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CAPITOLO X.
La valanga.
Stacchi, dunque, era andato incontro alla carovana del barone di Trestelle, e l'aveva salutata allegramente:
— Ben venuti, ben venuti!
— Chi sono quei tre che se ne vanno così in fretta? — gli domandò Claudia, che aveva riconosciuto da lontano i profili della figura di Steno.
— Due sono miei compagni di albergo, il maestro Fortuzzi e la sua scolara, arrivati ieri sera... da Milano.
— E l'altro?
— L'altro, cara signora, è proprio Steno Marazzi, che se ne va, mentre lei arriva! Cosa le dicevo io?
— E perchè fugge così da noi? Dove va?
— Che cosa guardate, Claudia? — le domandò uno della comitiva, che le si era accostato con una certa aria fra la mansuetudine e la protezione.
Era il marchese Cacciaterra.
— Guardavo quei tre alpinisti, che se ne vanno verso le regioni aeree, caro marchese.
— Chi sono ?
— Uno è Steno Marazzi. Il vostro fiero nemico, se non erro.
— Scommetto che la signora Claudia bramerebbe, va bene? andarci anch' essa al pizzo grigio! — osservò Stacchi con malizia.
— Io sì davvero! — gridò la giovine donna. — Signori — gridò Claudia, alzando un braccio colla mano distesa — propongo la salita al pizzo grigio.
— Ah, sconsigliata! — sclamò una sua amica, la signora Valenti. — Io protesto. È già un miracolo ch'io sia venuta su, fino a questa altezza.
— Chi sta bene non si muove! — grugnì Stacchi.
— Io per me non mi ci pigliano — sclamò un quarto.
— Sono proprio felice e superba — disse Claudia con mordente ironia — di vedere che la mia proposta viene accolta con tanto entusiasmo!
— Ma Claudia! Non far ragazzate! — le gridò dietro l'amica.
— Claudia ti preco, sta qui con noi — aggiunse la zia baronessa.
— Signora Claudia via! — ribadì il marchese Cacciaterra.
— Che non si possa scherzare? — sclamò Claudia, tornando verso i suoi compagni.
— Miglior posto di questo va bene? per far colazione dove trovarlo? — osservò Stacchi.
— Io non ho fame! — rispose la Claudia.
Il dialogo fu interrotto dal romito che veniva ad offrir loro la salute dell'anima e del corpo
— Queste corone e queste medaglie arrecano la pace nelle famiglie — diceva lui — perchè furono benedette da Pio IX in persona.
— Andate — sclamò il barone. — Noi qui siamo tutti protestanti.
— Oh Vergine benedetta! Quegli altri erano ebrei, questi protestanti. Ch'io oggi non m'imbatta, che in gente scomunicata?
— Qua, romito, piuttosto — disse Claudia offrendogli un bicchiere di vino. — Bevete alla salute di Roma capitale d'Italia.
— Grazie: non posso bevere — rispose il romito. — Io sono maomettano!
— Bravo romito! — sclamò ridendo a gola spiegata Stacchi, il quale era, più degli altri, in grado di gustare la arguta risposta del romito — questa è buona!
E spiegò la cosa a' suoi compagni, seduti in circolo, dinanzi all'asciolvere, che i servitori avevano levato dalle gerla.
Passò un quarto d'ora fra i bon mots le risa e la pacchiatoria.
Un rumore lontano e sordo, che assomigliava al rombo del tuono, si fece udire poco dopo.
— Che cos'è questo? — domandò Claudia.
— È una valanga — rispose il romito che stava rispettosamente a distanza aspettando i rilievi della colazione.
— Ma dico! — sclamò la Valenti. — Siamo noi sicuri, poi, qui?
— Non la si sturbi — disse il romito, — Questo prato è tutto circondato da precipizii tranne che dalla parte della strada, dove loro sono venuti su. Di là, vedono, c'è il ponte dell'inferno, e passato quello si è a ridosso del monte, dove le valanghe cadono frequenti.
La conversazione vaga, leggera, spesso arguta, ripigliò il suo corso. Nessuno più pensò alle valanghe.
Quand'ecco, a un tratto, si vide dal ponte venir correndo e spaventato un capraio che gridava soccorso!
— Oh signori! La valanga poc'anzi ha trascinato di sotto tre signori, che andavano al pizzo. Vengano in aiuto, per carità, se vogliono salvarli.
La Claudia fu la prima a balzar in piedi e a slanciarsi dicendo ai suoi: tutti con me.
— Chi sono? — domandò il barone.
— Il signor Steno Marazzi colla sua amante e il maestro di musica Fortuzzi — rispose Stacchi.
— Allora non mi muovo! — sclamò tornandosi a sedere il marchese Cacciaterra. E Stacchi imitandolo soggiunse:
— Ho fatto bene a non andar con loro!
Ma era stato un falso allarme.
La valanga era caduta bensì a un metro dai viaggiatori, e il pastore aveva potuto credere che essi ne fossero stati travolti.
Ma quando la Claudia, seguita dai servi, dalle guide e dai più coraggiosi della comitiva giunse trafelata sul posto, dove era passata la valanga, i tre alpinisti e la guida, già lontani, sventolavano i fazzoletti da un'altura e proseguivano il loro viaggio d'ascensione al pizzo grigio.
Tre ore dopo infatti la bandiera di Steno vi sventolava in cima.
— Invece di tornare al castello — disse Claudia a suo zio prima di levar le tende — andiamo giù allo Stabilimento a passare qualche giorno. Io ho smania di far un po' di cura idropatica. Me l'ha indicata il dottore.
— Andremo giù allo Stabilimento — rispose il barone, che non sapeva negar nulla a sua nipote.