Antonio Gramsci
L'albero del riccio

Lettera XXII   Impara a star seduto

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Lettera XXII

 

Impara a star seduto

 

 

Caro Delio,

i tuoi bigliettini diventano sempre piú corti e stereotipati. Io credo che tu abbia abbastanza tempo per scrivere piú a lungo e in modo piú interessante; non c’è nessun bisogno di scrivere all’ultimo momento, in fretta in fretta, prima di andare a spasso. Ti pare?

Non credo neppure che ti possa far piacere che il tuo babbo ti giudichi dai tuoi bigliettini come uno stupidello che si interessa solo della sorte del suo pappagalluccio, e fa sapere che sta leggendo un libro qualsiasi.

Io credo che una delle cose piú difficili alla tua età è quella di star seduto dinanzi a un tavolino per mettere in ordine i pensieri (e pensare addirittura) e per scriverli con un certo garbo; questo è un «apprendissaggio» talvolta piú difficile di quello di un operaio che vuole acquistare una qualifica professionale, e deve incominciare proprio alla tua età.

Ti abbraccio forte

ANTONIO

 

 

 

 


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