Gerolamo Boccardo
Manuale di geografia antica

CAPO SETTIMO.   Città e luoghi più notevoli dall’invasione Doriese alla guerra Persiana.

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CAPO SETTIMO.

 

Città e luoghi più notevoli dall’invasione Doriese alla guerra Persiana.

 

 

§ 40. I capi Eraclidi, di nuovo padroni del Peloponneso, se ne spartirono il dominio: Temeno ebbe Argo e Micene; Cresfonte, la Messenia, i due figli di Aristodemo, la Laconia e Sparta.

È questo il periodo nel quale le città della Grecia giunsero al massimo grado di loro splendore.

Sparta ebbe allora il suo grande legislatore Licurgo, le sue guerre contro Messene, l’Arcadia ed Argo, che la educarono a divenire il popolo più militare della Grecia, e la prepararono a sostenere le tremende lotte dell’indipendenza nazionale. I pochi monumenti, dei quali si ornò allora la capitale della Laconia, erano destinati, non a vano diletto, ma ai civici bisogni ed al ricordo di eroiche gesta; l’Agora, le piazze ed i portici dei pubblici conviti, i templi innalzati a Giove, a Marte, a Minerva, le tombe d’Iope, d’Amfiarao, dei re più illustri, e dei cittadini che avevano trovato la morte in battaglia. Una via di trentasette chilometri conduceva da Sparta a Cizio, che divenne il porto dei Lacedemoni, dacchè, mal conoscendo se stessi, vollero costrursi una flotta.

§ 41. Senza paragone, più bella e più artistica della sua rivale, Atene sorgeva in mezzo ad una pianura, cinta a tergo da’ monti, e davanti dal mare. – Sopra un’alta rupe sorgeva l’Acropoli, superba fortezza fondata da Cecrope. Il tempio di Teseo; la torre ottagona d’Andronico, detta anche torre dei Venti, perchè sulle sue facciate stavano sculte le simboliche figure dei venti, adoperata come idrometro e come orologio solare; – il piccolo ma grazioso monumento di Lisicrate, più conosciuto sotto il nome di Lanterna di Diogene; – il vastissimo tempio di Giove Olimpico, il quale non fu compito che sotto Adriano, 700 anni dopo che Pisistrato n’ebbe gettato le fondamenta; – il teatro di Bacco, consacrato non solo ai pubblici giuochi, ma alle assemblee dello Stato ed ai discorsi dei più famosi filosofi; – l’immenso Stadio, ove si accumularono gli effigiati marmi delle cave del monte Pentelico; – l’Odeone, specie di teatro, in cui celebravansi i concorsi dei poeti; – il Pritaneo, vasta piazza circondata dai più sontuosi edifici pubblici; – l’Areopago, palazzo di un solo piano, ove sedette il famoso ; – il Pecile, portico insigne che s’adornava dei dipinti di Micone, di Parrasio, di Apelle, di Polignoto, e nel quale il filosofo Zenone professò lo stoicismo; – l’Accademia, così nomata dal suo antico proprietario Accademo, ornata di statue, di fontane, di viali, delizioso luogo ove insegnò Platone; – il Liceo, non meno celebrata scuola, dove Aristotile, il gran maestro di color che sanno, dettò le sue immortali lezioni; – tali erano i precipui luoghi e monumenti che fecero di Atene la metropoli più cospicua del mondo civile nell’antichità. Ai quali monumenti, sebbene la più parte costrutti nel secolo di Pericle, accenniamo in questo luogo, onde non ritornare più volte sullo stesso subbietto; e lo stesso dicasi delle due immense muraglie che cingevano, per una lunghezza di circa otto chilometri, la strada del Pireo, e poscia questo porto, non che di una terza che riuniva alla città d’Atene il porto di Falera: le quali muraglie erano opera insigne ordinata da Temistocle. I tre porti d’Atene contener potevano più di cinquecento triremi.

§ 42. Tra gli altri luoghi celebrati dalla storia Greca in questo periodo, noteremo in secondo ordine i seguenti:

Amfea, piccola città di frontiera della Messenia, di cui gli Spartani s’impadronirono nella prima guerra ch’ebbero con questo Stato;

Steniclero, ove i Messeni s’adunarono, giurando di resistere agli invasori;

Itome, ove accadde una delle più sanguinose fazioni di quella guerra;

Dere, pianura della Messenia, ove si diede la prima battaglia della seconda guerra fra questo Stato e Sparta;

Il monumento del Cinghiale, presso il quale seguì nuova pugna, in cui il poeta Tirteo inanimiva co’ suoi canti i guerrieri a combattere;

La Gran Fossa, ove tornò vano contro il tradimento il valore d’Aristomene e dei Messeni, ecc.


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