Antonio Gramsci
L'albero del riccio

Lettera XV   L’«abat-jour»

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Lettera XV

 

L’«abat-jour»

 

 

Caro Giuliano,

Ho ricevuto la tua lettera e la cartolina illustrata coi gattini.

Mi meraviglio che tu e Delio non abbiate ancora pensato a fare un abat-jour per la lampadina elettrica. Con cinquanta centesimi di filo d’ottone o di ferro sottile e con qualche pezzo di stoffa a colori o anche della carta oleata, si può fare un abat-jour comodissimo, in modo che la luce non stanchi troppo gli occhi. L’abat-jour può essere completo, perché tutta la luce sia attutita, o parziale e mobile in modo da dirigere l’ombra dove si crede piú opportuno.

Ho ricevuto alcune tue fotografie, e vorrei sapere che esercizi sai fare sulla spalliera svedese (cosí almeno si chiama in italiano), dove sei arrampicato insieme coi tuoi amici.

Ti bacia il tuo babbo.

ANTONIO

 

 

 

 


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