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SECONDA PARTE. Io coglierņ per te balsami arcani.... XXX. | «» |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
XXX.
Bruno Traldi era passato indifferente attraverso altri frastuoni. E neppur la vittoria lo commoveva, quasi ne fosse stato sempre certo.
Fuggiva quanto era possibile il mondo. La sua vita oscillava tra la tomba dei vivi in cui suo padre vegetava ancora, e la tomba battuta dal vento e dalla neve e dalla pioggia e lambita dal sole, in cui era stata composta la salma di Nicla.
Andava spesso a trovarla, e la raccomandava amorosamente al guardiano perchè nulla le mancasse intorno.
Chiedeva a quella memoria la forza di vivere, come aveva giurato.
Dandosi a lui per sempre, Nicla gli aveva gettato ai piedi l'aulente corona della vita. Ed egli gettava ai piedi della cara ombra la corona intossicata della gloria.
Ma assorto innanzi alla candida tomba, gli era avvenuto più volte di stendere le braccia nel vuoto, mentre le sue labbra susurravano il ritornello che il vecchio maestro cantava a lui bambino:
«Tu dormi alle mie grida disperate - E il gallo canta e non ti vuoi svegliare».
FINE.
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