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Berto Candriani, che quella sera medesima si era recato al teatro Goldoni, per veder chi ci fosse e per far qualche visita nei palchi, non appena fu in platea ed ebbe girato intorno lo sguardo, si rallegrò seco stesso della sua buona idea.
- Com'è bella! - egli borbottò, senza badare a quelli che gli stavano addosso e lo urgevano da tutti i lati.
In un palchetto di primo ordine aveva subito scorto Loredana, alla quale era di fronte Clarice. La fanciulla stava attentissima alla scena ed alla musica del «Boccaccio», e la dama di compagnia si faceva fresco con un gran ventaglio, lenta e solenne. Berto gettò un'altra occhiata tutta in giro per abitudine.
Il teatro era stipato; nelle poltrone molte signore; molte dame nei palchi, le quali avevano abiti chiari; in platea non v'era modo di muoversi; nella penombra che avvolgeva il vaso, per dare maggior forza alla luce e ai colori chiassosi del palcoscenico, si vedevan tuttavia parecchi binocoli rivolti al palco di Loredana; uomini e donne la fissavano con curiosità e si scambiavano sottovoce qualche osservazione.
Berto non attese che l'atto finisse; uscì dalla platea, corse per le scale, aperse l'uscio del palco....
- Oh come mi fa piacere! - esclamò Loredana ingenuamente, al veder Berto che inoltrava, col cappello nella sinistra.
- Fa più piacere a me! - egli rispose ridendo e chinandosi a baciar la mano della giovane.
Clarice voleva lasciare il posto a Berto, ma questi la inchiodò con un'occhiata.
- Mi metto qui, - egli disse, - a fianco della signorina; si sta meglio. Non c'è Flopi?
- No, - rispose Loredana. - È al «Grand Hôtel», credo, a fare una visita. Tornerà tardi.
Uno zittìo improvviso le troncò la parola in bocca; gli spettatori della platea non volevano essere disturbati, e alcuni guardavano in su con espressione di sdegno. Loredana si mise a ridere sommessamente: poi sommessamente continuò a parlare.
- Ha fatto bene a venire a trovarci, - ella disse. - Se rimane fino alla fine, ci può riaccompagnare a casa: io ho la gondola.
- Ma io rimango fino all'alba! - dichiarò Berto, guardando Loredana.
Essa indossava un abito di panno bianco, con la sottana a pieghe verticali e la camicetta di trine; un gran cappello nero dalle lunghe piume posava sulla testolina, dandole un'espressione graziosamente spavalda. Berto si sforzò a imaginare sotto l'abito il bel corpo nitido e giovanile, il tesoro di voluttà che quella eleganza semplice e degna avvolgeva misteriosamente; e vicino a lei, con la spalla destra che sfiorava la sinistra della ragazza, aspirò il profumo che sorgeva dalla gonna e dal collo.
Forse qualche cosa avvertì Loredana dei pensieri che galoppavano per il cervello del suo visitatore, qualche lampo nello sguardo di lui, l'istinto che parla presto e sicuramente nell'anima della donna; essa non gli volse più gli occhi e si rabbuiò in viso.
- Lei ha un trionfo, questa sera! - mormorò Berto. - Veda quanti binocoli sono diretti qui!
- Non è vero? - disse Clarice. - L'ho osservato io pure; ma la contessa non vuol sentirselo dire.
- Hanno ragione, quegli stupidi, - continuò il giovane. - La signorina è deliziosa; non c'è una, in tutto il teatro, che possa starle a paragone. Flopi è ben fortunato!
- Lei è molto strambo, - disse. - Non mi ha mai fatto complimenti di questo genere....
- Ho avuto torto, e riguadagno il tempo perduto, - rispose Berto sorridendo.
- No, la prego: questi discorsi mi affliggono. E voi, Clarice, non dite altre sciocchezze!
La signora Teobaldi dimenò il ventaglio in tutta furia, dolentissima del rimbrotto, che la impacciava davanti al Candriani.
- Io vorrei sapere, - riprese questi, ostinatamente, - perchè l'affligga un'espressione di lode sincera. Io l'ammiro e glielo dico; lei è molto bella, stasera, e glielo dico; lei veste con molta eleganza, e glielo dico....
- Perchè? - interruppe Loredana, che aveva sentito una vampa infiammarle il viso. - Perchè tutti me lo dicono, ecco; per le calli, pei negozii, sui vaporetti, dovunque io vada, son le solite frasi: a Venezia, gli uomini non fanno altro, come non avessero mai visto una donna giovane che non sia un mostro. Io credeva che lei non fosse così. E poi, aspetti a dirmi che sono molto bella quando c'è Flopi. Perchè non me lo dice quando c'è Flopi?
- Già! - esclamò Berto. - Come se Flopi avesse bisogno di apprenderlo da me! E del resto, se aspetto che ci sia Flopi, devo aspettare un pezzo, perchè mi sembra che Flopi non ci sia mai....
Il giovane s'interruppe e si morse le labbra. Un velo d'angoscia, era calato repentinamente sul viso della ragazza e le aveva dato un'espressione di tanto dolore, che Berto dovette confessarsi d'essere stato villano e maligno.
- Come canta bene quella nanerottola! - disse, accennando del capo alla prima donna, con la speranza di sviare il discorso.
Ma Loredana non rispose. Le parole di Berto l'avevano toccata profondamente: anche gli altri, dunque, notavano che Flopi sembrava trascurarla per vivere la sua maledetta vita mondana? E quelle donne, quegli uomini che glielo toglievano per godere essi la sua compagnia, quanto erano odiosi ed egoisti! Nei palchi tutt'intorno v'eran parecchie di quelle donne con le quali Filippo aveva dimestichezza, e Loredana le avrebbe avvelenate dello sguardo; esse invece la fissavano insolentemente col binocolo, susurrando poi qualche parola, e insistendo così che si sarebbe detto facessero a bella posta per irritarla.
Da quando Berto Candriani s'era mostrato nel palco, la curiosità era cresciuta; molte signore che conoscevano il Candriani, si ripromettevano d'interrogarlo con affettata indifferenza. Le più sapevano che quella ragazza era l'amante di qualcuno; altre, che avevano un migliore servizio di pettegolezzi, sapevano che era l'amante di Filippo Vagli; e i commenti non erano favorevoli: tutte dicevano che il cappello era troppo grande; e che Loredana aveva soltanto la bellezza dell'asino; la camicetta di trine di Burano era pretensiosa; pareva che scherzasse volentieri, la piccina, con quel maleducato Candriani; se Filippo fosse stato in un cauto, non avrebbe avuto a felicitarsi nè dell'amico, nè dell'amica!
Nell'intermezzo, Berto si studiò di riparare alla sua sventataggine.
- Povero Flopi, - disse, - io credo che sia sullo spine, a quest'ora. Egli è costretto a una vita d'apparenza; ci siamo costretti tutti, e tutti ci annoiamo; nessuno ha il coraggio di vivere per conto proprio, liberamente. Il mondo non l'abbiamo creato noi!
- Conte, non faccia, complimenti, - disse Loredana. - Lei vorrà render visita a qualche signora: può tornare a prenderci più tardi. Io mi trattengo fino alla fine, perchè Flopi rientrerà a notte.
- Lei vuol mandarmi via? - chiese Berto con simulata umiltà.
- No, no, rimanga, se non si annoia! - disse Loredana sorridendo.
- Rimango, sa? - dichiarò il giovane. - Prima di tutto, perchè non saprei allontanarmi....
- La prego! - -interruppe Loredana.
- Ho già finito!... E poi perchè è bene si sappia da quelle signore che io ho buon gusto; a furia di far loro la corte, mi son rovinato la reputazione. Lei le conosce?
- Non tutte.
- Ma esse conoscono lei, lo giuro, - dichiarò Berto. - Non è la prima volta che si parla di lei in società.
- Lo credo bene, - esclamò Clarice. - La contessa non può passare inosservata!
- Una volta ho parlato io a lungo di lei e di Flopi con una signorina. La contessina..... Aspetti; non c'è; credevo fosse giù a «pepiano».... Vede quella rossa laggiù, di fronte alla signora dai capelli tutti bianchi? Non è lei, ma le somiglia.
- Una signorina? - ripetè Loredana. - Che cosa poteva importarle di me?
- Oh molto! - esclamò Berto. - Credo sia innamorata di Flopi....
- Ah! - disse Loredana con voce spenta. - Egli non me ne ha mai parlato!
- Benone! - pensò Berto. - Ecco un'altra «brioche». Questa sera sono fertile!
- È naturale ch'egli non gliene abbia mai parlato: credo non si sia mai accorto che la ragazza sospira per lui. Me ne sono accorto io, perchè io mi accorgo di tutto, e perchè la contessina m'interroga sempre intorno a Flopi. Del resto, sono sciocchezze, le solite scalmane delle fanciulle, che oggi hanno una simpatia per l'uno, domani per l'altro; niente di serio, effetto dell'ozio, nulla più....
Ma, quantunque seguitasse ancora su quel tono, Berto s'avvide che Loredana soffriva orribilmente; era diventata pallida e le sue mani s'erano chiuse per lo spasimo. Anche sul volto di Clarice, Berto ravvisò un'espressione di corruccio, che gli fece comprendere la gravità della sua indiscrezione.
- Non cerchi d'ingannarmi, conte, - disse Loredana con voce grave. - Mi dica tutto, con lealtà; ormai il peggio lo so, e le parole non servono.
- Sono una bestia! - dichiarò il giovane. - Lei deve credere a chi sa quali misteri, mentre tutto si riduce a quanto le ho già detto: una fanciulla ha qualche simpatia per Filippo....
- Come si chiama? - interrogò risolutamente Loredana.
- È la contessina Fioresi, Giselda Fioresi: magra, snella, coi capelli rossi....
- È da molta tempo innamorata di Flopi?
- Dio sa! Chi può dirlo? Ma non è innamorata: vorrebbe sposarsi, forse, come tutte le ragazze di questo mondo.
- Ora capisco, - dichiarò Loredana sottovoce, quasi parlando da sola. - I parenti di Flopi devono saperne qualche cosa, e vedrebbero volontieri questo matrimonio. Mi dica tutto, conte; non abbia paura.
- Ma io non ho altro da dirle, cara amica! - esclamò il giovane.
- Non vorrà darmi a credere che Filippo ignori ogni cosa. La Fioresi si sarà fatta comprendere, magari involontariamente! E che cosa vuole da me? Io non sapeva che lei amava Flopi, io credeva di potergli appartenere senza far male ad alcuno....
- E infatti, - disse il Candriani, - la Fioresi mi ha chiesto di lei per semplice curiosità, ma si è guardata dall'esprimere un giudizio.
- Lo spero: non ha diritto a giudicarmi, perchè il mio amore è diverso dal suo, e la contessina non potrà mai capire questo, - enunziò bruscamente Loredana.
In quel punto l'orchestra attaccò il secondo atto; la luce in teatro fu abbassata, e Berto respirò meglio, perchè la conversazione cessava.
Egli andava guardando la giovane, e rattristato dalla gaia musica dell'operetta, pensava a cose malinconiche. Veramente Loredana gli pareva sospesa sopra un abisso; misconosciuta da tutti, considerata già come una donna facile, invidiata secretamente da alcune, disprezzata apertamente da altre, desiderata dagli uomini, essa non poteva trovare salvezza che nella protezione e nella fedeltà di Filippo, delle quali Berto cominciava a dubitare. La sorte di Loredana gli sembrava ormai decisa; il giorno in cui Filippo se ne fosse sbarazzato, ella avrebbe dovuto gettarsi alla ventura, accogliendo le offerte degli ammiratori, che si vedevano già in quello stesso teatro, che eran sempre i medesimi e non avevano fama nè di molta costanza, nè di liberalità soverchia.
- A che pensa? - domandò Loredana, sorprendendo gli sguardi del giovano.
- Penso che le ho dato un dispiacere senza volerlo, come un imbecille! - rispose il Candriani irritato contro se stesso.
- No; è meglio che io sappia. Non dirò una parola a Filippo, - dichiarò la fanciulla.
Berto emise un sospiro di sollievo, che fece sorridere involontariamente Loredana. Assolto a quel modo dalla sua colpa, il giovane si sentì a suo agio, si abbandonò a guardare con altri occhi la bella amica, e tornò ad ammirarla intensamente. Non si poteva negarlo: era fatta per l'eleganza e pel piacere; vestiva con un gusto gentile che avrebbe ispirato invidia a più d'una dama; egli giudicava che Loredana non avesse che diciassette anni, tanto la sua giovinezza era candida e fresca; un magnifico fiore del quale si poteva andare superbi.
- A che pensa? - domandò nuovamente Loredana.
- Questa volta non glielo dico! - esclamò Berto.
La fanciulla scosse il capo, infastidita.
- Flopi sarebbe molto malcontento di lei! - disse ingenuamente.
Berto si mise a ridere, e Loredana non aggiunse parola, scandalizzava dal poco conto in cui il Candriani pareva tenere l'opinione di Filippo.