per forza vengo subito. O che avrebbe fatto lei?
– E se esci che fai?
– O me lo dica lei?
– Perchè qualche volta piangi?
– È la disperazione.... sa.... vedo quella cosa.... vedo quell'altra.... una volta ero libero, m'intende?
– Lo sai perchè ti faccio tutte queste domande?
– Mah.... È padrone lei.... Scrive.
– Allora portatelo «così e così» e buttate le chiavi nel pozzo.
– Ha sentito nulla lei?
– No.
– Ma io sì.