Gerolamo Boccardo
Manuale di geografia antica

CAPO QUARTO.   Regioni della Grecia meridionale – Suoi confini.

Precedente

Successivo

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

CAPO QUARTO.

 

Regioni della Grecia meridionale – Suoi confini.

 

 

§ 17. La penisola del Peloponneso (così chiamata dai Greci in onore di Pelope, il grande eroe che aveva loro portato dall’Asia minore la civiltà), primitivamente detta Apia, oggi Morea, è la parte più meridionale della Grecia, di estensione pressochè uguale alla Sicilia.

Essa comprendeva otto regioni: la Laconia e la Messenia ad austro; l’Argolide, a levante; l’Elide a ponente; l’Acaia, la Sicionia e la Corintia, a settentrione; l’Arcadia, nel centro.

§ 18. La Laconia, patria di eroi, paese silvestre e montuoso, eppure assai popolato, aveva al nord l’Argolide e l’Arcadia; al sud i grandi golfi di Laconia e di Messenia, divisi dal promontorio Tenaro; all’est il mare Egeo; all’ovest la Messenia. – Dividevasi in quattro territorii: quello di Sparta o Distretto politico, lungo l’Eurota; l’Egialeo, lunghesso la costa orientale; il Nomo d’Amicle, ad occidente; la Terra dei Perieci a sud. Numerose oltre modo le sue città: sull’Egeo, procedendo dal nord al sud, Prasie o Brasies, antichissimamente Oreatis; Cifanta; Zarace; Epidauro; Limera. Sulla costa del golfo di Laconia erano: Beea, in fondo al seno Beetico, chiuso a ponente dall’isoletta Onu-Gnathos, o mascella d’asino, così nomata per la sua forma; Ciparissia; Asopo; Acria; Trinasio, Gizio, rimpetto all’isoletta Granae; Teutrone; Pirrico; Pramato non lungi dal capo Tenaro. Sul golfo di Messenia notavansi Cenepoli o Tenaro; Messa; Ettilo; Gerennea. Nell’interno delle terre, sulle rive dell’Eurota, erano Pellane, Sellasia, Amiclea, Geronthre, Trinaso ed Elo. Sovra tutte famosa e dominatrice, Sparta o Lacedemone, era senza mura, senza porte, ma, meglio che dai macigni, difesa dai petti de’ suoi strenui ed invitti guerrieri.

§ 19. La Messenia era limitata al nord dall’Elide e dall’Arcadia; al sud dal golfo suo omonimo: all’est dall’Arcadia e dalla Laconia; all’ovest dal mare Jonio. – Essa formava un piccolo reame che al ritorno degli Eraclidi, toccò in sorte a Cresfonte (1190 A. C.). Tre guerre terribili dovett’ella sostenere contro Sparta. Messina (antica Zancle) in Sicilia, ebbe dai profughi Messeni il nuovo suo nome ed incremento di popolazione. Presso il Pamiso, principale fiume della contrada, ed appiedi del monte Itome sorgeva Messene; indi e Thurone; Amfea; poi, sul golfo di Messenia, Abia, prima Irea, Coloni e Corone, Pedalo, Metone dirimpetto alle isole Enusse; Pilo, sull’Jonio, di costa all’isoletta Sfacteria, che ne chiude il golfo, oggi porto di Navarino, nelle cui acque si decisero le sorti della moderna Grecia; Ciparissa verso la frontiera dell’Elide.

§ 20. A sud della Corintia e della Sicionia; a nord della Laconia e dei golfi d’Argo e d’Ermione; all’ovest dell’Arcadia ed all’est del golfo Saronico e d’Atene, stendevasi l’Argolide, così nomata dalla sua capitale, Argo, sulle rive dell’Inaco. Questo paese ricorda grandi memorie dei tempi eroici: e gli avanzi delle sue costruzioni ciclopiche fanno testimonianza che non tutti que’ fasti appartengono alla favola. era Tirinto, d’onde Ercole partì per le sue fatiche: , Micene, soggiorno d’Agamennone, il più potente ed il più sfortunato dei greci re; , Nemea, celebre pei giuochi consacrati a Nettunno; il fertile piano di Tirea, continuo argomento di liti e guerre fra quei di Sparta e gli Argivi. – L’Argolide appartenne dapprima agli Inachidi (1986-1572 A. C.), scacciati da Danao, figlio di Belo, egizio. Celebri nella favola sono i regni di Perseo, di Stenelo, di Euristeo, zio d’Ercole. I Pelopidi usurparono il trono dei discendenti dell’eroe. Ma rientrati gli Eraclidi nel Peloponneso, Argo toccò in sorte a Temeno.

§ 21. L’Elide, il paese sacro, aveva per confini al nord l’Acaia, al sud la Messenia, all’est il mare Jonio, all’ovest l’Arcadia. Dividevasi in tre parti: la Trifilia, ad ostro; la Pisatide, nel centro; l’Elide propria a borea. Parecchi fiumi, venendo dall’Argolide, irrigavano le sue fertili pianure; e, fra tutti precipuo l’Alfeo, che sulle sue rive vedeva gli eroici giuochi d’Olimpia. Gli eserciti non potevano traversare questo paese sacro, senza aver prima deposto le loro armi, cui non riprendevano che uscendone. Le città principali erano: Leprea, Scillonte, Pisa, Olimpia, Elide, Alessia e Cilene.

§ 22. Se l’Elide doveva alla protezione degli Dei il suo raramente turbato riposo, l’Acaia andava debitrice del suo alla saggezza degli uomini. Essa aveva al nord i golfi di Patre e di Corinto, al sud l’Elide e l’Arcadia, all’ovest il mare Jonio, all’est la Sicionia. Abitato un tempo dagli Jonii, questo marittimo paese aveva portato il nome d’Jonia, che fu poscia serbato al mare che lambe le coste occidentali della Grecia. Ma, all’epoca della invasione dorica, gli Achei vennero ad abitare la contrada. Questo popolo, modesto e senza ambizione, non ebbe grandi guerrieri, famose rivoluzioni; ma, in compenso, vantò ottime leggi. Dodici città, ciascuna col suo piccolo territorio, e delle quali Dime e Patre erano le principali, formavano una federazione, il cui fondamentale principio era la più assoluta eguaglianza. Sotto Arato e Filopemene, la Lega Achea rinnovellata mandò nei della greca decadenza una breve ma splendida e gloriosa luce.

§ 23. Uno dei più piccoli Stati della Grecia era la Sicionia, limitata al nord dall’Acaia e dal golfo di Corinto o mare degli Alcioni, al sud dall’Arcadia, all’ovest da questa e dall’Acaia, all’est dalla Corintia. Ma il commercio diede a questo angusto paese una importanza ed una ricchezza maggiore di quelle che una vasta superficie avrebbero potuto procurargli. Le sue principali città erano Sicione, Terando e Filonte, più anticamente Aretirea.

§ 24. Più potente e più trafficante ancora, comechè piccola anch’essa, la Corintia aveva al nord il mare degli Alcioni, al sud l’Argolide, all’est il golfo Saronico e l’Istmo, all’ovest la Sicionia. La ricca Corinto, la cui circonferenza misurava otto chilometri, stendevasi alle falde di un’alta e scoscesa montagna, fra i due porti di Lecheo a maestrale e di Cenchreo a levante. L’Acrocorinto, la soprastante fortezza, era la chiave del Peloponneso.

§ 23. L’Arcadia toccava al nord l’Acaia, al sud la Messenia e la Laconia, all’est l’Argolide e la Sicionia, all’ovest l’Elide. Paese di monti e di pasture, lontano dal mare, non partecipava al movimento ed all’attività, di cui Corinto era il centro. Le principali città ne erano: Mantinea, Orcomeno, Cafie, Stimfale, Clitor, Psofi, Megalopoli, Tegea, e Pallanzio.


Precedente

Successivo

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License