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Alfabetica [« »] epperò 1 eppoi 9 eppure 19 era 325 eraci 1 eragli 1 erano 59 | Frequenza [« »] 357 ed 356 io 355 del 325 era 324 della 317 da 291 al | Achille Giovanni Cagna Un bel sogno Concordanze era |
Cap.
1 I| un flebile sospiro.~Non era difficile l'accorgersi che 2 I| Ermanno Alvise, giacchè era desso il gentile disturbatore 3 I| disturbatore del silenzio notturno, era desso che colle soavi melodie 4 I| cui principale ornamento era un pianoforte verticale 5 I| 25 anni, la sua statura era un medio, nè troppo alta 6 I| sguardo. -~Allorchè egli era rapito dalla corrente delle 7 I| anni, e giovanissimo ancora era salito in bella fama. Nessuno 8 I| sull'animo degli uditori era sì grande, che bene spesso 9 I| grande, che bene spesso era giuocoforza abbandonarsi 10 I| tutto distingueva Ermanno, era la sua abilità nell'improvvisare 11 I| spronati ad orribile massacro.~Era bello Ermanno in quei momenti 12 I| inspirazione. Buona parte ne era fatta, ma la riuscita non 13 I| diremo di più, ogni nota era l'oggetto di un paziente 14 I| collocata al suo vero posto - Era un lavoro lunghissimo, un 15 I| delle sue veglie. La notte era già di molto avanzata, eppure 16 I| incompleti dell'arte. Già era passata la prima ora del 17 I| aveva sonno, la sua volontà era tanto fissa in quell'idea 18 I| immersi nel sonno. La madre era una donna sui cinquant'anni 19 I| pianista a cui da molti anni era mancato il padre. Non si 20 I| pianoforte, e l'ultimo suo moto era un sorriso di compiacienza 21 I| rivederci.~Alfredo Ramati era un simpatico giovinotto 22 I| casato; la sua famiglia era molto ricca, ma questa volta, 23 I| rara. - Il padre di Alfredo era stato avvocato di8 molta 24 I| del suo lavoro. Sua moglie era morta da parecchi anni lasciandolo 25 I| pronunciata per la musica, ed era legato ad Ermanno per vincolo 26 I| elogi infiniti.~Ermanno era si può dire di famiglia 27 I| Alfredo per puro diporto era partito alla volta di Milano, 28 I| colla madre. - Ecco qual era l'impegno di Ermanno, il 29 I| figlio. - Alle otto Ermanno era sulla via che guidava al 30 II| Laura vivamente, il signore era già una mia conoscenza prima 31 II| compiacenza di cantarlo.~Ermanno era confuso, giammai egli aveva 32 II| sulla giovinetta che si era posta a lui di fianco, e 33 II| aveva punto esagerato; Laura era di una bellezza sorprendente. 34 II| insieme di quella figurina era di una eleganza statuaria.~ 35 II| che il volto di Laura si era acceso d'un colore insolito, 36 II| qualche cosa in quell'istante; era un'espressione quasi impercettibile 37 II| trattenere quasi il respiro, ed era bello il vederli immedesimati 38 II| la mollezza di quel canto era tanto dolce, tanto insinuante, 39 II| La povera giovinetta non era più sulla terra, pareva 40 II| tregua al povero pianista che era tutto in un sudore, ed allora 41 II| stessa positura. Il notturno era piuttosto lungo, e la stagione 42 III| l'immagine di Laura non era affatto estranea. - Quanto 43 III| ella gli aveva detto. - Era una piena di nuove sensazioni 44 III| nome di Laura, e quel nome era seguito da qualche cosa 45 III| notturno. E tutto ciò non era che un sogno? quell'adorabile 46 III| quell'adorabile creatura non era una visione, un ideale13? 47 III| subivano una reazione, la mente era più serena, il cuore più 48 III| cercò di suonare perchè era distratto; le idee ed i 49 III| Sognava, ed il suo sogno era felice. All'indomani la 50 III| sonno, durò tuttavia mentre era desto. Guardò l'orologio, 51 III| conto suo; il suo spirito era rivolto ad altro oggetto. 52 III| qualche dolore, giacchè era facile scoprire che la sua 53 III| che la sua gioia altro non era che un edifizio14 senza 54 III| sconforto della realtà.~Ermanno era felice; e chi non lo fu 55 III| inoltre che la sua toeletta era più accurata. Camminava 56 III| Alfredo, l'abbiamo detto, era stato a Milano qualche giorno 57 III| cugina; questo bravo giovane era entusiasta per Ermanno, 58 III| minuto di quiete, che non si era crucciata mai per nulla; 59 III| commovente, tutta natura era un'armonia soave come la 60 III| sorrideva malinconicamente. Era un sorriso traditore che 61 III| un sospiro.~Il mazzolino era terminato, ma il tempo impassibile 62 III| campanello di casa Ramati.~Era desso! il cuore non l'aveva 63 III| cuore non l'aveva ingannata; era Ermanno che entrando incontrò 64 III| indisposta; sull'avvocato Ramati era assolutamente vano il far 65 III| mani alle sue spalle; non era più una novità, e poteva 66 III| sapeva dove scegliere. Non era assolutamente il soggetto 67 III| parlo più.~Il volto di Laura era talmente acceso che fu vera 68 III| della sera.~Ermanno pure era alquanto pensoso; pareva 69 III| interruppe le sue meditazioni.~Era Laura che durante quel martellare 70 III| azzardando di sturbarlo; era dessa che scuotendolo dal 71 III| quelli di Laura che gli si era posta accanto; era un sorriso 72 III| gli si era posta accanto; era un sorriso seducente, che 73 IV| centomila lire di dote, ed era figlia unica. - Questa dichiarazione 74 IV| all'uscire di casa Ramati era tormentato da tristissime 75 IV| meditazioni; ormai non v'era più dubbio sulla realtà 76 IV| sintomo d'amore.~Ermanno era ragionevole, a mente tranquilla 77 IV| periodo di due giorni egli era soggiogato. Non era il caso 78 IV| egli era soggiogato. Non era il caso d'illudersi, il 79 IV| vittima di quel sentimento, era la più certa prova dell' 80 IV| compreso che quell'amore era un sogno, una chimera? - 81 IV| chimera? - Ma quel sogno era tanto bello, che egli vi 82 IV| di tutto lo addolorava, era la certezza che aveva dell' 83 IV| credervi se ella stessa si era tradita con tanta sincerità. 84 IV| sera non una triste idea era surta a funestarlo. La speranza 85 IV| speranze.~La realtà! ed era ben dessa quella crudele 86 IV| importava ad essa se Ermanno non era ricco? Questo pensiero non 87 IV| trascorse le nove, ed egli non era puranco al sicuro, il cuore 88 IV| gli parve lunghissima; se era desto pensava a lei; se 89 IV| indomani presso di lei. -~Era tanto piacevole questo rimorso, 90 IV| volgesse al termine, egli era convinto in cuor suo di 91 IV| debole barlume di speranza era il segno certo della sua 92 IV| sette e mezza il nostro eroe era già sulle mosse verso la 93 IV| agitazione. -~Laura intanto era fissa cogli occhi al fondo 94 IV| Ermanno; dalla sua attitudine era facile l'indovinare che 95 IV| balcone, Laura sedette, ma era tanto l'affanno della poverina 96 IV| una vera crudeltà. Come era naturale anche la passeggiata 97 IV| pensieri - Ermanno diffatti era commosso; il suo sguardo 98 IV| Quattro giorni appena! Ed era questa la felicità che aveva 99 IV| sarebbero arrestati? ma non era prudente l'abusare dell' 100 IV| aveva da riparare - Laura era con lei indignata, ma a 101 V| disposti alla partenza. La sera era fresca, ed eccitava al passeggio; 102 V| Ermanno.~La madre di Laura era una vera gentildonna per 103 V| menomamente. - Appena Laura si era appoggiata al braccio di 104 V| compagnia!...~Il complimento era diretto ad Ermanno, che 105 V| Ce ne guardi il cielo!~- Era per parlare un poco anche 106 V| Ermanno fu tocco di gioja; non era più una creatura umana che 107 V| egli si sentiva al fianco, era qualche cosa di soprannaturale, 108 V| ivi tutti si fermarono; era tardi, e fu giocoforza salutarsi. - 109 VI| VI~ ~Non era più per Ermanno il caso 110 VI| calcolarne la durata; egli era felice, e per quanto gravi 111 VI| pensieri. Giammai la notte gli era parsa tanto bella, giammai 112 VI| freddo raggio della luna gli era sembrato così malinconico - 113 VI| memorie soavi?~La mezzanotte era già trascorsa quando Ermanno 114 VI| La buona donna infatti era tutta sconvolta per l'insolita 115 VI| dolore della separazione era senza dubbio la certezza 116 VI| passare.~Il salotto da lavoro era assai ben riparato dalla 117 VI| così dire Laura, giacchè era ben dessa, lasciò la mano 118 VII| VII~ ~La sera era fresca e tranquilla. Il 119 VII| luminoso del disco lunare; era l'astro della notte che 120 VII| immediatamente al sole. - Era una di quelle sere in cui 121 VII| Laura il di cui abbattimento era portato all'estremo. L'amabile 122 VII| verso la città.~Ermanno non era ancor giunto, ed ella n' 123 VII| ancor giunto, ed ella n'era inquieta; non già che dubitasse 124 VII| balzò vivamente in seno - Era desso!~Diffatti Ermanno 125 VII| Ermanno apparve poco lungi. Era tempo!~Laura senza punto 126 VII| si mise in via.~Ermanno era a poco per piangere; Alfredo 127 VII| mano a Letizia, la quale era pure alquanto commossa, 128 VII| stelle del cielo. -~La natura era bella illuminata dal patetico 129 VII| appariva una luce biancastra.~Era l'alba.~ ~ ~ ~ 130 VIII| viaggiavano Laura e sua madre era diretto, epperciò la velocità 131 VIII| Già da molto tempo ella era assorta in quella contemplazione, 132 VIII| gli occhi; soltanto Laura era inquieta ed addolorata. 133 VIII| malinconica de' suoi grand'occhi, era tutta di dolore. Dallo sportello 134 VIII| rimembranze.~Il viaggio era lungo, e parve lunghissimo 135 VIII| le mille volte se non vi era sua madre. -~Arrivarono 136 VIII| suo Ermanno. - Papà Ramati era ad aspettarle, e non appena 137 VIII| di qualche conforto.~«Io era in tale stato ancora qualche 138 VIII| presentimento del mio cuore era una ben triste verità. - 139 VIII| espressi in quella lettera, era troppo straziante; Ermanno 140 VIII| un desolante sconforto.~Era troppo amaro il colpo per 141 VIII| tristi predizioni di Ermanno, era una forte protesta contro 142 VIII| città col suo movimento era diventata per lei un deserto. 143 VIII| dello zio Ramati! Là tutto era tranquillo, là ella poteva 144 VIII| Dopo alcuni giorni, Laura era rassegnata, ma non guarita, 145 VIII| d'ingenuità che prima le era abituale. L'impressione 146 VIII| nullameno il suo pensiero era sempre rivolto alla cara 147 VIII| ch'esso inspira. - Laura era egoista, perchè amava per 148 VIII| di lui con altri, e ciò era già molto. - Eppoi un amico38 149 VIII| La memoria di Ermanno era impressa nel di lei cuore, 150 IX| non seppe darsene pace, era troppo avvezza a vedere 151 IX| improvviso cambiamento.~Ermanno era per natura pochissimo robusto; 152 IX| agitarsi. - Di più egli era stato più volte ammalato 153 IX| ingannare, e quel sorriso era maggior strazio per colei 154 IX| qualche imprudente confidenza; era ansioso di sapere ciò che 155 IX| volto del figlio; un'idea le era balenata alla mente. Il 156 IX| particolarmente; ho finito.~Era tempo, giacchè Ermanno non 157 IX| poteva confidarsi - Paolo era a Milano.... Ricordando 158 X| Paolo Franzoni pittore, era un giovinotto smilzo e magro 159 X| aveva fatto Ermanno, non era punto esagerato, e giovine 160 X| quanto a carattere egli era giovialissimo; la mestizia 161 X| mestizia anche passeggiera non era per lui. Aveva dello spirito, 162 X| amava molto Ermanno a cui era legato in amicizia fin dall' 163 X| Da dodici giorni Laura era partita, da dodici giorni 164 X| confessione de' suoi dubbi; ma non era forse anche quella una prova 165 X| Milano, una la conobbe, era di Paolo; l'altra era quella 166 X| conobbe, era di Paolo; l'altra era quella tanto aspettata di 167 X| rendimi la mia pace, io era felice, contenta, ignorava 168 XI| più, la lettera di Laura era inspirata dalla fede più 169 XI| rivelazione della giovinetta era troppo eloquente e spontanea, 170 XI| scoperto al fuoco nemico, era miglior consiglio ceder 171 XI| meglio. - Ermanno difatti era di molto sollevato, il ritardo 172 XI| Ormai per quella donna non era più un mistero l'amore del 173 XI| visita di Alfredo che si era tradito con quelle parole, 174 XI| veglia agitata. Egli stesso era incapace di farsi un pensiero 175 XI| sole il nostro giovinotto era pronto per la partenza. - 176 XI| alquanto commosso. Per via era agitato da molti pensieri, 177 XI| ad un sogno, ma frattanto era giunto alla stazione, e 178 XI| esigenze di Ermanno che era in preda all'impazienza. 179 XI| avvertì che la desiderata meta era toccata.~Da due anni egli 180 XI| toccata.~Da due anni egli non era più stato a Milano; il movimento 181 XI| finalmente, disse costui, era tempo che tu venissi a farmi 182 XI| Milano nella stessa città dov'era lei, di respirare l'aria 183 XI| istessa; il pensiero che era possibile anche incontrarla 184 XI| consegnata la lettera, perchè non era necessario, nondimeno stimai 185 XI| l'ho già detto.~- Ciò non era necessario.~- Perchè no? 186 XI| discendevano nella via. Paolo era allegro, e cantarellava 187 XI| soddisfatta; Ermanno invece era molto preoccupato; dopo 188 XI| visita quelle dolcezze che si era ripromesse, lo turbavano 189 XI| di Ermanno sclamando:~- Era tempo, bel signorino che 190 XI| Laura passò inosservato.~Era degna di rimarco la metamorfosi 191 XI| tutta la di lei persona: non era più la ragazza ingenua di 192 XI| del povero Ermanno, che si era più volte accusato segretamente 193 XI| comprenderlo; ma ora non era più così; il mesto pallore 194 XI| giovinezza. - Laura non era più la fanciulla amata, 195 XI| espansività di Laura; anzi ne era molto contenta in cuor suo, 196 XI| intimità di Laura ed Ermanno era tutt'altro che il frutto 197 XI| scambiati fra di loro!~Laura era raggiante di contentezza; 198 XII| XII~ ~Il pianoforte era in una sala attigua alla 199 XII| e l'interno delle sale era addobbato con una straordinaria 200 XII| massima prodigalità; vi era un ampio salone arredato 201 XII| arredo.~La stanza di Laura era una piccola sala ove tutto 202 XII| una piccola sala ove tutto era ridotto a graziose proporzioni; 203 XII| finissimo lavorio. - Il letto era a foggia di conchiglia, 204 XII| in un ampio54 giardino. Era nelle ore del meriggio, 205 XII| nella camera di Laura, egli era al massimo grado di prostrazione, 206 XII| giovinetta a cui natura era stata prodiga di tutti i 207 XII| di quella sontuosità che era per lei divenuta indifferente - 208 XII| modulazioni armoniche. La musica era cessata, l'ultimo accordo, 209 XII| giustificazione? Ben sapeva che tutto era frutto del dolore, pure 210 XII| L'attenzione di Ermanno era come quella di una madre 211 XII| nostro secreto...~- Non era necessario, rispose Ermanno, 212 XIII| piuttosto animato, Paolo era un prodigio di giovialità 213 XIII| signora di sua conoscenza, che era amantissima della musica 214 XIII| perchè in quel momento era preoccupato da ben altro - 215 XIII| giro dei Giardini Pubblici. Era tardi, Ermanno manifestò 216 XIII| del mattino.~La giornata era serenissima, il sole splendeva 217 XIII| confrontandola con Brescia, ove tutto era monotono. - La eccessiva 218 XIII| Laura da più di un'ora era sulle spine non vedendolo 219 XIII| La signora in discorso era una certa madama Salviani 220 XIII| molto la musica, di cui era discreta cultrice; aveva 221 XIII| appena trentacinque anni, era una bella donna, e non le 222 XIII| mezzo del marito il quale era stato legato per ragione 223 XIII| frequentavano quella casa che era il convegno del bel mondo. - 224 XIII| Classici, ma la sua abilità era tanta che anche suonando 225 XIII| mamma, sclamò Laura, se non era della signora ti dimenticavi 226 XIII| giovialità del suo carattere, era sempre allegra sempre festevole, 227 XIII| insieme; quella certa Romanza era il punto cardinale dei loro 228 XIV| tutte quelle ore di dolcezze era scomparsa ogni traccia di 229 XIV| domestiche gioie; quella pace era il più bello de' miei desiderii... 230 XIV| maltratti in tal guisa; era così felice, ed ora mi fai 231 XIV| che la ferita di Ermanno era profonda, e prestavasi con 232 XIV| Laura che da una settimana era rimasto sospeso, riuscì 233 XIV| il principio di un'idea; era un romanzo costruito senza 234 XV| notte, e certo che ormai era inutile l'abbandonarsi al 235 XV| nello spazio celeste! - Era quella l'ultima volta che 236 XV| passeggiando lungo la via; era la mezza dopo le quattro, 237 XV| balcone una bianca figura.~Era dessa! - Aveva i capelli 238 XV| bizzarramente al collo.~Era pur bella! Sembrava la personificazione 239 XV| dirizzata alla sua volta. - Era tardi. Alzò un ultimo65 240 XV| sai perchè? Perchè così era provato che l'idea della 241 XV| parole d'amore... ma ciò non era possibile, ed io dovetti 242 XV| addio mandato in silenzio era ben straziante, e la pena 243 XV| più felice di quanto lo era in quell'istante, come non 244 XV| Quindici giorni sono, io era tormentato da un ardente70 245 XV| nella casa di Laura, io era ben lungi dall'attendermi 246 XV| abbellirti, fra le tue mura era felice; ed ora disparve 247 XV| più grandi sacrifizii. - Era consuetudine nei paladini 248 XV| rivolta a quella parte donde era sparito, e quando rinvenni 249 XV| persino lo zuccaro di cui era sì ghiotto.~«Non ho agito 250 XV| scrutare il cielo, ma desso era ancora coperto di stelle. - 251 XV| mi destai, la mia camera era tutta inondata della luce 252 XV| abbandonarmi, perchè il mio era pur grande; e non v'ha parola 253 XV| giungono le lettere, io era tutta sconvolta, ed appena 254 XV| della notte allorchè tutto era tranquillamente sepolto 255 XV| alla finestra; il cielo era bruno e tempestato di stelle, 256 XV| tempestato di stelle, la luna era nel suo primo quarto, e 257 XV| tranquilla, il lugubre silenzio, era rotto solamente dai monotoni 258 XV| giorni di tue novelle, io era assai inquieta, tanto più 259 XV| Oh! perdonami sai, non era la tua Laura che pensava 260 XV| pensava così, no, il mio cuore era troppo sicuro; fu una stranezza 261 XV| saprei immaginare. Stamane i' era in giardino con quest'idea 262 XV| più pallido dell'usato; io era al tuo fianco, ti parlava 263 XV| l'ha data, mi chiese - io era davanti allo specchio, e 264 XV| mamma che quella medaglia era una tua memoria, sono certa 265 XVI| qualche rimasuglio del male vi era sempre; e ciò spiega il 266 XVI| desolazione di tutto me stesso, io era giunto a tanto da dubitare 267 XVI| fermarmi per l'affanno. - Era verso sera, lo ricordi?.... 268 XVI| passeggiata in barca; l'aria era fresca, il cielo sereno; 269 XVI| Sorgeva la luna, ma il cielo era ancor tinto di un roseo 270 XVI| contemplazione, mi accorsi che l'aria era troppo umida, e mi affrettai 271 XVI| papà, avrei giurato che vi era una tua lettera; ma nossignore, 272 XVI| voglia di piangere tanta era la commozione che mi destava 273 XVI| spesso nella camera che era a te destinata, e ne esco 274 XVII| ve l'avesse quasi forzata era troppo meschino, e tradiva 275 XVII| fu grande, giacchè egli era ben lungi dall'attendersi 276 XVII| sventurato amico.~La stagione non era più propizia per rimanere 277 XVII| nel dolore che l'opprimeva era per lui unico conforto quello 278 XVII| avvicendarsi di frasi inconcludenti era fondato sopra una solida 279 XVII| l'ultima lettera di Laura era di una regolarità quasi 280 XVII| saluti della tua~ ~Laura».~ ~Era troppo! Una tal lettera 281 XVII| dirmi che a Firenze la luna era chiara, la brezza molle, 282 XVII| pace. Feci tutto quanto era in me per prendere un sopravvento 283 XVII| missione rigeneratrice che mi era imposta, perchè riconosco 284 XVIII| fuoco in arnese da camera.~Era pallido e macilento a tal 285 XIX| quanto frivola e leggiera, era buona, e sensibile; solamente 286 XIX| mistero della sua gioia. - Non era una gran festa, giacchè 287 XIX| molto buon umore.~Paolo era fra gl'invitati. - Stava 288 XIX| sposo fortunato di Laura, era pure oggetto delle congratulazioni 289 XIX| pezzo sul pianoforte. - Era una suonata di circostanza, 290 XIX| signor Ermanno Alvise - Laura era in quel momento al fianco 291 XIX| complimenti, l'accento del giovane era sì naturale; ma Laura non 292 XIX| sguardo.~Filippo, postochè era sopra un piacevole discorso, 293 XIX| oserà rifiutarsi.....~Non c'era riparo, la crudeltà era 294 XIX| c'era riparo, la crudeltà era troppo raffinata, e Laura 295 XIX| che non ho!»~ ~La musica era buona, ma l'esecuzione fu 296 XIX| voltasse i fogli sul leggio.~Era impossibile rifiutarsi.~ 297 XIX| esser fidanzata.~L'uditorio era sospeso e subiva il fascino 298 XIX| quegli accenti lugubri, era raccontata tutta la storia 299 XIX| scuotere l'anima di Laura: era il canto del Notturno al 300 XIX| torture. -~L'artista si era vendicato..... ma l'uomo 301 XIX| le braccia di Paolo che era accorso a sorreggerlo.~ ~ ~ ~ 302 XX| XX~ ~L'inverno era trascorso. Ai geli della 303 XX| primaverili e le erbette. - Ov'era il ghiaccio, giù pei burroni 304 XX| giorni dopo, Ermanno non era più!....~Poco lungi dalla 305 XX| riposava là sotterra!....~Era un'incantevole dimora degna 306 XX| la sua pace.~Ermanno non era più! Il soffio di morte 307 XX| al tumulo. - Ermanno non era più! La sua vita fu breve 308 XX| traccia luminosa. -~Egli non era nato a tempo; l'anima sua 309 XX| sua precorse l'epoca a cui era destinata, epperciò la sua 310 XX| fra una moltitudine che le era indifferente. - Vivere della 311 XX| ajutale. Questa rampogna era diretta ad un altro giovane 312 XX| a due giovani donne. Una era vispa ed allegra, e durante 313 XX| d'interna sofferenza. - Era infine Laura. Il giovane 314 XX| giovane che le dava il braccio era suo cugino Alfredo; negli 315 XX| Alfredo. Laura in quei giorni era appunto in casa dello zio, 316 XX| disse che madama Alvise era andata alla chiesa.~Paolo 317 XX| palese. - Le gramaglie ond'era vestita suscitarono un dubbio 318 XX| scaturivano dai loro occhi. - Era un quadro straziante oltre 319 XX| della giovine sposa che si era scomposto nell'abbracciare 320 XX| mio avvenire: l'amor tuo era cosa troppo grande per me, 321 XX| passo dietro l'altro; la via era forse più lunga, ma assai 322 XX| Volli veder la luce; era cosa troppo grande per me, 323 XX| prima fase del tuo cuore era compiuta?.... L'amante avrebbe 324 XX| quei terribili momenti io era fuor di senno.~«Ormai, lo 325 XX| vagheggiato.~- Sai tu qual era questo sogno?.... Ora appena