Antonio Gramsci
L'albero del riccio

Lettera XXV   Omero dormicchia

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Lettera XXV

 

Omero dormicchia

 

 

Caro Giuliano,

hai letto solo mezza novella di Wells e già vorresti giudicare tutta l’opera di questo scrittore, che ha scritto decine e decine di romanzi, raccolte di novelle, saggi storici ecc.? La piú bella o la piú brutta o quella che rappresenta la media delle possibilità dell’autore?

Il piú grande scrittore dell’antica Grecia fu Omero, e lo scrittore latino Orazio ha scritto che anche Omero qualche volta «dormicchia».

Certo Wells, in confronto di Omero, dormicchia almeno trecentosessanta giorni all’anno, ma potrebbe darsi che negli altri cinque o sei giorni (quando l’anno è bisestile) fosse sveglio del tutto e avesse scritto qualcosa di piacevole e di resistente alla critica.

Anche tu spesso non sei molto ordinato: la tua lettera è scritta in fretta, con molte parole lasciate a metà; eppure io credo che tu possa scrivere molto meglio, con piú ordine, con piú attenzione. Perciò io non ti giudicherò da questa lettera e non dirò: «ma guarda che asinello di figlio!».

Caro Giuliano, non prendertela e scrivi e rafforzerai i tuoi giudizi.

Mi dispiace di non poter discutere con te a viva voce: non credere che io sia molto pedante, mi piacerebbe ridere e scherzare con te e con Delio, e parlare di tante cose che interessavano molto anche me quando ero un ragazzo.

Ti abbraccio teneramente

ANTONIO

 

 

 

 


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