Luciano Zuccoli
L'amore di Loredana

PRIMA PARTE.

XX.

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XX.

 

Così fu che Loredana potè aver notizie di Filippo e dargliene.

Il giorno in cui la Teobaldi si decise a varcar la soglia di casa De Carolis - quel giorno avverso ad Adolfo Gianella - Loredana fu contenta da non trovar parole per esprimersi.

Partita appena Clarice, la fanciulla corse nella cameretta dove sua madre stava ricamando la quattordicesima fogliolina in seta verde, e infantilmente si mise a ballare.

- Ebbene, Lori, che hai? - domandò Emma stupita.

Ma Loredana seguitava a girare in tondo, gli occhi scintillanti e le labbra aperte a un sorriso di pace.

Si arrestò d'un tratto, con un ultimo giro, in modo che le gonnelle le si gonfiassero d'aria, e si mise in ginocchio presso la mamma, la quale andava seguendola con l'occhio.

- Ho, - disse Loredana, - che Filippo mi ama sempre, anzi meglio di prima, e che non mi sono ingannata fidando in lui, e che mi pento d'aver pensato male, e che è qui, e che è mio, e che io sono sua....

- Questa bella, ambasciata è venuta a farti la signora Teobaldi? - interrogò Emma, mentre una ruga profonda, le solcava la fronte.

- Sì, mamma, la Teobaldi è buona. Anche su di lei m'ero ingannata. È buona, è prudente, e non bisogna rimproverarla. Non ha che il difetto di dipingersi male, e di vestirsi peggio. Hai visto, mamma, quel suo cappellino alla cacciatora, e subito sotto, quello terribili sopracciglia al carbone? Oh che paura e che risate a Sirmione, quando la vidi la prima volta!...

Si mise a ridere, a gola spiegata, e balzò in piedi, a riprendere il ballo, cantarellando l'aria di un valzer.

- Lori, - esclamò Emma severamente, arrestandola con lo sguardo. - Che pensieri hai? Che cosa conti di fare?

- Io?

La fanciulla, ritta in mezzo alla camera, stette pensierosa un momento; poi disse:

- Io? Non temere nulla, mamma! Ah come ho imparato a vivere in questi pochi mesi, come son diversa da una volta! Flopi non saprà più riconoscermi, e mi dirà con meraviglia: «Sei una donnina, sei veramente una donnina!» E tu non temere, mamma; io sarò felice....

- In nome di Dio, - interruppe Emma, respingendo il lavoro, e alzandosi, - che cosa intendi con queste parola? Vuoi tornare con lui?

Loredana le corse incontro, l'abbracciò stretta, le diede molti baci, dicendo:

- O mamma bella, o mamma cura, non sgridarmi, ma sì, ecco, voglio tornare con lui! Ed egli vuole tornare con me, o mamma bella, perchè niente gli piace senza di me, e il lusso non è il lusso, e il suo palazzo è una casupola, e le donne sono pupattole, e le abitudini sono catene.... Me l'ha scritto, e l'ho imparato a memoria, e gli credo....

- Povera, povera bambina! - esclamò Emma. - Tu credi tutto; ma non gli hai domandato perchè non ti sposa?

Loredana allentò le braccia e lasciò sua madre.

- Non glielo domando, - rispose, oscurandosi in volto, - perchè se anche egli volesse, io non vorrei. Ah no, non vorrei morire per tutta la guerra che la sua famiglia mi muoverebbe contro prima di cedere, e per tutte le umiliazioni che dovrei subire da quella sua gente e dai suoi amici, il giorno ch'io fossi moglie di Flopi. Vedi: io so, perchè egli non mi sposa; perchè non mi tormentino e prima e dopo fino alla morte. Sarò la sua amante; dunque meglio che la sua sposa.

- E calpesterai anche il ritegno, e lascerai che tutti sparlino di te e di tua madre? - osservò Emma con voce dolente.

- O mamma cara, non parlan male di te e di me, ora, tutti? - rispose Loredana. - E che premio ho io dunque di ciò che credono il mio ravvedimento? Hanno saputo, hanno inventato, mi hanno già uccisa nell'anima; nulla può accrescere il male che già mi fu fatto, e se io non sono morta per gli altri, gli altri sono ben morti per me. O mamma bella, tu, tu sei la bambina che crede; io non potrò mai essere tanto cattiva, quanto si è detto....

- E vuoi andartene ancora, e lasciarmi sola? - domandò Emma, guardandola con gli occhi annebbiati.

- Non so, mamma; non interrogarmi, non turbarmi, oggi. Oggi io sono così contenta, perchè egli mi ama ancora; e non bisogna turbare chi è contento dopo un lungo dolore.

- Ma come, dunque, - insistette Emma, - se ti ama tanto non è venuto più qui?

- O mamma, cara, tu lo sai. Tu gli hai detto che ogni cosa doveva essere finita e che non varcasse più la soglia della nostra casa. Egli ha obbedito; non lo rimproverare; è stato lontano da me, pensando che io pure non lo volessi, temendo che io gli facessi colpa - e gli facevo colpa! - di avere svelato il luogo ov'ero rifugiata.... Non lo rimproverare; egli ti ha obbedita.

- Poi ti ha mandato quella donna a dirti che ti vuole ancora! - esclamò Emma. - Così mi ha obbedita, il briccone!

- Volevi ch'egli morisse? - domandò Loredana. - Volevi ch'egli mi lasciasse morire?

- Non si muore per queste cose, bambina!

- Io sarei morta, o mamma bella! Io ero già sfinita e non avevo più forza per resistere all'avvilimento! Si può essere vivi e morti, non sai? Io era viva e morta, fin che di lui nulla sapevo; ed oggi soltanto sono tutta, tutta viva!...

- Oh che pazza! - esclamò Emma, andando a sedersi in un angolo della cameretta. - Che pazza è dunque diventata mia figlia?

Ma non ardì continuare il lamento.

Guardò Loredana e la vide, com'essa diceva, tutta, tutta viva; la fragranza di quella giovinezza s'effondeva per la camera; la fanciulla dritta, svelta, bella, sembrava una prigioniera in quel piccolo spazio; qualche voce che nessuno poteva udire, echeggiava, intorno a Loredana, chiamandola per la sua strada ampia o aspra; e nulla avrebbe potuto arrestare la forza misteriosa, che gli uomini chiamano destino, e che parlava inconsciamente per gli occhi ardenti di Loredana.

Emma sentì questo in confuso; e capì che ogni ostacolo sarebbe stato travolto; si domandò se avesse diritto d'imprigionare ancora sua figlia, e del suo diritto dubitò.

Riprese in silenzio il ricamo, abbassò la testa sul lavoro, non disse più nulla.

Loredana, in punta di piedi, non potendo trattenersi, ricominciò a ballare il valzer chetamente.

 

 

 


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