Luciano Zuccoli
L'amore di Loredana

PRIMA PARTE.

XI.

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XI.

 

Il sole che arroventava il campiello e illuminava le case con una luce quasi insopportabile, ebbe potere di scuotere Filippo da quell'accasciamento che pareva sonnambulismo. Si drizzò, sentendo che le spalle gli si erano incurvate, e si guardò intorno con occhio sicuro.

Perdere Loredana? Obbedire a sua madre? Tutto finito, tutto crollato?

- Parto col primo treno, - promise a se stesso. - Arrivo a Sirmione, prendo Loredana e questa sera saremo lontani e sicuri. Qualunque cosa, piuttosto di perderla. Ho commesso una fanciullaggine con sua madre; bisogna riparare subito, subito, subito....

Non aveva ancor finito il suo pensiero, che una voce nota gli risonò alle spalle.

- Guardalo qui! Dove vai, così meditabondo?

Era Berto Candriani, che, fattoglisi al fianco, lo squadrò e rimase stupefatto.

- Accidenti! Che cosa t'è successo? Ti hanno bastonato?

Filippo gli disse con voce secca:

- Non ho voglia di scherzare, Berto!

- E non scherzo. Mi dispiace sinceramente di vederti così, come ti fosse avvenuto qualche cosa di molto grave. Eri tanto allegro iersera....

Il conte non rispose, e i due uomini procedettero qualche tempo senza far parola urtati dalla gente che passava per le calli; ma quel giorno doveva essere singolarmente disgraziato per Filippo, perchè allo svolto d'una viuzza s'imbattè col conte e con la contessa Lombardi.

- Ah, bene, bene, bene! - esclamò il conte Lombardi, aprendo le braccia, come per impedire il passaggio ai due amici. - Venite a proposito!

La contessa ebbe un sorriso di compiacenza alla vista di Filippo, che le stava innanzi a capo scoperto e la salutava.

- Abbiamo la gondola a due passi di qui, - ella annunziò, - e si parlava, proprio di voi, Flopi. Noi facciamo un giro, e vi conduciamo con noi. Anche Berto Candriani ci farà compagnia....

- Un giro? - ripetè subito Berto con circospezione. - Che cosa deve intendersi per un giro, contessa?

- Muoviamoci, - ella rispose. - Noi impediamo il passaggio alla gente. Ora entriamo in gondola, e vi spiegheremo.

La contessa Lombardi era ancora piacevole, benchè avesse valicato la quarantina. Il suo corpo era svelto, i capelli eran chiari, gli occhi vivi; solo la carnagione aveva perduto la sua freschezza; ma poichè la contessa dichiarava ella per prima di esser vecchia e finita, tutti la guardavano con simpatia e la trovavano assai più giovane di quanto non dicesse.

Arrivati al traghetto dove aspettava la gondola a due remi, la contessa vi montò, Berto vi balzò dentro, dicendo:

- Spiegateci il giro!

Ma Filippo disse:

- Contessa, io devo scusarmi....

- Ah bah! - esclamò la contessa. - Flopi, voi mi fate pensare che la nostra compagnia vi dispiaccia. Quando noi vi facciamo un invito, voi avete subito pronta una scusa.

- Cara contessa, siete crudele! - mormorò Filippo.

- Oh, a proposito, - aggiunse il conte Lombardi. - Ricordati che sei a pranzo da noi, stasera.

- Dunque, vi decidete? - domandò la contessa, guardandolo.

Filippo comprese che bisognava decidersi, si appoggiò al braccio del gondoliere, e salì....

Il giro della contessa durò per più ore; la gondola, spinta con agile vigorìa, uscì dal bacino di San Marco in un batter d'occhio, e prese il largo verso il Lido, poi, per le Vignole, arrivò a San Francesco del Deserto.

La contessa Lombardi e Berto Candriani erano allegri.

- Non è vero che almeno così godiamo un po' di fresco? Sentite che bel fresco, Flopi? - diceva la contessa.

Filippo aveva perduto ogni velleità di ribellarsi. Le ore passavano e gli cadevano sul cuore come goccie di piombo, con un presentimento funesto; ma egli era troppo abituato alle commedie del mondo perchè il suo volto lasciasse trasparir l'angoscia febbrile alla quale tutta l'anima sua era in preda. Sarebbe partito l'indomani: ormai bisognava adattarsi e non far pesare i proprii dolori sugli amici che volevan godere la sua compagnia.

Con un rude sforzo riuscì a dominarsi e parve felicissimo di quella gita, di quello sciupìo di tempo, infinitamente prezioso per lui; scherzò con Berto Candriani, il quale non sapeva comprendere una mutazione così rapida, ed era stupefatto; Filippo fece anche un po' di corte alla contessa, col consenso del marito, che sorrideva.

- Io non so dove tu sia stato, - -osservò a un tratto il conte Lombardi. - Se ne raccontan di belle, a questo proposito....

- Di bellissime, - rincalzò Berto.

- Non so dove tu sia stato, Flopi, ma la campagna ti ha fatto bene. Sei allegro....

- Allegro, - ripetè Filippo, sentendo l'ironia di quella affermazione.

Tornavano verso Venezia, e la città si scorgeva tutta bianca, come tutelata dall'angelo d'oro del campanile vetusto: i palazzi marmorei parevan da lungi portentosi ricami, fragili merletti diuturnamente lavorati dall'uomo e dal tempo; le acque ai loro piedi si stendevan placide, con un trasparente color di smeraldo, che gli ultimi raggi di sole facevano scintillare.

- Ma io vorrei sapere, - osservò la contessa, - che cosa si dice della campagna di Flopi....

I tre uomini si guardarono.

- Ecco, - disse Berto Candriani, - si dice che....

- È sottinteso, - interruppe Filippo, - che voi, contessa, non crederete parola di quanto sta per raccontarvi Berto. Voi conoscete quest'uomo? Il più fantasioso dei maldicenti....

- Non crederò nulla, - rispose la contessa. - Ma vorrei sapere.

- Si dice, - continuò Berto Candriani, - che Flopi, innamorato d'una bella, d'una bellissima ragazza, sia scappato con lei.

La contessa Lombardi diede in una risata.

- Che pazzo! - esclamò. - È scappato, ed è qui in gondola, al mio fianco?

Berto crollò le spalle.

- Siete ingenua, contessa, mia! È qui per un giorno o due. Domani sarà scomparso di nuovo.... Sa far le cose da maestro, la vecchia volpe....

La contessa stette un momento a pensare, poi osservò:

- Credevo meglio. Queste cose vanno sempre a finir male; e se l'avventura è come si racconta, Flopi ha perduto la testa davvero.

Filippo sorrise con l'indifferenza dell'uomo che ascolta cose senza alcun senso.

- È come ve la racconto io, - -assicurò Berto Candriani. - Fuga romantica con giovinetta.

La contessa alzò le spalle.

- Via, via, - esclamò, - sono maldicenze sciocche: sarebbe nato uno scandalo senza esempio, e invece non c'è che qualche diceria.... Voi non sapete ragionare, povero amico!

- Oh guarda, - protestò il Candriani, - Flopi scappa con una ragazza, e chi non sa ragionare sono io! Voglio mettermi anch'io a far fuggire le fanciulle, per vedere se mi troverete ragionevole....

Gli amici risero, e la conversazione fu mutata.

A Venezia, giunsero sull'imbrunire; Filippo e il Candriani, scendendo dalla gondola presso la piazza San Marco, presero congedo per correre a casa a mutarsi d'abito e per ritrovarsi indi a un paio d'ore nuovamente dai conti Lombardi.

Non appena fu solo, nella sua camera, Filippo sentì calargli sulle spalle il peso di quella giornata nefasta, l'accoramento per la sorte di Loredana. Gli tornò il pensiero d'andarsene subito, di giungere in piena notte a Sirmione, di prendersi la fanciulla e fuggir lontano.

Ma di nuovo, le abitudini lo dissuasero. Era impossibile mancare al pranzo, dar quella clamorosa conferma alle voci delle quali il Candriani s'era fatto eco. Bisognava partire all'alba; ormai non si trattava più che di poche ore, dell'ultimo sacrifizio.

Quando Filippo, in marsina, con una gardenia all'occhiello, varcò la soglia del palazzo Lombardi, egli aveva dipinta in viso una tale espressione di pace, che lo si sarebbe giudicato l'uomo più tranquillo del mondo.

Berto Candriani, il quale l'aveva preceduto di poco, rimase, al vederlo, stupefatto per la terza volta.

 

 

 


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