Carlo Righetti, alias Cletto Arrighi
I quattro amori di Claudia

PARTE PRIMA.

CAPITOLO III.   Il fallo di Claudia.

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CAPITOLO III.

 

Il fallo di Claudia.

 

Che cos'era accaduto alla Claudia per consigliarla a buttarsi nell'Arno a 17 anni?

Due ore innanzi che cominciasse a fioccare — verso le tre di quel giorno di Ceppo — nella stanza di casa sua regnava la più tetra malinconia.

Michele Valli, veterano milanese, impiegato in ministero, stava taciturno nel suo seggiolone, nell'attitudine consueta. La Giovanna, sua madre, era seduta dinanzi al camino, colla Gigia; la Nina guardava fuori dai vetri della finestra, se giungeva la bianca pellegrina del cielo, aspettata dalle ossa.

Nella testa dei due vecchi, un pensiero doloroso, un martello fisso, continuo, insistente, dava loro una stessa angoscia, senza che l'uno l'altro avesse il coraggio di comunicarsela e di sfogarsi. La vecchia per timidezza il veterano per orgoglio. Lei sgranava il rosario e labbreggiava dei pater e degli ave; lui si alzava da sedere, passeggiava un tratto, poi si fermava di botto, picchiava il bastone sul pavimento, si rimetteva a sedere, e poco dopo si rialzava a passeggiar da capo. Quanto alla Nina, essa avrebbe battuta volontieri una buona polchetta sui vetri colle unghie, ma se ne stava immobile e zitta, compresa da quell'uggia in famiglia. La Grigia era tutta intenta al presepio.

A un tratto Michele sclamò:

O che non si prepara la tavola quest'oggi? Che fai mamma a biascicare paternostri? Credi tu che Domeneddio abbia tempo di ascoltare le tue orazioni?

La vecchia trasalì, come le accadeva sempre quando suo figlio le dirigeva di botto la parola.

Hai pur veduto come ci ha trattati invece! — seguitò il Michele.

La Nina udendo quella voce, prese la Gigia per mano e se la sbiettò in cucina, a dare un'occhiata2 alla pentola.

Nel tempo, che la nonna impiegò ad apparecchiare la tavola, lei, il Michele fiatarono. Essa lacrimava in silenzio, lui pareva si fosse addormentato.

La buona vecchia, terminata la faccenda, ritornò al suo posto dinanzi al ceppo; e cavata di nuovo la corona di tasca tornò alla preghiera, unico suo conforto in tanta desolazione.

E nella stanza si rifece una tale taciturnità, che si sarebbe udito ronzar una zanzara.

A un tratto Michele, che teneva gli occhi fissi sulla tavola apparecchiata, aggrottò le ciglia, si riscosse, allungò la mano scarna, coll'indice teso e disse:

Che cos'è quello? — Perchè hai preparato per cinque? Come va questa faccenda?

La vecchia alzò la testa e la volse alla tavola. Era pallida come una morta.

Per cinque! — disse.

E le si mozzò la parola in gola.

Sicuro! Per cinque! Chè mi fai l'indiana adesso? Uno, due, tre, quattro e cinque! Chi è che s'aspetta di bello?

Sarà stata una svistarispose confusamente la donna, che si capiva non avrebbe risposto così, se Michele fosse stato meno risoluto e fiero.

Una svista, una svista! — grugnì costui.

Ero così assuefatta il giorno di Natale, quando eravamo a Milano, a metter giù per cinque, che anche quest'anno....

Quest'anno non è l'anno scorsogridò Michele alzandosi — e che sia stramaledetto il giorno... e l'ora che venni a Firenze!

E qui sentendo che la sua voce si inteneriva e tremolava di pianto, per celare la debolezza, prese il piatto e lo fece volare lontano con un fracasso, che richiamò le due ragazze dalla cucina sull'uscio.

Poi rivoltosi alla vecchia — che se ne stava mortificata, come un pulcino, che veda il nibbio aliar nell'aria, mentre è lontano dalla chiocciariprese con calma:

Ascolta, mamma, se no potrebbe accadere qualche cosa di brutto. Ricordati bene che se tu avessi ancora pel capo delle idee pietose per quella.... per quella....

La vecchia alzò le braccia supplicando...

Per quell'altra miserabileriprese il veterano — mi faresti fare uno sproposito!

Per amor del cielo, Michele, pensa che è il sangue di quell'angelo di tua moglie!

Ma che sangue d'Egitto! — sclamò Michele — non voglio; tientilo bene per detto, e bada a quello che fai.

La povera donna ricominciò a singhiozzare e lui che nel frattempo aveva accesa la pipa per mantenere la disinvoltura, si rimise a passeggiare, fumando come una locomotiva.

Stavano così da qualche tempo, quando all'uscio s'intese un picchio sommesso, un picchio dato colla punta delle dita, ma timido e irresoluto, come di persona che non abbia il coraggio di entrare. Pareva esprimere la preghiera e domandare il perdono!

Michele, l'ex sergente di artiglieria non lo udì.... I colpi tirati nelle campagne d'Italia gli avevano scemato il senso dell'udito: ma la nonna lo intese e trasalì, sospettando il vero. Però non si mosse; ma guardò a suo figlio con un'occhiata sublime; e tese 1'orecchioavidamente.

Di a due minuti il leggero colpo fu ripetuto, supplice più del primo, ma più forte. Questa volta anche il Michele lo udì.

Chi può essere? — domandò a sua madre.

Sarà la vicinarispose la vecchia avviandosi frettolosa per aprire. — La signora Metella!

Io non voglio vederlaproruppe il veterano — se cercasse di me, dille che non ci sono.

Ed entrò in cucina chiudendo l'uscio dietro di .

La vecchia tirò il paletto, schiuse l'imposta, e... Vergine benedetta! si trovò faccia a faccia colla causa del suo gran dolore, colla fanciulla fuggita di casa, con quella nipote insomma che aveva recata tanta tristezza e molta vergogna in quella famigliola.

Era un angelo di bellezza! Cadde in ginocchio singhiozzando:

Tu Claudia! — sclamò la povera donna, curvandosi a sollevare la sventurata. Oh il cuore me lo diceva che oggi saresti ritornata! Ma, per pietà, non farti vedere.... tuo padre è in casa!...

La fanciulla si rizzò spaventata:

Nonna, addio... Ora che l'ho veduta almeno lei.... che l'ho potuta baciar lei... vado... e chissà che cosa accadrà di me!

E sì dicendo la baciava e la stringeva al seno con tenerezza convulsa.

Pazienza! La mi saluti anche la Nina per me.... e, se si lascierà dire una parola, anche il babbo.

E piangeva, e accennava sciogliersi dalle mani della vecchia, che la tratteneva, e che le diceva:

No non devi partire! Ora che sei qui, mi avesse anche a strappar il cuore, non ti lascio più andar via. Vieni nella mia camera. Egli è entrato in cucina. Vieni.

E cogli occhi intenti e fissati su quell'uscio, d'onde poteva comparir a un tratto il babào, essa trafugò, per così dire la Claudia nella camera attigua:

Poi uscì di nuovo e chiamò:

Nina.

La gaia fanciulla accorse.

Che vuoi nonna?

Sei buona di trattenere in cucina tuo padre, fin che sarà cotta la minestra?

Altro che! Non ho ancora messo il riso.

Fagli raccontare la storia della bandiera di Oliosi.

Va bene, — rispose la Nina mostrando le due fila di dentini bianchi e uniti come vezzo di perle. — Ma mi dirai, nonna perchè poi codesto rimpiattino?

Giuri di non dirlo a nessuno?

Zitti e buci!

La Nina, quantunque nata a Milano, parlava fiorentino come una ciana di Camaldoli.

Fatti il segno della croce.

Quella si il segno di croce ridendo.

È tornata la Claudia.

Che! — sclamò la Nina giungendo le mani, — dov'è, dov'è, che anch'io la riveda!

No, dopo; ora è pericoloso; dopo; quando anche il Michele le avrà perdonato! Ora va in cucina, se no è capace di uscir anche lui, e allora guai!

Sarà un lampo; lasciami darle un bacio.

E spinse l'uscio.

La Claudia, che avea udito a fessolino, si gettò nelle braccia di sua sorella; poi questa corse in cucina, per tener a bada il babbo, dopo aver detto alla nonna, con uno spirito di previdenza che avrebbe fatto onore ad un uomo d'affari o a un generale in guerra.

Se per caso il babbo venisse fuori di cucina io mi metterò a cantar forte il «bell'uccellin del bosco». Siete avvisate.

E aveva quindici anni!

Chi è? — le domandò suo padre quando fu rientrata in cucina.

Nessuno — rispose la Nina colla più perfetta noncuranza.

Ma come, nessuno?

Voglio dire che è la Metella del sor Giovanni che.... voleva un poco di burro, pei suoi fegatelli... che bruciano....

E che cosa le hai risposto a quella piattola?

Che non ne avevo più!

Hai fatto bene! Il burro a Firenze costa più che a Milano!

Diè una giravolta, poi:

L'è ancora di ?

Sicuro. Ha cominciata una storia noiosa colla nonna, che la sta a udire.

Pettegole! — grugnì Michele.

Figurati babboriprese la fanciulla — che ieri sera essa voleva che io le raccontassi la storia della bandiera fatta a pezzi in quella casa di Oliosi... dove c'eri anche tu....

Lei! Quell'antipatica? Che ne sa lei della bandiera d'Oliosi? E poi io non c'ero proprio nella casa.... ero nei dintorni.

Gliene ho parlato io! Sai la vigilia di Ceppo si parla assai.

Ho inteso!

Ma io non la so bene, e le ho promesso che me l'avrei fatta ripetere da te.

È lunga, cara Nina.

Eh ma, intanto che io preparo le stoviglie e metto il riso, tu babbo, racconti.

Michele fu preso all'amo. Il buon sergente non potè stare alle mosse e cominciò la storia d'una certa casa di Oliosidove raccolti quattordici sbandati nella battaglia di Custoza, s'erano difesi a lungo contro i battaglioni Croati, pur salvando la bandiera d'un reggimento che vi si era rifugiata.

La nonna intanto, rientrata in camera con la Claudia, s'arrestò dinanzi a lei, intrecciando le mani sul grembo. La fanciulla se ne stava a capo chino, come una penitente molto colpevole dinanzi al confessore,

Dimmi un po' Claudiacominciò la vecchia — saresti tu pronta a far la penitenza e a tornare in casa, dove ti toccherà di lavorare, è vero, ma dove saresti stata sempre una tosa onorata?

Oh nonna, nonna! — sclamò la sventurata piangendo. — Io sì, ci vorrei, ma il babbo? Lei nonna è un angelo di bontà, mi perdonerebbe... ma il babbo? Io morirei di vergogna prima che egli giunga a perdonarmi. Oh lo sento di non essere più degna di voi; io non posso più tornare in questa casa, tutta piena di innocenza e di onestà.

Ah figlia mia, che cosa hai fatto! Come hai potuto fuggir in quel modo, senza che nessuno sospettasse nemmeno che avevi una passione in cuore?

Oh nonna, se tu sapessi che cosa mi diceva... e quante promesse! E come fingeva di volermi bene.

Infami uomini! — sclamò la nonna — Chi è desso?

È il signor Bettino Delmonte, ufficiale di cavalleria.

Bettino Delmonte! Quel giovine che alloggiava qui presso di noi? — La Claudia assentì. — Ed ora?

Ora egli è partito da Firenze. Ha mutato guarnigione e mi ha proibito di seguirlo. È già un mese ch'egli mi ha abbandonata!

Un mese! E perchè non sei tornata subito a casa?

Perchè non ne avevo il coraggio! Avevo paura del babbo.

E come vivevi sola?

Lavorando, e con quel poco ch'egli mi lasciò. Ma stanotte, al pensiero che oggi era il Natale, e che sarei stata sola a piangere tutto il giorno, senza vedervi, mi sono fatta coraggio e sono venuta qui. Non potevo resistere al pensiero di non poterla baciare, almeno lei, nonna e la mia Nina e la Gigia, che sentivo mi volevate bene ancora... Oh se non vi avessi potuto abbracciar almeno voi altre, sarei morta di disperazione! La si figuri che la notte scorsa ho sognato che era appunto il di Natale, e che io mi trovavo qui in casa, insieme a voi altri, innocente e buona come una volta, e che lei, nonna e la Nina e anche il babbo mi facevate intorno un mondo di carezze e di festa. , nella camera, precisamente al posto dove è ora, c'era il presepio, co' suoi lumini, malinconici, ed io qua dentro, nonna — e si metteva le due mani sul cuoresentivo una gioia, una consolazione, che non darei un minuto di quello che ho provato in quel sogno per tutti i divertimenti e per tutti i regali del mondo... Ma fu come un lampo! Mi destai... e a trovarmi, sola, in quella stanza del rimorso, lontana da voi, in collera con tutti, fui presa da una tale smania, che fui per gettarmi dalla finestra... Guardavo in istrada, e vedevo a passare la gente allegra, che se ne andavano verso casa, coi loro bimbi per mano, a volersi bene, a perdonarsi... ed io invece ero sola, senza pace, senza remissione. Allora... mi sono decisa... a qualunque costo... fosse quel che fosse... per rivedervi, per baciarvi, per trovarmi con voi, per essere perdonata...

E cadendo in ginocchio e singhiozzando:

Oh nonna almeno lei, almeno lei, la mi perdoni!

Io sì, io sì, che ti perdono! — rispose la povera vecchia, parlando anch'essa tra le lagrime, e prendendo fra le due mani la bella testolina della Claudia, inginocchiata dinanzi a lei.

Ma la commozione fu interrotta di botto. Tesero l'orecchio entrambe. La Nina cantava: «Bell'uccellin del bosco».

La nonna, per quanto le consentiva la grave età, si lanciò fuori della camera.

Deve essere qui, deve essere qui, — sclamò Michele uscendo dalla cucina, acceso in volto e cogli occhi fiammeggianti. Te la voglio proprio far vedere.

Andò ad un cassettone, frugò, e ne trasse una scheggia di obice, che pose sotto gli occhi della Nina.

Ecco — sclamò — l'ho estratta io stesso dal cadavere del mio povero capitano, presso Oliosi.

A questo punto, figgendo gli occhi in quelli di sua madre, riprese:

Che cos'hai, mamma? Hai la faccia stravolta. Tu hai pianto?

No! — rispose la buona donna. — È un po' di bruciore agli occhi.

Girandolò un minuto, poi ripigliò:

Però, senti Michele...

Che cosa?

Si capiva che la vecchia non sapeva da qual parte rifarsi per rompere il ghiaccio.

Io non ti dirò che debba proprio accadere... ma sai, delle volte... il presentimento non sbaglia mai... e se per caso... tu mi capisci?

Delle volte? Il presentimento? Se per caso? Ma, dico, mamma, che cosa c'è di nuovo oggi, per mia regola? Mi sembra, non so se m'inganno, che qui ci sia del mistero.

Oh Michele! Tu che sei tanto buono!

Michele si fermò sdegnato:

Io buono? Chi lo dice? Stupida! Io non sono buono io! Non sono mai stato buono! Se volessi saprei anche diventare un assassino, guarda.... altro che buono! E c'è chi meriterebbe che io lo diventassi davvero!

Poi più blando andando vicino a sua madre ripigliò:

Ricordati, mamma, che io ho due altre figliole, e che l'importante è di non dar loro scandalo. — Vedocontinuava — un certo non so che intorno a me, che non mi accomoda niente affatto. Non so bene che cosa tu rumini, ma mi pare che abbi delle intenzioni.... delle intenzioni per quell'altra miserabile.

E, alzando la voce, gridò:

Ricordati bene, che essa non è più mia figlia; tienilo bene a mente.

Eh! non fa poi bisogno di gridar tanto! — disse a voce spenta la vecchia — non sono mica sorda.

E intanto ammiccava alla Nina perchè parlasse anche lei.

Babbo, s'ella fosse pentita?

Ma che cosa ne sai tu? — diè sulla voce bruscamente il padreGuai a lei se le saltasse il grillo di rimettere il piede in questa casa.

Non c'era nulla a ribattere!

 

Successe un lungo silenzio.

La Nina lanciò uno sguardo addolorato alla nonna e scivolò in cucina.

Il desinare è pronto? — le domandò Michele, mentre ella passava la soglia dell'uscio.

A momenti.

Allora il padre — quasi fosse soddisfatto della fermezza dimostrata — si mise, a fare una quantità di piccoli atti stravaganti e quasi giovanili! Cercava forse di stornare da una tentazione pietosa? O era stato inuzzolito dal racconto di guerra, fatto poco prima a sua figlia?

Il fatto è che andò al presepio e accese due o tre lumicini che erano spenti, dicendo: Crepi l'avarizia; poi s'affacciò ad un armadio, montò su una scranna e tirò giù un certo barattolo dove l'anno dianzi c'erano delle ciliegie nello spirito, e dove non ne trovò più nessuna. Poi, con una piroletta sul suo tallone di sessanta anni, si portò presso il panettone, venuto la mattina da Milano, e si diede a pizzicarne fuori i granelli abbrustoliti di uva malaga; si fermò un momento dinanzi allo specchio, lisciandosi i baffi e dicendo: non c’è male ancora; e passando vicino a sua madre, che lo guardava un poco sorpresa di questo insolito tramestìo, la salutò militarmente dicendole: guard'a voi!

La Nina in questo arrivò colla zuppiera e Michele, gridò:

Benvenuta la pappa! — Andiamo per Dio, sediamoci, e crepino i nemici! Marche!

Si mise a tavola e spiegò il tovagliolo.

E tu, mamma, che cosa fai in piedi a guardare da quella parte?

La vecchia si mise al desco anche lei.

La Nina intanto scodellava.

Su allegra, mamma, che il diavolo è morto ed è nato il bambino. L'abbiamo qui la nostra donnetta di casa... la reggitora... che minestra già, come se avesse trent’anni! Guardala.

La Nina rise e disse:

Gran che! sono in piedi dello sgabello!

Ma nella mente della povera nonna succedeva intanto un lavorìo di desiderio prepotentissimo. Vedendo suo figlio ridivenuto gaio, un pensiero le era nato e aveva fisso il chiodo: quello di ottenere il perdono della Claudia, e di farla sedere a tavola. Essa aveva sentito scattare a un tratto nella propria volontà quella decisione precisa, fissa, irremovibile, e — sia che la dovesse ottenere dal caso — o dalla pietà di Gesù bambino, o da quella del padre, o dal diavolo, — poco le importava saperlo — aveva fisso, ripeto, di ottenere il perdono di Claudia.

Tornò adunque — e questa volta risoluta — alla carica, contro suo figlio, mandando innanzi un esploratore:

Perchè sei divenuto allegro? — gli domandò.

Sempre allegro e mai passione!— sclamò il militare ridendo!

Ma dentro piangeva.

Se invece di essere soltanto noi quattro — arrischiò la vecchia — fossimo in cinque anche, di minestra ce ne sarebbe abbastanza.

Michele, che stava per metterne in bocca un cucchiaio, arrestò il braccio a metà strada, e fissò sua madre nel bianco degli occhi.

Oggicontinuò imperterrita la vecchia sostenendo lo sguardo di suo figliooggi è quel giorno che tutti perdonano! È peccato mortale restar in collera! Tu devi far pace colla Claudia.

Il veterano, depose il cucchiaio nella scodella e diede un pugno sulla tavola, che fece trabalzar ogni cosa e impallidire la povera donna.

Poi s'alzò da sedere, terribile.

Scommetto che è di disse, e si avviò.

Le donne, balzate in piedi, gli corsero dietro e lo ricinsero colle braccia, gridando;

Perdono, Michele, perdono! Babbo perdono!

Ed ecco l'uscio della camera da letto, ventilando, s'aperse; la Claudia si mostrò sulla soglia e venne a cadere in ginocchio, dinanzi a suo padre.

Questi s'armò d'una sedia, ruggendo fra i denti:

Ah l'ho detto io! Fuori di qua, malnata, fuori!

Le donne piangendo tentavano disarmarlo.

Lasciatemiurlò Michele — E colei esca subito da questa casa... La esca subito.... ripeto, se non vuole che io faccia uno sproposito.

Perdono, perdonoripetevano singhiozzando la nonna e la Nina, con inenarrabile schianto.

Non c'è perdono che tengatuonò Michele — essa non è più mia figlia. In questa casa le svergognate non ci hanno a che fare! Fuori!

—  La Claudia s' alzò... lenta, a capo chino, tremante.

La voce di Michele avea tuonato.

Neppure un crepuscolo di speranza ch'egli potesse perdonare.

La fanciulla si avviò verso la porta.

E voi fermatevi! — gridò Michele alla nonna e alla figlia.

Le due donne ristettero gemendo. La Claudia scomparve.

 

Osvaldo, come vedemmo, aveva incontrata la Claudia che scendeva le scale di casa sua così discacciata dal padre.

E l'aveva salvata da morte.

 

 





p. -
2 Nell'originale "un occhiata". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]



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