Cap.

  1     I|               un flebile sospiro.~Non era difficile l'accorgersi che
  2     I|               Ermanno Alvise, giacchè era desso il gentile disturbatore
  3     I|   disturbatore del silenzio notturno, era desso che colle soavi melodie
  4     I|              cui principale ornamento era un pianoforte verticale
  5     I|               25 anni, la sua statura era un medio,  troppo alta
  6     I|              sguardo. -~Allorchè egli era rapito dalla corrente delle
  7     I|           anni, e giovanissimo ancora era salito in bella fama. Nessuno
  8     I|              sull'animo degli uditori eragrande, che bene spesso
  9     I|               grande, che bene spesso era giuocoforza abbandonarsi
 10     I|            tutto distingueva Ermanno, era la sua abilità nell'improvvisare
 11     I|        spronati ad orribile massacro.~Era bello Ermanno in quei momenti
 12     I|          inspirazione. Buona parte ne era fatta, ma la riuscita non
 13     I|              diremo di più, ogni nota era l'oggetto di un paziente
 14     I|         collocata al suo vero posto - Era un lavoro lunghissimo, un
 15     I|            delle sue veglie. La notte era già di molto avanzata, eppure
 16     I|             incompleti dell'arte. Già era passata la prima ora del
 17     I|           aveva sonno, la sua volontà era tanto fissa in quell'idea
 18     I|           immersi nel sonno. La madre era una donna sui cinquant'anni
 19     I|          pianista a cui da molti anni era mancato il padre. Non si
 20     I|       pianoforte, e l'ultimo suo moto era un sorriso di compiacienza
 21     I|             rivederci.~Alfredo Ramati era un simpatico giovinotto
 22     I|               casato; la sua famiglia era molto ricca, ma questa volta,
 23     I|           rara. - Il padre di Alfredo era stato avvocato di8 molta
 24     I|            del suo lavoro. Sua moglie era morta da parecchi anni lasciandolo
 25     I|         pronunciata per la musica, ed era legato ad Ermanno per vincolo
 26     I|               elogi infiniti.~Ermanno era si può dire di famiglia
 27     I|              Alfredo per puro diporto era partito alla volta di Milano,
 28     I|              colla madre. - Ecco qual era l'impegno di Ermanno, il
 29     I|           figlio. - Alle otto Ermanno era sulla via che guidava al
 30    II|           Laura vivamente, il signore era già una mia conoscenza prima
 31    II|      compiacenza di cantarlo.~Ermanno era confuso, giammai egli aveva
 32    II|               sulla giovinetta che si era posta a lui di fianco, e
 33    II|          aveva punto esagerato; Laura era di una bellezza sorprendente.
 34    II|            insieme di quella figurina era di una eleganza statuaria.~
 35    II|              che il volto di Laura si era acceso d'un colore insolito,
 36    II|        qualche cosa in quell'istante; era un'espressione quasi impercettibile
 37    II|       trattenere quasi il respiro, ed era bello il vederli immedesimati
 38    II|             la mollezza di quel canto era tanto dolce, tanto insinuante,
 39    II|              La povera giovinetta non era più sulla terra, pareva
 40    II|         tregua al povero pianista che era tutto in un sudore, ed allora
 41    II|          stessa positura. Il notturno era piuttosto lungo, e la stagione
 42   III|               l'immagine di Laura non era affatto estranea. - Quanto
 43   III|               ella gli aveva detto. - Era una piena di nuove sensazioni
 44   III|            nome di Laura, e quel nome era seguito da qualche cosa
 45   III|             notturno. E tutto ciò non era che un sogno? quell'adorabile
 46   III|          quell'adorabile creatura non era una visione, un ideale13?
 47   III|       subivano una reazione, la mente era più serena, il cuore più
 48   III|               cercò di suonare perchè era distratto; le idee ed i
 49   III|              Sognava, ed il suo sogno era felice. All'indomani la
 50   III|           sonno, durò tuttavia mentre era desto. Guardò l'orologio,
 51   III|             conto suo; il suo spirito era rivolto ad altro oggetto.
 52   III|               qualche dolore, giacchè era facile scoprire che la sua
 53   III|            che la sua gioia altro non era che un edifizio14 senza
 54   III|       sconforto della realtà.~Ermanno era felice; e chi non lo fu
 55   III|           inoltre che la sua toeletta era più accurata. Camminava
 56   III|             Alfredo, l'abbiamo detto, era stato a Milano qualche giorno
 57   III|          cugina; questo bravo giovane era entusiasta per Ermanno,
 58   III|          minuto di quiete, che non si era crucciata mai per nulla;
 59   III|              commovente, tutta natura era un'armonia soave come la
 60   III|           sorrideva malinconicamente. Era un sorriso traditore che
 61   III|              un sospiro.~Il mazzolino era terminato, ma il tempo impassibile
 62   III|            campanello di casa Ramati.~Era desso! il cuore non l'aveva
 63   III|          cuore non l'aveva ingannata; era Ermanno che entrando incontrò
 64   III|      indisposta; sull'avvocato Ramati era assolutamente vano il far
 65   III|             mani alle sue spalle; non era più una novità, e poteva
 66   III|            sapeva dove scegliere. Non era assolutamente il soggetto
 67   III|          parlo più.~Il volto di Laura era talmente acceso che fu vera
 68   III|              della sera.~Ermanno pure era alquanto pensoso; pareva
 69   III|        interruppe le sue meditazioni.~Era Laura che durante quel martellare
 70   III|              azzardando di sturbarlo; era dessa che scuotendolo dal
 71   III|            quelli di Laura che gli si era posta accanto; era un sorriso
 72   III|             gli si era posta accanto; era un sorriso seducente, che
 73    IV|            centomila lire di dote, ed era figlia unica. - Questa dichiarazione
 74    IV|             all'uscire di casa Ramati era tormentato da tristissime
 75    IV|              meditazioni; ormai non v'era più dubbio sulla realtà
 76    IV|              sintomo d'amore.~Ermanno era ragionevole, a mente tranquilla
 77    IV|            periodo di due giorni egli era soggiogato. Non era il caso
 78    IV|              egli era soggiogato. Non era il caso d'illudersi, il
 79    IV|           vittima di quel sentimento, era la più certa prova dell'
 80    IV|              compreso che quell'amore era un sogno, una chimera? -
 81    IV|              chimera? - Ma quel sogno era tanto bello, che egli vi
 82    IV|               di tutto lo addolorava, era la certezza che aveva dell'
 83    IV|            credervi se ella stessa si era tradita con tanta sincerità.
 84    IV|              sera non una triste idea era surta a funestarlo. La speranza
 85    IV|               speranze.~La realtà! ed era ben dessa quella crudele
 86    IV|      importava ad essa se Ermanno non era ricco? Questo pensiero non
 87    IV|        trascorse le nove, ed egli non era puranco al sicuro, il cuore
 88    IV|             gli parve lunghissima; se era desto pensava a lei; se
 89    IV|             indomani presso di lei. -~Era tanto piacevole questo rimorso,
 90    IV|             volgesse al termine, egli era convinto in cuor suo di
 91    IV|            debole barlume di speranza era il segno certo della sua
 92    IV|          sette e mezza il nostro eroe era già sulle mosse verso la
 93    IV|           agitazione. -~Laura intanto era fissa cogli occhi al fondo
 94    IV|         Ermanno; dalla sua attitudine era facile l'indovinare che
 95    IV|            balcone, Laura sedette, ma era tanto l'affanno della poverina
 96    IV|               una vera crudeltà. Come era naturale anche la passeggiata
 97    IV|           pensieri - Ermanno diffatti era commosso; il suo sguardo
 98    IV|             Quattro giorni appena! Ed era questa la felicità che aveva
 99    IV|           sarebbero arrestati? ma non era prudente l'abusare dell'
100    IV|             aveva da riparare - Laura era con lei indignata, ma a
101     V|       disposti alla partenza. La sera era fresca, ed eccitava al passeggio;
102     V|            Ermanno.~La madre di Laura era una vera gentildonna per
103     V|        menomamente. - Appena Laura si era appoggiata al braccio di
104     V|          compagnia!...~Il complimento era diretto ad Ermanno, che
105     V|              Ce ne guardi il cielo!~- Era per parlare un poco anche
106     V|        Ermanno fu tocco di gioja; non era più una creatura umana che
107     V|            egli si sentiva al fianco, era qualche cosa di soprannaturale,
108     V|               ivi tutti si fermarono; era tardi, e fu giocoforza salutarsi. -
109    VI|                              VI~ ~Non era più per Ermanno il caso
110    VI|            calcolarne la durata; egli era felice, e per quanto gravi
111    VI|        pensieri. Giammai la notte gli era parsa tanto bella, giammai
112    VI|          freddo raggio della luna gli era sembrato così malinconico -
113    VI|          memorie soavi?~La mezzanotte era già trascorsa quando Ermanno
114    VI|                La buona donna infatti era tutta sconvolta per l'insolita
115    VI|              dolore della separazione era senza dubbio la certezza
116    VI|         passare.~Il salotto da lavoro era assai ben riparato dalla
117    VI|              così dire Laura, giacchè era ben dessa, lasciò la mano
118   VII|                         VII~ ~La sera era fresca e tranquilla. Il
119   VII|            luminoso del disco lunare; era l'astro della notte che
120   VII|             immediatamente al sole. - Era una di quelle sere in cui
121   VII|          Laura il di cui abbattimento era portato all'estremo. L'amabile
122   VII|           verso la città.~Ermanno non era ancor giunto, ed ella n'
123   VII|               ancor giunto, ed ella n'era inquieta; non già che dubitasse
124   VII|             balzò vivamente in seno - Era desso!~Diffatti Ermanno
125   VII|           Ermanno apparve poco lungi. Era tempo!~Laura senza punto
126   VII|               si mise in via.~Ermanno era a poco per piangere; Alfredo
127   VII|              mano a Letizia, la quale era pure alquanto commossa,
128   VII|         stelle del cielo. -~La natura era bella illuminata dal patetico
129   VII|         appariva una luce biancastra.~Era l'alba.~ ~ ~ ~
130  VIII|         viaggiavano Laura e sua madre era diretto, epperciò la velocità
131  VIII|               Già da molto tempo ella era assorta in quella contemplazione,
132  VIII|             gli occhi; soltanto Laura era inquieta ed addolorata.
133  VIII|     malinconica de' suoi grand'occhi, era tutta di dolore. Dallo sportello
134  VIII|               rimembranze.~Il viaggio era lungo, e parve lunghissimo
135  VIII|              le mille volte se non vi era sua madre. -~Arrivarono
136  VIII|            suo Ermanno. - Papà Ramati era ad aspettarle, e non appena
137  VIII|              di qualche conforto.~«Io era in tale stato ancora qualche
138  VIII|           presentimento del mio cuore era una ben triste verità. -
139  VIII|           espressi in quella lettera, era troppo straziante; Ermanno
140  VIII|               un desolante sconforto.~Era troppo amaro il colpo per
141  VIII|         tristi predizioni di Ermanno, era una forte protesta contro
142  VIII|               città col suo movimento era diventata per lei un deserto.
143  VIII|            dello zio Ramati!  tutto era tranquillo,  ella poteva
144  VIII|             Dopo alcuni giorni, Laura era rassegnata, ma non guarita,
145  VIII|              d'ingenuità che prima le era abituale. L'impressione
146  VIII|             nullameno il suo pensiero era sempre rivolto alla cara
147  VIII|              ch'esso inspira. - Laura era egoista, perchè amava per
148  VIII|               di lui con altri, e ciò era già molto. - Eppoi un amico38
149  VIII|                 La memoria di Ermanno era impressa nel di lei cuore,
150    IX|               non seppe darsene pace, era troppo avvezza a vedere
151    IX|       improvviso cambiamento.~Ermanno era per natura pochissimo robusto;
152    IX|               agitarsi. - Di più egli era stato più volte ammalato
153    IX|             ingannare, e quel sorriso era maggior strazio per colei
154    IX|        qualche imprudente confidenza; era ansioso di sapere ciò che
155    IX|          volto del figlio; un'idea le era balenata alla mente. Il
156    IX|           particolarmente; ho finito.~Era tempo, giacchè Ermanno non
157    IX|             poteva confidarsi - Paolo era a Milano.... Ricordando
158     X|               Paolo Franzoni pittore, era un giovinotto smilzo e magro
159     X|              aveva fatto Ermanno, non era punto esagerato, e giovine
160     X|               quanto a carattere egli era giovialissimo; la mestizia
161     X|        mestizia anche passeggiera non era per lui. Aveva dello spirito,
162     X|             amava molto Ermanno a cui era legato in amicizia fin dall'
163     X|                Da dodici giorni Laura era partita, da dodici giorni
164     X|    confessione de' suoi dubbi; ma non era forse anche quella una prova
165     X|               Milano, una la conobbe, era di Paolo; l'altra era quella
166     X|        conobbe, era di Paolo; l'altra era quella tanto aspettata di
167     X|               rendimi la mia pace, io era felice, contenta, ignorava
168    XI|              più, la lettera di Laura era inspirata dalla fede più
169    XI|          rivelazione della giovinetta era troppo eloquente e spontanea,
170    XI|             scoperto al fuoco nemico, era miglior consiglio ceder
171    XI|             meglio. - Ermanno difatti era di molto sollevato, il ritardo
172    XI|            Ormai per quella donna non era più un mistero l'amore del
173    XI|              visita di Alfredo che si era tradito con quelle parole,
174    XI|           veglia agitata. Egli stesso era incapace di farsi un pensiero
175    XI|             sole il nostro giovinotto era pronto per la partenza. -
176    XI|            alquanto commosso. Per via era agitato da molti pensieri,
177    XI|             ad un sogno, ma frattanto era giunto alla stazione, e
178    XI|               esigenze di Ermanno che era in preda all'impazienza.
179    XI|        avvertì che la desiderata meta era toccata.~Da due anni egli
180    XI|         toccata.~Da due anni egli non era più stato a Milano; il movimento
181    XI|             finalmente, disse costui, era tempo che tu venissi a farmi
182    XI|         Milano nella stessa città dov'era lei, di respirare l'aria
183    XI|              istessa; il pensiero che era possibile anche incontrarla
184    XI|     consegnata la lettera, perchè non era necessario, nondimeno stimai
185    XI|             l'ho già detto.~- Ciò non era necessario.~- Perchè no?
186    XI|         discendevano nella via. Paolo era allegro, e cantarellava
187    XI|           soddisfatta; Ermanno invece era molto preoccupato; dopo
188    XI|         visita quelle dolcezze che si era ripromesse, lo turbavano
189    XI|               di Ermanno sclamando:~- Era tempo, bel signorino che
190    XI|              Laura passò inosservato.~Era degna di rimarco la metamorfosi
191    XI|          tutta la di lei persona: non era più la ragazza ingenua di
192    XI|            del povero Ermanno, che si era più volte accusato segretamente
193    XI|              comprenderlo; ma ora non era più così; il mesto pallore
194    XI|               giovinezza. - Laura non era più la fanciulla amata,
195    XI|         espansività di Laura; anzi ne era molto contenta in cuor suo,
196    XI|          intimità di Laura ed Ermanno era tutt'altro che il frutto
197    XI|          scambiati fra di loro!~Laura era raggiante di contentezza;
198   XII|                   XII~ ~Il pianoforte era in una sala attigua alla
199   XII|                e l'interno delle sale era addobbato con una straordinaria
200   XII|               massima prodigalità; vi era un ampio salone arredato
201   XII|            arredo.~La stanza di Laura era una piccola sala ove tutto
202   XII|            una piccola sala ove tutto era ridotto a graziose proporzioni;
203   XII|         finissimo lavorio. - Il letto era a foggia di conchiglia,
204   XII|               in un ampio54 giardino. Era nelle ore del meriggio,
205   XII|           nella camera di Laura, egli era al massimo grado di prostrazione,
206   XII|               giovinetta a cui natura era stata prodiga di tutti i
207   XII|              di quella sontuosità che era per lei divenuta indifferente -
208   XII|      modulazioni armoniche. La musica era cessata, l'ultimo accordo,
209   XII| giustificazione? Ben sapeva che tutto era frutto del dolore, pure
210   XII|               L'attenzione di Ermanno era come quella di una madre
211   XII|               nostro secreto...~- Non era necessario, rispose Ermanno,
212  XIII|              piuttosto animato, Paolo era un prodigio di giovialità
213  XIII|        signora di sua conoscenza, che era amantissima della musica
214  XIII|                perchè in quel momento era preoccupato da ben altro -
215  XIII|           giro dei Giardini Pubblici. Era tardi, Ermanno manifestò
216  XIII|              del mattino.~La giornata era serenissima, il sole splendeva
217  XIII| confrontandola con Brescia, ove tutto era monotono. - La eccessiva
218  XIII|                Laura da più di un'ora era sulle spine non vedendolo
219  XIII|                La signora in discorso era una certa madama Salviani
220  XIII|               molto la musica, di cui era discreta cultrice; aveva
221  XIII|             appena trentacinque anni, era una bella donna, e non le
222  XIII|             mezzo del marito il quale era stato legato per ragione
223  XIII|         frequentavano quella casa che era il convegno del bel mondo. -
224  XIII|           Classici, ma la sua abilità era tanta che anche suonando
225  XIII|           mamma, sclamò Laura, se non era della signora ti dimenticavi
226  XIII|         giovialità del suo carattere, era sempre allegra sempre festevole,
227  XIII|         insieme; quella certa Romanza era il punto cardinale dei loro
228   XIV|          tutte quelle ore di dolcezze era scomparsa ogni traccia di
229   XIV|         domestiche gioie; quella pace era il più bello de' miei desiderii...
230   XIV|               maltratti in tal guisa; era così felice, ed ora mi fai
231   XIV|              che la ferita di Ermanno era profonda, e prestavasi con
232   XIV|            Laura che da una settimana era rimasto sospeso, riuscì
233   XIV|              il principio di un'idea; era un romanzo costruito senza
234    XV|              notte, e certo che ormai era inutile l'abbandonarsi al
235    XV|               nello spazio celeste! - Era quella l'ultima volta che
236    XV|            passeggiando lungo la via; era la mezza dopo le quattro,
237    XV|            balcone una bianca figura.~Era dessa! - Aveva i capelli
238    XV|               bizzarramente al collo.~Era pur bella! Sembrava la personificazione
239    XV|           dirizzata alla sua volta. - Era tardi. Alzò un ultimo65
240    XV|               sai perchè? Perchè così era provato che l'idea della
241    XV|          parole d'amore... ma ciò non era possibile, ed io dovetti
242    XV|             addio mandato in silenzio era ben straziante, e la pena
243    XV|               più felice di quanto lo era in quell'istante, come non
244    XV|              Quindici giorni sono, io era tormentato da un ardente70
245    XV|               nella casa di Laura, io era ben lungi dall'attendermi
246    XV|           abbellirti, fra le tue mura era felice; ed ora disparve
247    XV|              più grandi sacrifizii. - Era consuetudine nei paladini
248    XV|          rivolta a quella parte donde era sparito, e quando rinvenni
249    XV|             persino lo zuccaro di cui era sì ghiotto.~«Non ho agito
250    XV|           scrutare il cielo, ma desso era ancora coperto di stelle. -
251    XV|              mi destai, la mia camera era tutta inondata della luce
252    XV|           abbandonarmi, perchè il mio era pur grande; e non v'ha parola
253    XV|               giungono le lettere, io era tutta sconvolta, ed appena
254    XV|            della notte allorchè tutto era tranquillamente sepolto
255    XV|               alla finestra; il cielo era bruno e tempestato di stelle,
256    XV|         tempestato di stelle, la luna era nel suo primo quarto, e
257    XV|      tranquilla, il lugubre silenzio, era rotto solamente dai monotoni
258    XV|             giorni di tue novelle, io era assai inquieta, tanto più
259    XV|                Oh! perdonami sai, non era la tua Laura che pensava
260    XV|        pensava così, no, il mio cuore era troppo sicuro; fu una stranezza
261    XV|         saprei immaginare. Stamane i' era in giardino con quest'idea
262    XV|            più pallido dell'usato; io era al tuo fianco, ti parlava
263    XV|             l'ha data, mi chiese - io era davanti allo specchio, e
264    XV|             mamma che quella medaglia era una tua memoria, sono certa
265   XVI|        qualche rimasuglio del male vi era sempre; e ciò spiega il
266   XVI|    desolazione di tutto me stesso, io era giunto a tanto da dubitare
267   XVI|             fermarmi per l'affanno. - Era verso sera, lo ricordi?....
268   XVI|          passeggiata in barca; l'aria era fresca, il cielo sereno;
269   XVI|          Sorgeva la luna, ma il cielo era ancor tinto di un roseo
270   XVI| contemplazione, mi accorsi che l'aria era troppo umida, e mi affrettai
271   XVI|            papà, avrei giurato che vi era una tua lettera; ma nossignore,
272   XVI|              voglia di piangere tanta era la commozione che mi destava
273   XVI|               spesso nella camera che era a te destinata, e ne esco
274  XVII|             ve l'avesse quasi forzata era troppo meschino, e tradiva
275  XVII|               fu grande, giacchè egli era ben lungi dall'attendersi
276  XVII|     sventurato amico.~La stagione non era più propizia per rimanere
277  XVII|            nel dolore che l'opprimeva era per lui unico conforto quello
278  XVII|   avvicendarsi di frasi inconcludenti era fondato sopra una solida
279  XVII|             l'ultima lettera di Laura era di una regolarità quasi
280  XVII|          saluti della tua~ ~Laura».~ ~Era troppo! Una tal lettera
281  XVII|           dirmi che a Firenze la luna era chiara, la brezza molle,
282  XVII|               pace. Feci tutto quanto era in me per prendere un sopravvento
283  XVII|         missione rigeneratrice che mi era imposta, perchè riconosco
284 XVIII|            fuoco in arnese da camera.~Era pallido e macilento a tal
285   XIX|            quanto frivola e leggiera, era buona, e sensibile; solamente
286   XIX|        mistero della sua gioia. - Non era una gran festa, giacchè
287   XIX|               molto buon umore.~Paolo era fra gl'invitati. - Stava
288   XIX|             sposo fortunato di Laura, era pure oggetto delle congratulazioni
289   XIX|               pezzo sul pianoforte. - Era una suonata di circostanza,
290   XIX|         signor Ermanno Alvise - Laura era in quel momento al fianco
291   XIX|    complimenti, l'accento del giovane eranaturale; ma Laura non
292   XIX|            sguardo.~Filippo, postochè era sopra un piacevole discorso,
293   XIX|           oserà rifiutarsi.....~Non c'era riparo, la crudeltà era
294   XIX|             c'era riparo, la crudeltà era troppo raffinata, e Laura
295   XIX|              che non ho!»~ ~La musica era buona, ma l'esecuzione fu
296   XIX|          voltasse i fogli sul leggio.~Era impossibile rifiutarsi.~
297   XIX|           esser fidanzata.~L'uditorio era sospeso e subiva il fascino
298   XIX|               quegli accenti lugubri, era raccontata tutta la storia
299   XIX|            scuotere l'anima di Laura: era il canto del Notturno al
300   XIX|               torture. -~L'artista si era vendicato..... ma l'uomo
301   XIX|               le braccia di Paolo che era accorso a sorreggerlo.~ ~ ~ ~
302    XX|                        XX~ ~L'inverno era trascorso. Ai geli della
303    XX|        primaverili e le erbette. - Ov'era il ghiaccio, giù pei burroni
304    XX|              giorni dopo, Ermanno non era più!....~Poco lungi dalla
305    XX|             riposava  sotterra!....~Era un'incantevole dimora degna
306    XX|              la sua pace.~Ermanno non era più! Il soffio di morte
307    XX|              al tumulo. - Ermanno non era più! La sua vita fu breve
308    XX|          traccia luminosa. -~Egli non era nato a tempo; l'anima sua
309    XX|            sua precorse l'epoca a cui era destinata, epperciò la sua
310    XX|            fra una moltitudine che le era indifferente. - Vivere della
311    XX|              ajutale. Questa rampogna era diretta ad un altro giovane
312    XX|              a due giovani donne. Una era vispa ed allegra, e durante
313    XX|               d'interna sofferenza. - Era infine Laura. Il giovane
314    XX|        giovane che le dava il braccio era suo cugino Alfredo; negli
315    XX|         Alfredo. Laura in quei giorni era appunto in casa dello zio,
316    XX|               disse che madama Alvise era andata alla chiesa.~Paolo
317    XX|            palese. - Le gramaglie ond'era vestita suscitarono un dubbio
318    XX|         scaturivano dai loro occhi. - Era un quadro straziante oltre
319    XX|            della giovine sposa che si era scomposto nell'abbracciare
320    XX|              mio avvenire: l'amor tuo era cosa troppo grande per me,
321    XX|          passo dietro l'altro; la via era forse più lunga, ma assai
322    XX|                  Volli veder la luce; era cosa troppo grande per me,
323    XX|              prima fase del tuo cuore era compiuta?.... L'amante avrebbe
324    XX|             quei terribili momenti io era fuor di senno.~«Ormai, lo
325    XX|            vagheggiato.~- Sai tu qual era questo sogno?.... Ora appena
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