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PATERNITÀ
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Dopo la visita del padre il pazzo impugnò il viso impassibile con tutte e due le mani e posò il mento sul tavolo giallo interminabile.
– Sei stato contento della visita di tuo padre?
– Mio padre, mio padre, mio padre? – disse perplesso il pazzo, e proverbiò al medico: – Ma lei è sicuro che suo padre sia suo padre? Glie l'hanno detto quando non aveva giudizio.
Il pastor Sirizio appoggiato al retino del manicomio parlotta col pazzo che scassa la terra rossa come il mattone crudo, le pecore del pastor Sirizio brucano l'erbetta tenerella sul declivio che finisce nel rio dove stioccano l'acque sui cotani celestini, le nuvolette della primavera trapelano la collina celeste.
– A tritarla ben bene – dice il pazzo al pastore Sirizio – il mondo è tutto un mangiamangia; la terra, mangia gli uomini e gli uomini mangiano i frutti della terra, belli, freschi, e tenerelli, chi sa quante volte i tuoi morti ritorneranno su per la gola delle tue pecore e chi sa quante volte tuo padre è ritornato alla gola dei tuoi giovenchi, e lo hanno rigettato verde sul concio.
– O che dici o sgalerato, che mi fai voglia di dar di stomaco.
– I morti mangiano la radichella dalla parte della radica amara, e le tu' pecore brucano di sopra la verzura dolcina, delle volte fanno a tira tira, e vince chi ha il dente più forte e robusto.
– Non mi fai più cibar di verzura.
– E quando tu butti il concio e il perugino sulle braschette dei cavoli, lo potresti buttare sulla faccia dei tuoi morti. Che ne sappian noi di quel che succede a tre braccia fondo sotto terra.