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Lettera XLII I geni sono pochi
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
I geni sono pochi
ho saputo da mamma Giulia che la mia ultima lettera (o anche altre?) ti ha procurato dispiacere. Perché non me ne hai scritto nulla? Quando nelle mie lettere qualcosa ti dispiace, è bene che tu me lo faccia sapere e mi spieghi le tue ragioni. Tu mi sei molto caro e io non voglio procurarti nessun dolore: sono tanto lontano e non posso accarezzarti e aiutarti come vorrei a risolvere le quistioni che nascono nel tuo cervello. Devi, ad esempio, ripetermi la quistione che una volta mi avevi posto riguardo a Cecov e alla quale non ho risposto: io non me ne ricordo proprio per nulla. Se tu sostenevi che Cecov è uno scrittore sociale, avevi ragione, ma una ragione che non deve inorgoglirti perché già Aristotele aveva detto che tutti gli uomini sono animali sociali. Credo che tu volevi dire di piú, che cioè Cecov esprimeva una determinata situazione sociale, esprimeva alcuni aspetti della vita del suo tempo e li esprimeva in modo da dover essere considerato uno scrittore «progressivo». Naturalmente non si può dire tutto di Cecov in poche parole. E cosí su Turgheniev.
Tu osservi che il giornale dei pionieri, nel passato, dedicava molto spazio a Tolstoi e poco o quasi nulla a Gorki.
Adesso che Gorki è morto e si stente il dolore della sua perdita, ciò può apparire una cosa non giusta. Ma bisogna giudicare con spirito critico in ogni momento, e allora non bisogna dimenticare che Tolstoi è stato uno scrittore «mondiale», uno dei pochi scrittori di ogni paese che ha raggiunto la maggiore perfezione nell’arte e ha suscitato e suscita torrenti di emozioni da per tutto, anche in traduzioni pessime, anche in uomini e donne che sono abbrutiti dalla fatica e hanno una cultura elementare. Tolstoi è stato davvero un portatore di civiltà e di bellezza e nel mondo contemporaneo ancora nessuno lo ha eguagliato: per trovargli compagnia occorre pensare a Omero, a Eschilo, a Dante, a Shakespeare, a Goethe, a Cervantes, e altri pochissimi.
Sono contento della tua lettera, e piú contento che ti senti meglio, che ti arrampichi sui muri per vedere l’eclissi, che farai i bagni e delle passeggiate nel bosco e che imparerai l’italiano. Anche irrobustirsi è fare qualche cosa.