Antonio Gramsci
L'albero del riccio

Lettera IX   La sigaretta nella ciminiera

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Lettera IX

 

La sigaretta nella ciminiera

 

 

Caro Delio,

ho saputo che vai a scuola, che sei alto ben un metro e otto centimetri, e che pesi diciotto chili. Cosí penso che tu sei già molto grande e che tra poco tempo mi scriverai delle lettere. In attesa di ciò puoi già oggi far scrivere alla mamma, sotto tua dettatura, delle lettere, come facevi scrivere a me, a Roma, i pimpò per la nonna. Cosí mi dirai se a scuola ti piacciono gli altri bambini e cosa impari e come ti piace giocare. So che costruisci aeroplani e treni, che partecipi attivamente all’industrializzazione del paese, ma poi questi aeroplani volano davvero e questi treni corrono? Se ci fossi io, almeno metterei la sigaretta nella ciminiera in modo che si vedesse un po’ di fumo.

Poi mi devi scrivere qualcosa di Giuliano. Che te ne pare? Ti aiuta nei tuoi lavori? È anch’egli un costruttore, oppure è ancora troppo piccolo per meritarsi questa qualifica? Insomma, io voglio sapere un mucchio di cose, e poiché tu sei cosí grande e, mi hanno detto, anche un po’ chiacchierino, cosí sono sicuro che mi scriverai, con la mano della mamma per adesso, una lettera lunga, lunga con tutte queste notizie e altre ancora. E io ti darò notizie di una rosa che ho piantato e di una lucertola che voglio educare.

Bacia Giuliano per conto mio e anche la mamma e tutti quanti di casa, e la mamma bacerà te a sua volta per conto mio.

ANTONIO

 

P.S. – Ho pensato che tu forse non conosci le lucertole: si tratta di una specie di coccodrilli che rimangono sempre piccini.

 

 

 

 


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