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CAPO DECIMO. La Macedonia – Itinerario delle conquiste d’Alessandro il Grande – Limiti del suo regno – Regni formatisi dallo smembramento della monarchia macedone.
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La Macedonia – Itinerario delle conquiste d’Alessandro il Grande – Limiti del suo regno – Regni formatisi dallo smembramento della monarchia macedone.
§ 58. La Macedonia aveva per confini i monti Cambuni e l’Olimpo al sud, i monti Bermii ed il Pindo all’ovest, lo Scardo al nord, e lo Strimone all’est: ma finì per estendersi a levante fino al Nesto. Vi si notavano cinque principali regioni: la Bassa-Macedonia, l’Alta, la Macedonia-Occidentale, o Illiria macedone, la Macedonia Orientale, o Tracia macedone, la Calcidica. Alla prima appartenevano l’Emazia (culla e centro della monarchia), la Migdonia, l’Antemasia, la Bottiea, la Pieria. La seconda comprendeva la Dieuropia, l’Almopia, la Peonia e la Pelagonia. Nella terza erano la Stimfalia, l’Elimiotide, l’Orestide, la Dassarezia, la Lincestide, la Penestia. Le provincie della quarta regione macedone erano la Bisaltica, la Sintica, l’Odomantica, la Medica, l’Edonia, la Diea, la Dersea. La Calcidica, finalmente, dividevasi in Calcidica propria, in Crossea, in Actea, in Sitonia, in Pallene. Le città di Edessa e di Pella furono successivamente capitali di tutta la Macedonia. L’Aliacmone, il Ludias, l’Assio, lo Strimone ne erano i precipui fiumi.
Da questo piccolo ed oscuro paese Filippo partì per la conquista della Grecia, ed Alessandro per quella dell’Asia.
§ 59. In venti giorni l’eroe Macedone arrivò a Sesto, all’estremità meridionale della Grecia; traversò, non molestato dalla flotta persiana pur tanto più poderosa della sua, l’Ellesponto. Da Abido si trasferì nella pianura di Troia, per visitarvi i campi tanto famosi, e farvi sacrifici a Minerva Iliaca.
Informati dello sbarco del conquistatore, i satrapi persiani dell’Asia minore radunano a Zeleia un esercito, e vanno ad aspettare il nemico sul Granico. Quivi è la prima grande vittoria d’Alessandro.
Giunto sotto le mura di Sardi, ne ottiene, pel tradimento di Mitrene, le chiavi. Entra in Efeso, ove stabilisce la democrazia per amicarsene il popolo; prende d’assalto Mileto, e soggioga tutta l’Jonia e la Eolia.
Avanzandosi verso la Caria, trova in Alicarnasso una inopinata resistenza; ottiene per dedizione Alinda. Per attorniare le provincie persiane con un cerchio di città nemiche, passa nella Licia e nella Pamfilia, impadronendosi di tutte le fortezze. Da Perga, capitale di quest’ultima contrada, risale a tramontana verso la Frigia, e va a Gordio, di lei antica metropoli.
Nella città di Ancira riceve i deputati della Paflagonia, venuti ad apportargli la volontaria soggezione di questa provincia. Lungo la Cappadocia discese quindi nelle pianure della Cilicia, ove occupò Tarso, presso la quale città corse pericolo di vita bagnandosi nel Cidno. In Anchiale seppe che Dario, con la innumerevole sua oste, campeggiava nella Comagene.
§ 60. Attraverso alle strette gole della Cilicia passò l’esercito macedone e giunse a Miriandro; dove, informato che i nemici avevano abbandonato la vantaggiosa loro posizione, Alessandro fece ripassare a’ suoi le Porte Siriache, mentre i Persiani valicavano le Porte Ciliciche in cerca di lui che credevano nascosto tra’ monti. Presso d’Isso, in quelle favorevoli angustie, si dà la battaglia, il cui successo è tutto dovuto al personale ingegno di Alessandro, che seppe trarre a suo vantaggio tutte le condizioni locali e la stessa scarsità de’ suoi combattenti.
§ 61. Invece d’inseguire il fuggitivo Dario nell’Alta Asia, volle Alessandro separarlo per sempre dal mare Egeo e dalla Grecia. Traversò quindi la Celesiria e penetrò nella Fenicia, ottenne da Stratone l’isola di Arado e le città di Mariamna e di Marato. Biblo e Sidone gli aprirono le porte. Tiro chiuse le sue ad una soldatesca, cui quel popolo di mercatanti troppo paventava di far vedere i suoi tesori. Alessandro cinse d’assedio la doviziosa metropoli; e, dopo lunghe fatiche, la prese d’assalto. La sorte medesima toccò a Gaza, in Palestina. L’Egitto accolse come un liberatore il gran capitano, il quale pose un presidio nella città di Pelusio, fece risalire le sue navi fino a Memfi, e, lasciando alla sua destra il Nilo, si avanzò nei deserti fino ad Eliopoli. Gettate le fondamenta di Alessandria, ch’egli destinava ad ereditare la potenza commerciale di Tiro, ripartì per la Fenicia, traversò la Mesopotamia, passò il Tigri e l’Eufrate e giunse in una grande pianura sul fiumiciattolo Bumade, presso Gaugamela, villaggio vicino ad Arbella.
§ 62. Quivi accadde nuova battaglia con Dario, il quale, posto in fuga, ritirossi per le montagne dell’Armenia, verso i Medi. Alessandro mosse su Babilonia, ove fu accolto dal popolo in festa; quindi sopra Susa, ove raccolse i tesori che i re di Persia vi avevano accumulato. Visitò poscia la monumentale Persepoli e Pasargada, la necropoli dei monarchi dell’Asia.
Inseguendo il fuggiasco signore di tanti paesi, volò ad Ecbatana, ov’erasi quello rifugiato; ma l’infamia di Besso, il regicida, risparmiò ad Alessandro gli imbarazzi della custodia del suo prigioniero.
§ 63. La Media, la Partia, l’Ircania furono rapidamente conquistate. Il vincitore entrò poscia nella Battriana, impadronissi delle città di Aorna e di Battra; varcò l’Osso, prese Ciropoli, e Maracanda, fondò presso il Tanai una nuova Alessandria; tornato sui proprii passi, sottomise gli Sciti e la Margiana, mentre i suoi generali soggiogavano i Messageti ed altre barbare tribù dell’Asia centrale.
§ 64. Dominatore di tutta la monarchia persiana, Alessandro volle allora estendere all’India le sue conquiste. La prima città che si oppone al suo passaggio, la capitale degli Aspii, è abbandonata alle fiamme; ottiene per dedizione l’importante piazza di Nisa; traversa la Dedalia, passa il fiume Choaspe, è ferito all’assedio di Massaga, manda Polispercone ad impadronirsi di Ora, prende le fortezze di Aorne e di Embolima, e giunge sulle rive dell’Indo.
Efestione ha fatto tutti i preparativi per varcare questo gran fiume. Alessandro stringe alleanza col re dei Tassili; è fermato alcun tempo sulle sponde dell’Idaspe dalla valorosa resistenza di Poro; passa in seguito l’Aresina e l’Idraote, vuole procedere al di là dell’Ifasi; ma il clima insalubre e lo stato deplorabile delle truppe e dei cavalli l’obbligano a fermarsi.
§ 65. Ma per poco: allestita una flotta, il grande conquistatore intraprende la navigazione dell’Indo, giunge alla foce occidentale di questo fiume, e veleggiando lungo la costa degli Arabiti, per lo spazio di 1000 stadi, e poscia lungo quella degli Oriti, per 1800 stadi, visita il paese degli Ittiofagi, o mangiatori di pesce, perchè di questo facevano il precipuo loro alimento. L’Ariana, forse l’Yran dei primitivi storici orientali, corrispondente alla Persia orientale delle nostre carte, e la Caramania, paesi ricchi di grani, di vigneti, di miniere d’oro e di cinabro, rallegrano i Macedoni, stanchi omai della continua vista di sabbiosi deserti. – La seconda e la più importante parte di questa spedizione, che tanto giovò ai progressi della geografia e del commercio fra gli antichi, fu condotta dal celebre ammiraglio di Alessandro, Nearco, mentre il supremo duce, procedendo per terra, visitava le più interne contrade. Ma la pestilenza e le continue sofferenze de’ suoi lo costrinsero al ritorno, che fu un continuo trionfo. Egli divisava imbarcarsi in Siria, impadronirsi di Cartagine e della Numidia, traversare lo stretto, conquistare la Spagna o Iberia, valicare le Alpi, percorrere l’Italia e quindi venire in Grecia.
Ma la morte impedì l’attuazione del grande disegno. Nessun uomo, prima d’Alessandro, aveva fatto cotanto per assicurare la dominazione del genio occidentale sulle contrade asiatiche; nessuno contribuì più possentemente ad ampliare nella mente umana l’idea del mondo.
§ 66. Con Alessandro si spense il primato greco: e la civiltà romana già preparavasi a raccoglierne e ad ampliarne il retaggio.
I generali del grande conquistatore se ne divisero l’impero: Tolomeo ebbe l’Egitto: Laomedonte la Siria; Filota, la Cilicia; Pitone, la Media; ad Eumene toccarono in sorte la Paflagonia e la Cappadocia; ad Antigone, la Pamfilia, la Licia e la Magna Frigia; a Cassandro, la Caria; a Meleagro, la Lidia; a Leonato la piccola Frigia; la Tracia, a Lisimaco; Antipatro, e poi Cassandro, suo figlio, ebbero la Grecia.
La narrazione delle lunghe ed ostinate guerre, nelle quali costoro si disputarono il retaggio dell’immortale capitano, appartiene ad altro volume e ad altra annata de’ vostri studi, o giovinetti, che nelle precedenti pagine avete potuto contemplare, nelle laboriose sue vicissitudini, il progressivo svolgimento geografico dell’incivilimento greco, a cominciare dalle età eroiche e favolose, fino all’epoca della sua massima ampliazione nell’Europa e nell’Asia.
FINE.
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