Luciano Zuccoli
L'amore di Loredana

SECONDA PARTE.

IX.

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IX.

 

La signora Marta Serrantoni, una giovane dalla grascia pallida, coi capelli color fiamma, avida di cibo e di denaro, aveva mosso gran guerra in principio a Loredana e a sua madre, in nome della morale. Poi vedendo la fanciulla per le vie tutta elegante, e per il Canal Grande nella gondola a due remi, la signora Marta s'era a poco a poco ravveduta. Il conte trattava bene l'amica sua, bisognava pur dirlo: non era il libertino capriccioso e volubile che si credeva, e dal contegno di lui era naturale concludere che non aveva intenzione di piantare un bel giorno l'amante nuova come tante altre.

La signora Marta diceva questo con solennità, quantunque avesse detto il contrario pochi mesi prima, con la medesima solennità; e il codazzo di giovani e vecchie pettegole che davan peso alle sue parole, andavan ripetendole, e di giorno in giorno si riavvicinavano alla madre di Loredana e riprendevano a frequentarne la casa.

Così mentre la signora Emma era malcontenta, per il lusso della figlia, che a lei pareva eccessivo, le altre se ne felicitavano; quando Loredana veniva dalla sua mamma e trovava le amiche, queste le passavano una rivista minuta, pregandola talvolta di alzare un po' la gonna per mostrar le calze di seta, osservando la biancheria, divertendosi a infilar gli anelli, a provarsi il cappellino, a indossar la pelliccia. La loro morale taceva innanzi al pregio della roba lussuosa; esse s'inchinavano all'amante ricco e liberale. Anche ne godevano, perchè più volte avevano avuto in dono gli abiti ancor freschi che Loredana smetteva, e i cappellini ch'ella mutava sovente.

La giovane aveva spesso in tasca qualche biglietto delle amiche, le quali chiedevano protezione al conte per il marito, per il fratello, pel nipote; e il conte riusciva ad allogar l'uno, a migliorar la posizione dell'altro, senza conoscerli, per far cosa grata alla sua viperetta.

I concetti morali di quelle piccole donne avevano sorpresa e disgustata Loredana, che ignorava gli avvolgimenti e le mutazioni dell'umana vigliaccheria; le avrebbe preferite nemiche aperte; e parlandone con Filippo, si sentiva in obbligo di scusarle, perchè egli non le giudicasse troppo severamente.

Ma egli ne rideva, e se ne faceva ripetere le frasi , divertendosi ai loro pettegolezzi e al loro mormorìo; qualche volta per mano dell'amante inviava dolci o fiori, ch'esse si disputavano vivamente, e talora anche sulla tavola delle borghesi pettegole comparivan le bottiglie polverose della cantina del conte. A questa maniera, senza conoscerle di persona, Filippo s'era creato intorno un circolo di amiche, le quali correvano dalla signora Emma a esaltar la generosità di lui e a felicitarsi della fortuna che era toccata alla figliuola.

La signora Emma non pareva del loro avviso, e da qualche tempo era anzi inquieta.

Come sarebbe finita quell'avventura? La fedeltà del conte l'aveva stupita senza persuaderla. Nelle sue lunghe ore di riflessioni, ella aveva accarezzato la speranza che Loredana avesse un figlio; il legame avrebbe consacrato quell'amore con vincoli quasi sacri, obbligando Filippo per tutta la vita, forse spingendolo a un passo decisivo. Ma nulla era avvenuto; Loredana era sterile.

La signora Emma non poteva acconciarsi a questa idea; guardando la figliuola bella e gagliarda, non le riusciva di credere ch'ella fosse infeconda; le era balenato il sospetto che la sua sterilità fosse voluta dall'esperta astuzia di Filippo. Impossibile parlarne a Loredana, che egli aveva avuto vergine e ignorante d'ogni cosa; sarebbe stato assurdo interrogarla.

Una volta che la giovane scherzava col bambino di Marta, la signora Emma osò domandarle:

- Ebbene, Lori, non ti piacerebbe avere un bimbo anche tu?

La giovane diventò vermiglia in faccia.

- Certo, - balbettò, - un bambino anch'io....

- Forse al conte non piacciono? - osservò la signora Emma.

- Non ne abbiamo mai parlato, - rispose Loredana.

E bruscamente andò alla finestra senza proseguire.

- Un bel bambino, che si potrebbe chiamare.... - seguitò la madre. - Come lo chiameresti, Lori?

La giovane si volse e le disse:

- Oh, mamma, non parlarmi così! Mi confondi!

Emma non aggiunse parola, ma quel turbamento la sorprese e le parve la conferma dei suoi sospetti. Non aveva capito che Loredana si sentiva a disagio, perchè le sembrava che il discorso aprisse un spiraglio di luce sul suo amore pel quale aveva sempre un riserbo timoroso, una verecondia inquieta.

L'argomento ritornò più volte; la Serrantoni, alla quale la signora Emma aveva confidato i suoi sospetti, s'incaricò d'interrogare Loredana; ma a lei mancò l'animo di spiegarsi e Loredana la guardò attonita per quell'interrogatorio, disordinato e confidenziale insieme.

La giovane s'infuriò.

- Se ancora mi parlate del bambino, - dichiarò un giorno, - io non verrò più a trovarvi! È un'insolenza; tutti vogliono sapere che cosa pensa Flopi dei bambini; tutti mi domandano che cosa ne penso io; non ci lasciano più vivere! La Serrantoni mi ha perfino chiesto se sono sicura che Flopi mi voglia bene come un marito!... È orribile questo pettegolezzo....

E diede in uno scoppio di pianto, mentre la madre e le amiche le si facevano attorno a consolarla. Le amiche, specialmente, eran premurose perchè si vedevano sfuggire le sottane di seta e i cappellini civettuoli; e quando Loredana accarezzata dalle une, baciata dalle altre, rassicurata da tutte, cominciò a sorridere attraverso le lagrime, le donne esalarono un grande sospiro di sollievo....

- Non capisce! - dissero tra di loro più tardi. - È ancora innocente come l'acqua....

In verità, non capiva; non capiva che cosa volessero da lei, non capiva le perifrasi prudenti, non capiva che cosa importasse loro la sua maternità probabile, non capiva sopratutto come questa volta anche sua madre prendesse parte al coro.

- Ma che cosa mi domandano? Ma di che cosa si occupano? - chiese infine alla signora Emma.

- Esse credono, - spiegò Emma, - che se tu avessi un bambino, il conte ti amerebbe di più.

- E che cosa importa loro se Flopi mi ama di più o di meno?

Emma si strinse nelle spalle.

- Mio Dio, - disse, confusa. - È un pensiero che hanno per te, perchè ti sono affezionate.

- Ma è un pensiero stupido, mamma! - protestò Loredana. - Se io avessi un bambino, Flopi mi amerebbe ugualmente. Che ne so io? Fors'anco mi amerebbe meno.

- Davvero? - esclamò Emma scandalizzata. - E perchè mai?

- Perchè sarei malata, perchè diventerei brutta, per tante ragioni noiose, insomma....

- Allora sei tu che non lo vuoi, Lori? - domandò Emma.

La ragazza la guardò intontita, e poi si mise a ridere.

- Io? - disse. - Come posso io volerlo, o non volerlo?

- Allora è il conte che non vuole? - insistette Emma.

- Flopi? - esclamò Loredana. - E tu pensi che Flopi si curi di queste sciocchezze? Tu pensi che Flopi sia come la signora Serrantoni?

- Non sono sciocchezze, Lori, - sentenziò Emma gravemente. - Alla fin fine, tutto dipende dalla volontà del conte.

Loredana scoppiò in una lunga risata.

Le preoccupazioni di sua madre e delle sue amiche risvegliavano in lei un allegro stupore. Ebbe la tentazione di parlarne all'amante, poi con lo spirito d'intuizione che spesso la guidava, sentendo nella curiosità delle donne qualche ombra di mistero, si trattenne; ma istintivamente scaltra, riuscì per una via indiretta a sapere che cosa Filippo pensava dei bambini.

Quando egli usciva solo a passeggio, le chiedeva che dovesse portarle a casa.

- Vuoi i dolci, Lori? Vuoi un palco per questa sera? Devo mandarti i fiori per la tavola?

Loredana sceglieva; il più delle volte non sceglieva nulla.

- Voglio che tu ritorni presto, - rispondeva.

Ma pressata dalla inquisizione delle pettegole, un giorno si arrischiò:

- Voglio che tu mi porti a casa un bel bambino....

- Di cioccolata? - domandò Filippo ridendo.

- No, un bel bambino vivo, - disse Loredana.

Filippo, che già stava per uscire, tornò indietro e le si avvicinò:

- Veramente? - chiese. - Veramente, tu desideri un bambino?

A guardarla, non si sarebbe detto; ella sorrideva, osservando la maraviglia dell'uomo, una maraviglia, commossa e dolorosa.

- Hai ragione, - egli continuò, accarezzandole i capelli. - Tutte le donne vogliono il loro bambino.... Ma un bambino, per noi, in questo momento....

Sembrava molto intrigato, e la cosa divertiva immensamente Loredana, che non l'aveva mai visto così.

- Certo, - riprese Filippo, - un bambino ti terrebbe compagnia e tu gli vorresti bene.... Ecco: l'anno venturo avrai il bambino. Te lo prometto. Sei contenta? L'anno venturo....

Ma s'interruppe. Loredana rideva, fino ad averne umidi gli occhi; poi con uno scatto gli balzò al collo, e sempre ridendo gli disse:

- Tu hai creduto davvero che io voglia un bambino? Ma no; ma non vi ho mai pensato, mai, mai, mai! È la signora Serrantoni che mi annoia coi suoi discorsi e vuole sapere perchè io non ho bambini! A me non importa nulla! La Serrantoni dice che è colpa tua se non abbiamo bambini, e poi dice che è colpa mia, e non sa nemmeno lei.... Ma io voglio ciò che tu vuoi, e non ho mai pensato a queste sciocchezze. Non è vero che sono sciocchezze?

- E la Serrantoni, - disse Filippo racconsolato, - non ti ha spiegato perchè è colpa mia se non abbiamo bambini?

- Ah no! - esclamò la giovane, ridendo ancora. - Non mi ha spiegato niente. Mi ha fatto dei discorsi stranissimi, e in ultimo ha deciso che io sono una grande oca, perchè non ho capito una parola. Io, però, le ho dichiarato che se mi secca ancora, non le porterò più i dolci.

- Hai fatto benissimo, - approvò Filippo, baciandola sulla bocca. - E le dirai che della nostra vita e del nostro amore siamo padroni noi.

Le parole di Filippo diedero un grande coraggio a Loredana, e mentre le pettegole evitavano quel solito argomento per non addolorarla, ella lo provocò a bella posta qualche giorno dopo.

- Ho parlato con Flopi del bambino, - disse.

La madre e le amiche, le quali stavano intorno, mandarono una esclamazione di stupore.

- E che cosa ha detto il conte? - domandò la Serrantoni, trepidando.

- Ha detto che il bambino lo avrò l'anno venturo, - rispose la giovane categoricamente. - Ma un bambino, per noi, in questo momento....

Ella tacque; le altre tacquero, guardandosi. Loredana era stupefatta per il successo impreveduto delle sue parole. Finalmente la signora Emma si passò una mano sulla faccia, e disse sottovoce alla Serrantoni:

- Avevo indovinato. È lui che non lo vuole!...

 

 

 


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