Antonio Gramsci
L'albero del riccio

Lettera LII   Nove lire al mese

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Lettera LII

 

Nove lire al mese

 

 

Cara Tania,

mi dirigo da me da molto tempo e mi dirigevo da me già da bambino. Ho incominciato a lavorare da quando avevo undici anni, guadagnando ben nove lire al mese (ciò che del resto significava un chilo di pane al giorno) per dieci ore di lavoro, compresa la mattina della domenica, e me la passavo a smuovere registri che pesavano piú di me e molte notti piangevo di nascosto perché mi doleva tutto il corpo.

Ho conosciuto quasi sempre solo l’aspetto piú brutale della vita e me la sono sempre cavata, bene o male. Neanche mia madre conosce tutta la mia vita e le traversie che ho passato.

Cara Tania, ti abbraccio affettuosamente.

ANTONIO

 

 

 

 


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