Antonio Gramsci
L'albero del riccio

Lettera LVI   Il pennino gratta

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Lettera LVI

 

Il pennino gratta

 

 

Carissima Tania,

hai rimandato la fotografia di Delio a mia madre, come avevi promesso? Farai molto bene: la poveretta ha molto sofferto per il mio arresto e credo che soffra tanto piú in quanto nei nostri paesi è difficile comprendere che si può andare in prigione senza essere né un ladro, né un imbroglione, né un assassino; essa vive in condizioni di spavento permanente fin dallo scoppio della guerra (tre miei fratelli erano al fronte) e aveva ed ha una frase sua: «I miei figli li macelleranno», frase che in sardo è terribilmente piú espressiva che in italiano: «faghere a pezza». «Pezza» è la carne che si mette in vendita, mentre per l’uomo si adopera il termine «carre». Non so proprio come consolarla.

Carissima Tania, non riesco a scriverti; mi hanno ancora dato un pennino che gratta la carta e mi obbliga a un vero acrobatismo digitale. Attendo tue lettere. Ti abbraccio.

ANTONIO

 

 

 

 


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