Luciano Zuccoli
L'amore di Loredana

SECONDA PARTE.

XIV.

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XIV.

 

Loredana alzò gli occhi a guardar la piccola trattoria, deserta perchè gli artisti e gli impiegati che la frequentavano avevan da tempo finita la loro colazione; e tuttavia, mettendovi piede, la giovane provò una molestia indicibile, parendole ridicolo o sospetto quel colloquio, in quel luogo, a quell'ora.

In un angolo, innanzi a una tavola nuda, un giovane ricciuto disegnava a pastello nel suo albo; distratto dal fruscìo delle gonne e della seta, drizzò la testa e quando Loredana fu seduta all'angolo opposto della sala, in faccia ad Adolfo, il giovane voltò pagina, e gettando rapide occhiate si provò a ritrarne la figurina elegante, strana sul fondo tenebroso dell'osteria.

Un cameriere portò due tazze di birra, e si ritirò in una cameretta attigua, dove lo aspettava una colazione molto in ritardo.

- Che vuoi dirmi? - interrogò Loredana.

- E tu, - domandò a sua volta Adolfo, - perchè mi hai chiamato?

- Non so; ti ho visto, ho voluto chiederti se sapevi.... che cosa pensavi....

- Che cosa penso? - cominciò Adolfo rapidamente, a bassa voce. - Di questa nuova storia? Hai la sfrontatezza di chiedermelo?... È inutile che tu mi guardi con gli occhi sbarrati; so bene che non confesserai.... Il conte ti ha trovata con un altro, e si è battuto in duello con lui.... Per la politica, no, non si sono battuti!... È dunque per gelosia.... Ma che gelosia! Quell'altro.... come si chiama?... il conte Candriani, veniva a casa tua tutti i giorni, e tu andavi anche a teatro con lui.... Si capisce che cosa è accaduto: un bel giorno siete stati sorpresi, ecco, presi in trappola.... Ma sì, ma sì, non crollar la testa con tanta furia!... Non mi sarei mai imaginato un orrore simile; sei una viziosa senza pudore.... E mi domandi che cosa penso!... Mi maraviglio che tua madre ti accolga ancora in casa sua.... L'amore per il conte si capiva; dico, si poteva anche scusare; eri inesperta e lui una vecchia volpe.... Ma il Candriani, il secondo!... Due uomini: avevi due uomini, due amanti! Come si spiega?

- Ora se la mangia! - pensò l'artista, che all'altro angolo seguitava a disegnare e a sogguardare.

Egli capiva che il biondo era invelenito, e non poteva afferrarne una parola. Gli cerulei di Adolfo schizzavano lampi e da rosea la faccia era divenuta pallida; pure, si conteneva, non alzava la voce, dicendo a frasi tronche, alla rinfusa, tutto quel che gli passava pel capo.... E Loredana ascoltava, la gola arsa, il cuore in tumulto per lo spavento.

Non la calunnia la impietriva, ma lo stupore per quella calunnia così lata, così precisa, così diffusa, così verosimile, che l'avvolgeva e la teneva nelle sue spire inesorabilmente. Adolfo, l'innamorato fino alla cecità, non aveva alcun dubbio, non sognava nemmeno che l'accusa potesse essere tutta falsa.... Due uomini si battono per una donna; essa è l'amante dei due che se la disputano a prezzo del loro sangue; ciò è logico, epperò è vero; la verità non si discute.

- Forse per questo mi hai detto che ora vali più di due milioni? - seguitò Adolfo. - Non ho capito, allora, ma sotto quella frase doveva nascondersi qualche brutto segreto, e tu ne ridevi.... E così, si sono battuti per te; sarai contenta!... Uno scandalo, uno scandalo!... Io mi seppellirei vivo; tutti corrono a raccontarmene una; a casa non posso aprir bocca; mia madre ti chiama con certi nomi, e se ti difendo ridono di me.... Hanno sempre avuto ragione i miei cugini, dicendomi che quando una ragazza si mette per una cattiva strada.... Insomma, io scapperò, perchè non voglio più vederti.... Ed ero ancor pronto a sposarti pochi giorni sono, perchè io, io solo ti credevo onesta, a dispetto di tutto e di tutti; l'amore del conte, un fallo giovanile, si scusava, si spiegava.... Ma ora; ora sei la favola di Venezia....

- Guarda che bel nasino e che bella bocca! - pensò l'artista, dando un'occhiata a Loredana. - E il biondo me la rovina con quelle sue prediche. È geloso, l'amico; lei gli ha giuocato un tiro; te ne giuocherà degli altri, sta tranquillo.... È un tipetto capriccioso....

- Basta, basta! - interruppe Loredana sottovoce. - Ciò che ti hanno detto è falso, dalla prima all'ultima parola.

- Già è falso, - rispose Adolfo dopo un attimo d'esitazione, perchè la voce velata e lo sguardo smarrito della giovane l'avevano scosso. - È falso; si sono battuti per la politica, non è vero?... Quello che ti dico io, è quello che dicono tutti....

- E che importa? È falso! - ripetè Loredana.

Adolfo aveva un suo pensiero e non riusciva a esprimerlo; si fregò la fronte, si passò la mano sul cranio, si guardò intorno senza vedere; finalmente si provò a ribattere:

- Anche se è falso, importa poco, perchè quando tutti la pensano a un modo, è come se fosse vero. Mi capisci? Se uno è accusato d'essere un ladro, per andare a spasso con lui e per tenergli l'amicizia non basta credere e anche sapere che è onesto; occorre un coraggio, che io non ho, perchè gli altri credono ch'egli è un ladro e io non posso essere l'amico d'un ladro.... Tu hai tutte le apparenze contro di te, e Venezia intera parla di te come d'una ragazzaccia pericolosa; e che ci posso far io?... Del resto, qualche cosa ci sarà, non può essere inventato tutto.... Ma se anche non c'è nulla, proprio nulla di vero, io ho la famiglia che mi rimprovera d'amarti e di seguirti, ho gli amici che ridono, ho il direttore della Banca il quale non vuole che gli impiegati frequentino donne cattive; e come faccio io a persuadere tutta questa gente che tu non sei una donna cattiva, dopo uno scandalo di cui si parla da tanti giorni e con tanti particolari in ogni angolo della città?... Non sarà colpa tua, ammettiamolo, ma sei disonorata, ecco; e le tue proteste si perdono nel fracasso, e oramai, qualunque buona e bella cosa tu faccia, non ti potrà giovare....

Afferrò la tazza di birra, l'accostò alle labbra e non la rimise sul piattello che quando l'ebbe vuotata.

- Ma allora, - disse Loredana con un brivido di terrore, - essere innocente significa nulla?

- Significa...., significa.... So io che cosa significa? - rispose Adolfo, il quale non s'accorgeva della sua crudeltà, sbalordito egli stesso per la bontà delle facili argomentazioni. - Ciò che importa nel mondo, è di essere creduto, a torto od a ragione; anche i miracoli non servono, se nessuno vi crede.... E nessuno crede alla tua onestà.... Sarebbe meglio per te essere disonesta, veramente disonesta, e che tutti lodassero la tua virtù....

Un bel fondo color d'ocra, robustamente tracciato alla brava, incorniciò nell'albo la testolina della giovane dai capelli a riflessi dorati; effetto di chiaroscuri che l'artista confrontò con l'originale, movendo il capo a destra e a sinistra, e tenendo a distanza il disegno.

- Se quell'idiota non finisce di tormentarla, - borbottò a fior di labbra, - a lui gli faccio la caricatura!

Ma Adolfo non la finiva, esaltato dalla voluttà di torturare quella ch'era stata sempre in suo confronto vittoriosa, assillato dal bisogno di calpestare e di distruggere il suo amore, cupamente soddisfatto di veder la fidanzata d'un giorno ridotta senza difesa, ebbro di ferocia contro di lei e contro se stesso....

- E poi, perchè discutere la tua innocenza? Io non ci credo, via!... È possibile che tutta una città si rivolti, così per capriccio, contro una donna, una ragazza?... Mi dirai che guadagno ci fanno quelli che parlan male di te!... Perchè non parlan male di tante altre?... Io, vedi, quando mi avvertono che bisogna diffidare dei pettegolezzi, mi metto a ridere; i pettegolezzi si fanno contro quelli che se li meritano; di me non si è mai detto nulla, per esempio?... Sarà meglio non parlare della tua innocenza, la quale, del resto, se anche fosse, non varrebbe una saetta, ormai.... Che cosa hai opposto alle accuse determinate e precise? Che tutto è falso! Ma questo me l'aspettavo; non verrai mica a raccontarmi i tuoi amori, a me, che ti ho amata davvero, onestamente.... E avevi tanta paura del mio giudizio, che mi hai fermato per istrada e mi hai chiesto se sapevo.... Ecco un'altra prova.... E poi, devo aggiungere....

Loredana si alzò lentamente.

- Ti ringrazio, - interruppe con voce malsicura. - Mi hai detto cose molto utili....

Fece per avviarsi, e barcollò....

- Non ti muovere, - soggiunse, appoggiandosi a un angolo della tavola. - Voglio uscire sola....

Dopo alcuni passi incerti, mentre Adolfo la guardava con occhio spento, Loredana riacquistò forza, mosse francamente, passò vicino all'artista, il quale rimirando il pastello e la giovane, sentì d'amarli ambedue.... Adolfo rimase immobile accasciato sulla sua panca; d'un tratto, il rimorso gl'invadeva l'animo, lasciandolo con la bocca aperta, in un'espressione di smarrimento ebete.

Venne voglia a Loredana di strappar dalle mani del disegnatore l'albo in cui sapeva d'essere stata ritratta, e di batterglielo in faccia. Dovette chiudere gli occhi per vincersi.

Uscì, tra la nebbia; la nebbia era calata repentinamente, con un lieve odor di bruciato, rotta qua e dall'alone rossastro delle fiamme a gas.

E la giovane si rimise in cammino verso le Zattere, verso Flopi, che parevan le une e l'altro perduti in quella infinita distesa, densa e acre.

- Che cosa gli porto? - si domandò Loredana.

Gli portava il suo corpo, che la folla diceva mantrugiato da altri, e il disonore.

Certo egli s'illudeva, Filippo; non gli avevano cantato in faccia tutte le accuse e ignorava in qual dispregio fosse tenuta la sua amante; ella gli portava in casa il ridicolo come un fluido avvelenato. Le parole d'Adolfo Gianella eran l'eco di quella saggezza che si trova per terra, fra gli sputi e le carte unte, e si chiama pubblica opinione. Egli diceva bene: non importa essere, ma parere; quando una calunnia è ripetuta da tutti, vale una verità: il male è quel che si vede, non quello che si commette. Aforismi che uccidono; bestialità caparbia; tirannia, inappellabile della maggioranza.... Ma la vita procede su questo carro della morte, e ogni giorno qualcuno cade sotto le sue ruote per un gesto sbagliato.

Loredana arrossiva di se stessa; abbeveratasi lunghe ore al torrente di fango, le pareva d'averne la bocca piena, il corpo inzaccherato, le mani màcere. Come lasciarsi abbracciare e baciare da Filippo, che avrebbe notato sul volto di lei le tracce delle sofferenze patite, un solco nella fronte, un livido sotto gli occhi? Baciarsi ed amarsi tra i ghigni della platea? Tremare agli sguardi sardonici? Vivere a fianco d'un uomo che, se non si staccava presto e decisamente da lei, diventava ridicolo?

La folla s'era gettata sul suo amore e l'aveva, fatto a pezzi.

Protezione sicura e forte, confidenze gentili e fuggenti attimi di letizia, tenerezze segrete e impetuosi scoppii di passione, lunghi oblii d'ogni cosa mortale, viaggi sognati, casetta della Zattere, bel sole di Sirmione, tutto affogato nella nebbia per sempre!

Voleva correre a casa e dire a Filippo:

- Tu m'hai avuta ancora bambina, e pel tuo amore tu m'hai fatta donna. Prendimi; amami un'ultima volta; spegni fra le braccia questa vita che è tua, e non lasciar che altri uccida lentamente, per odio, colei che vuol morire per te.

E palpitava alla speranza di morire veramente in uno spasimo di voluttà che fermasse in eterno i battiti del suo cuore; delicata parvenza femminile, che camminava tra la nebbia, sorridendo all'ultimo sogno.

V'era nebbia dovunque, nebbia senza forma e senza fine, dentro la quale gli uomini, a guisa di fantasmi, scivolavano e si dissolvevano; nebbia che mozzava il respiro, copriva l'insidia, guidava all'abisso. E un silenzio tragico pesava, grave come lo sterminato drappo di bambagia da cui Venezia era tutta avvolta.

Loredana giunse a casa, affranta, coi capelli e il veletto bagnati dalla caligine.

Domandò subito di Filippo.

Clarice le disse che il conte, un'ora prima, era accorso a palazzo Vagli perchè la contessa Bianca stava male.

E non osando aggiungere particolari, la signora Teobaldi mormorò con enfasi:

- E un «tradimento proditorio» del destino!

 

 


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