Antonio Gramsci
L'albero del riccio

Lettera LVIII   Pane di casa

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Lettera LVIII

 

Pane di casa

 

 

Carissima Teresina,

il giorno di Natale ho ricevuto il tuo pacco. Di’ alla mamma che era tutto in ordine e che nulla si è guastato; anche il pane era ancora fresco e l’ho mangiato con molto gusto: si sentiva il sapore del granoturco sardo molto buono. Credo che non ne mangiavo da quindici o sedici anni.

Le notizie sulle condizioni di salute della mamma mi hanno dato molto dispiacere. Sono sicuro che avrete molta pazienza con lei: se ci pensi bene, ella si meriterebbe ben altro che della pazienza, perché ha lavorato per noi tutta la vita, sacrificandosi in modo inaudito; se fosse stata un’altra donna, chi sa che fine disastrosa avremmo fatto tutti fin da bambini; forse nessuno di noi oggi sarebbe vivo. Ti pare?

Ti abbraccio affettuosamente con la mamma e tutti di casa.

ANTONIO

 

 

 

 


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