Gerolamo Boccardo
Manuale di geografia antica

CAPO PRIMO   Geografia fisica della Grecia antica Monti – Fiumi – Confini

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CAPO PRIMO

 

Geografia fisica della Grecia antica

MontiFiumiConfini1

 

 

§ 1. – La Grecia antica giaceva fra il 30 ed il 40 grado di latitudine N., e confinava, al settentrione, con l’Illiria e con la Macedonia, dai quali paesi era separata mediante un’alta ed estesa giogaia di montagne, essendo da tutti gli altri lati bagnata dal mare.

Secondo una tradizione sacerdotale, che lusingava troppo l’orgoglio nazionale per non essere volontieri accettata dai Greci, il loro paese occupava il centro della terra abitabile.

La denominazione di Grecia, con sì esteso significato, fu primamente data a quel paese dai Romani, che la presero da quella di una delle antiche tribù dell’Epiro. Per gli autori greci, il più generico nome della loro contrada fu quello di Ellade, dalla stirpe degli Elleni che, sovrappostasi ai Pelasgi, vi prese stanza e dominio.

La Grecia è, nel suo complesso, la più meridionale delle grandi regioni d’Europa. Il Capo Tenaro, col quale finisce a mezzodì, giace quasi sotto la stessa latitudine della celebre rupe di Calpe in Ispagna; e le settentrionali sue frontiere, i monti Cambuni, che la separano dalla Macedonia sopra una lunghezza di 37 miriametri, sono alquanto più a sud della moderna capitale della Iberia. Il suo punto più orientale è il capo Sunio, nell’Attica; il più occidentale è quello di Leuca; e fra questi due promontori stendesi la sua maggiore larghezza, di circa 27 miriametri.

Posto quasi nel centro delle più civili contrade dell’antichità, questo fortunato paese fu, giusta la bella espressione di Alessandro di Humboldt, il ponte sul quale la vetusta civiltà dell’Asia passò in Europa e venne a vivificarvisi al contatto di novelli elementi. Breve tragitto lo separava dall’Italia, dall’Asia minore e dalla Fenicia.

La moltitudine delle isole, le sponde frastagliate da seni e golfi innumerevoli, i monti di mezzana grandezza, bastevoli bensì a separare piccoli Stati, ma non ad impedirne le vicendevoli comunicazioni, tutte insomma le geografiche condizioni della Grecia vi rendevano impossibile lo stabilimento di quelle teocratiche ed uniformi dominazioni, che nelle sterminate pianure dell’Asia spensero ogni alito di libertà, ed impedirono ogni moto di progresso. In questa contrada il genio vivo, procacciante, mobilissimo della stirpe caucasea trovò un teatro degno della sua mirabile attività; quivi incoercibile dovea prevalere la spontanea iniziativa dell’individuo, anzichè il comando del despota, od il forzato consenso delle ignoranti moltitudini.

Il suolo della Grecia continentale è, in generale, montuoso, ma nessuna delle sue sommità raggiunge il limite delle nevi perpetue. La maggior parte di quelle montagne è ricoperta di belle foreste; e l’ulivo dell’Attica conserva tuttora la sua antica celebrità. Le più basse pendici e le valli offrono magnifiche praterie, sulle quali trovano abbondevole pascolo i numerosi armenti.

Il clima della Grecia, in ogni tempovantato, è mite e temperato; in più luoghi però renduto insalubre dall’esistenza di vasti maresi e di malinconiche paludi.

Egli è assai probabile che, nei più fiorenti periodi della sua storia, la Grecia fosse densamente popolata. Secondo un computo dell’erudito inglese Clinton, in cui egli comprende la popolazione della Grecia propria e quella delle isole di Eubea, Corcira, Leucadia, Itaca, Cefalonia, Zante, Citera, Egina e Salamina, quel paese contenne oltre a 3,500,000 abitanti durante l’epoca che si stende dalle guerre persiane fino alla morte d’Alessandro il Grande. La superficie totale, su cui quelle genti vivevano, era di 22,231 miglia quadrate: epperciò la popolazione relativa era formata di alquanto più di 157 anime per miglio quadrato.

§ 2. Le principali montagne della Grecia, tutte celebri nei fasti della mitologia e della storia, sono le seguenti:

Il monte Pindo (oggidì Mezzovo o Agrafa), sacro ad Apollo ed alle Muse, separava la Tessalia dall’Atamania, regione dell’Epiro;

L’Eta, ove Ercole salì sul rogo; oggi chiamasi Commaïta o Katavothra, e sorge presso il golfo Meliaco e le Termopile, nella Doride;

Il Parnaso (odierno Liakura), nella Focide, la più alta montagna della Grecia centrale, su cui sorgeva la città di Delfo; dal classico fonte Castalio scorrevano sulla pendice limpidissime acque; e la famosa caverna Coricia, sacra al Dio Pane, offerse spesso ai Greci un asilo contro il persiano invasore;

L’Elicona (moderno Zagara), nella Focide e nella Beozia, sul quale vedevansi le poetiche sorgenti d’Aganippo e d’Ippocrene, le grotte delle Libetridi ornate di statue e di monumenti;

Il Taigeto (oggi monte di Maina), lunga catena del Peloponneso, ove i Lacedemoni celebravano i misteri di Bacco, e dove una barbara legge faceva esporre i neonati deformi;

L’Imetto (attuale Trelo-Vuno o Dely-Dagh), presso Atene, celebrato per gli odorosi suoi fiori e lo squisito miele che le api vi raccoglievano;

I monti Cambuni e l’Olimpo, che oggi chiamasi Lacha, tra la Tessalia e la Macedonia; l’Olimpo, secondo Omero, era il soggiorno di Giove, mai velava il suo capo con le nubi;

Gli Acrocerauni (oggi Monti della Chimera o Khimiairoli), nell’Epiro, così nomati (dalle parole greche acron, vetta, e ceraunios, esposto alla folgore) perchè le alte loro cime erano soventi volte fulminate.

§ 3. Non meno delle montagne, sono ricchi di gloriose memorie i fiumi di Grecia, comechè brevi e modesti nel corso e nel volume delle loro acque. Diremo dei principali:

L’Acheloo (od. Aspropotamo), che divideva l’Acarnania dall’Etolia, e sboccava nel mare Ionio. Sulle rive di questo fiume pose la favola la morte di Nesso centauro;

L’Alfeo (od. Rufea), che sgorgava in Arcadia, traversava l’Elide, irrigava la pianura d’Olimpia ed aveva nell’Ionio anch’esso le foci. Secondo uno dei più bei miti della classica antichità, andava a congiungere le sue acque a quelle di Aretusa in Sicilia;

Il Peneo (od. Salampria), la cui sorgente era in Tessalia, bagnava le falde dell’Olimpo, scorrea nella ridente valle di Tempe e versavasi nel golfo Termaico;

L’Eurota (od. Iri, o Vasili-Potamo), che passava accanto a Sparta, e gettavasi nel golfo di Laconia;

Il Pamiso, nome comune a tre piccoli fiumi, due dei quali avean le foci nel golfo di Messenia, ed uno era affluente del Peneo in Tessalia;

Il Cefiso (od. Mavro-Potamo), che passando ai piedi d’Atene, traversava le mura del Pireo, e gettavasi nel golfo Saronico; ecc., ecc.

§ 4. La Grecia dividevasi in tre grandi parti: la Settentrionale; la Centrale o Ellade; la Meridionale o Peloponneso; cui è d’uopo aggiungere le Isole e le Colonie. – Di ciascuna di queste parti tratteremo ora distintamente in altrettanti capitoli.





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1 A questo Capo fa naturale seguito e complemento il Capo XII del nostro Manuale di Storia Antica per la IV Classe Ginnasiale, a cui preghiamo perciò lo studioso di voler ricorrere.



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