Antonio Gramsci
L'albero del riccio

Lettera LIV   Vasellina all’elefante

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Lettera LIV

 

Vasellina all’elefante

 

 

Carissima Giulia,

ho ricevuto le tue due lettere. Sono piú tranquillo da quando ho ripreso a scriverti.

Tania mi ha raccontato, molto divertita, che Delio ha pensato di ungere con la vasellina un elefante, di cui aveva sentito, probabilmente, la pelle ruvida sotto le dita; a me pare non molto strano che un ragazzo pensi di ungere un elefante con la vasellina, sebbene non credo che da ragazzo potessero venirmi idee simili.

Mi ha anche riferito che Giuliano vuol sapere tutto ciò che si riferisce a me: penso che ciò sia in relazione col fatto di aver visto un mio ritratto in un parco di cultura. Carissima, quando penso a tutte queste cose, e alla vostra vita, che da tanti anni (quasi un quarto della mia esistenza e piú di un quarto della tua) si svolge cosí staccata dalla mia, non mi sento molto allegro. Eppure occorre resistere, cercare di acquistare forza. D’altronde, ciò che è accaduto non era del tutto imprevedibile; tu che ricordi tante cose del passato, ricordi quando ti dicevo che «andavo in guerra»? Non era forse molto serio da parte mia, ma era vero e in realtà cosí io sentivo. E ti volevo molto, molto bene.

Sii forte e fa’ di tutto per star meglio. Ti abbraccio teneramente coi nostri ragazzi.

ANTONIO

 

 

 

 


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